Scheda di approfondimento
Marianna de Manzanedo y Maldonado nacque ad Alba de Tormes (Salamanca), la stessa cittadina nella quale quattordici anni dopo morì S. Teresa di Gesù, che la conobbe di persona – l’incontro le rimarrà inciso per sempre -, lesse le sue opere, cui somiglierà poi come scrittrice, mistica e andariega fondatrice di monasteri.
La sua famiglia era nobile e profondamente religiosa. Il nonno materno fu ordinato sacerdote e la nonna entrò in convento con la propria figlia. E la stessa via seguì suo padre quando, diventato vedovo, fu ordinato anche lui.
All’età di tre anni Marianna fu portata a vivere a Ciudad Rodrigo e, orfana a otto, fu avviata al locale monastero delle Agostiniane. Lì maturò la sua vocazione e, a diciotto anni, prese l’abito e nel 1588 emise i voti. E sempre lì, da semplice religiosa, da maestra delle novizie o da superiora, continuò a vivere il profondo desiderio di perfezione che già da piccola veniva nutrendo nel suo cuore.
Nel 1603 il provinciale agostiniano di Castiglia Agostino Antolínez, che desiderava aprire un monastero riformato a Eibar, in Guipúzcoa – quello di Marianna si era incorporato alla recollezione iniziata da Alfonso de Orozco nel monastero della Visitazione di Madrid –, pensò ad essa e la inviò come superiora. Marianna stessa ne fonderà poi dei nuovi a Medina del Campo, Valladolid e Palencia. Filippo III di Spagna e Margherita di Austria la vollero nel 1611 per fondare a Madrid il Monastero dell’Incarnazione. In seguito interverrà ancora nell’istituzione o nella incorporazione alla riforma di altri cinque monasteri.
Durante tutta la vita professò una grande devozione ai misteri della passione del Signore, incentrati nella Eucaristia. Donna di fede e di amore verso Iddio e il prossimo, si distinse per la rettitudine e l’umiltà nella propria vita e per il coraggio e la prudenza nelle fondazioni e nel governo. Nei suoi scritti traspare la semplicità unitamente all’elevazione della sua esperienza mistica.
Morì nel Monastero dell’Incarnazione di Madrid, ove riposano i suoi resti.
Avuto il nihil obstat dalla Santa Sede il 2 marzo 1993, fu istruita l’inchiesta diocesana (27 aprile 1993 - 10 luglio 1996) che poi passò alla Congregazione dei Santi a Roma, ove il 29 novembre 1997 ottenne il decreto di validità.
Joaquín Martín Abad
Cfr. AA.VV., “Il fascino di Dio”, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 2001


