Scheda di approfondimento
Nato presso Madrid, dopo alcuni anni di vita religiosa si recò nel 1563 in Perú, dedicandosi inizialmente al duro lavoro di evangelizzazione nei dintorni di Cuzco. Studiò anche il quechua per meglio comunicare con gli indigeni, che istruì e curò, arriando a godere tra di essi di una certa reputazione medica.
Era allora Inca Titu Cusi Yupanqui, figlio del fratello naturale di Atahualpa Manco Cápac II, un principe scaltro e diplomatico ma tollerante verso gli spagnoli. Regnava nella zone montagnose di Vilcabamba, nei pressi della città sacra di Machu Picchu. Per ingraziarsi i vicini “conquistatori” si convertì alla fede cristiana, facendosi battezzare nella festività di S. Agostino del 1568 dal superiore degli agostiniani di Cuzco, chiamato presso di sé per l’occasione. Alla di lui partenza - scrisse nel 1570 lo stesso Titu Cusi - lasciò nelle mie terre un suo confratello chiamato Fra Marcos García,... al quale nel mese di settembre [del 1569] si aggiunse un altro [Fra Diego] e io li portai con me a Vilcabamba ove ora c’incontriamo.
L’intesa però non durò a lungo. Marco, severo e poco flessibile con i costumi degli indigeni, dovette ritornare a Cuzco. Diego in cambio, più dolce e comprensivo, nonostante i rimproveri al principe per il suo comportamento ancora pagano, soprattutto per il fatto di aver preso una seconda moglie anch’essa battezzata, divenne invece suo confidente di fiducia. Ma, appena deceduto Titu Cusi, l’odio della moglie biasimata si riversò contro l’ormai indifeso missionario, fino ad accusarlo della morte dell’inca. Per suo ordine fu preso e bastonato a morte, pretendendo da lui di ridare la vita al defunto come prova di verità della dottrina sulla risurrezione loro predicata. Lo costrinsero anche a celebrare la S. Messa e alla fine, non essendo state esaudite le loro pretese, lo condussero legato a una croce dove il fratello di Titu Cusi, Tupac Amaru, stava festeggiando l’incoronazione. Il nuovo Inca, contrario a qualsiasi concessione creduta mostra di debolezza, non volle neanche vedere Fra Diego, e ordinò di ucciderlo come bestemmiatore dei loro dei. Morì dopo incredibili torture con un palo infilato nel corpo. Era l’anno 1571. Alla caduta del bellicoso Tupac Amaru fu portato solennemente alla chiesa di S. Agostino di Cuzco.
Ottenuto il nihil obstat dalla Santa Sede in data 23 ottobre 1991, il 17 settembre 1996 si dava inizio a Cuzco all’inchiesta diocesana. Conclusa questa il 24 agosto 1998, si è avuto il decreto di validità dalla Congregazione dei Santi il 30 aprile de 1999.
Fernando Rojo, o.s.a.
Cfr. AA.VV., “Il fascino di Dio”, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 2001


