Scheda di approfondimento
Matteo Elia Nieves nacque a Yuriria (Guanajuato.- Messico). Figlio di modesti agricoltori, presto manifestò il desiderio di diventare sacerdote, ma all'età di 12 anni suo padre fu ucciso dai ladri e si vide costretto ad abbandonare gli studi per poter contribuire al mantenimento della famiglia.
Nel 1904, nonostante la sua scarsa preparazione e la sua età adulta, ottenne l’ammissione nel collegio agostiniano di Yuriria. Le difficoltà derivanti dagli studi seminaristici iniziati all'età di 21 anni, dalla mancanza di mezzi economici e dalla sua debole costituzione fisica furono superate con sforzo e coraggio. In riconoscenza dell'aiuto ricevuto dall’alto in tanti momenti della sua vita, e mosso dalla sua filiale devozione a Maria, nel momento di emettere i voti religiosi nel 1911, cambiò il nome in Elia del Soccorso.
Sacerdote dal 1916, praticò il ministero in diverse località, fino a quando, nel 1921, fu nominato vicario parrocchiale di La Cañada de Caracheo (Gto.) In questo centro, di scarse risorse economiche, sprovvisto di servizi sanitari e di scuola pubblica, non si limitò all'assistenza spirituale del suo gregge. Avendo conosciuto da piccolo il lavoro manuale e l'indigenza, non gli pesarono né le privazioni né la povertà, condividendole con animo generoso e fiducia nella Provvidenza.
Fu proprio in questi anni che nacque il movimento popolare dei cristeros. Il P. Nieves si tenne lontano da questo fenomeno rivoluzionario, e quando alla fine del 1926 si arrivò all'effettiva persecuzione della chiesa, nonostante il suo carattere timido, invece di obbedire all'ordine governativo di risiedere nelle città, si stabilì in una grotta d’un vicino colle, assicurando così ai suoi fedeli l'assistenza religiosa.
Questa clandestinità forzata portata avanti per 14 mesi finì la mattina in cui si scontrò con un distaccamento di soldati, i quali, sotto il vestito bianco di contadino intravidero quello scuro usato nel ministero pastorale notturno. Interrogato, dichiarò la sua condizione di sacerdote e fu arrestato insieme ai due rancheros che si offrirono di accompagnarlo. La mattina del 10 marzo 1928 militari e prigionieri si misero in cammino in direzione del piccolo centro urbano di Cortazar. Alla prima tappa il capitano diede l'ordine di passare alle armi i due accompagnatori. Nella seguente fermata, già vicini al paese, il capitano disse al Padre: Adesso tocca a Voi, vediamo se morire è come celebrare la Messa. Il P. Nieves chiese un momento di raccoglimento, diede la benedizione ai soldati e iniziò la recita del credo mentre preparavano le armi per fucilarlo. Le sue ultime parole furono: Viva Cristo Re.
I suoi resti riposano nella chiesa parrocchiale de la Cañada (Gto.).
Fu solennemente beatificato il 12 ottobre 1997.
Fernando Rojo, o.s.a.
Cfr. AA.VV., “Il fascino di Dio”, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 2001


