Appartenente alla famiglia Fidati, vide la luce a Cascia verso il 1280/90. Dopo un breve interesse per la letteratura profana e in seguito per la figura e la dottrina del francescano spirituale Fra Angelo Clareno, vestì l’abito agostiniano. Per tutta la vita si diede alla predicazione, specialmente in Toscana. Biasimava senza paura i peccatori ma la sua severità si estendeva anche a quelli che cercavano la sua amicizia, i quali a volte, venivano da lui trattati con autentica ruvidezza. Però il suo dire pieno di ardore e di passione affascinava sempre l’auditorio. E non fu meno apprezzato come scrittore, occupazione questa che lo impegnava gran parte della notte. Lo apprendiamo da Fra Giovanni da Salerno che visse con lui per circa 17 anni. Nell’opera più popolare, l’Ordine della vita cristiana, alle origini del volgare italiano, si richiama alla sequela e imitazione di Cristo, un ideale che nel suo capolavoro De gestis Domini Salvatoris viene ulteriormente sviluppato. A proposito di quest’opera si racconta come una volta gli sarebbe apparso il Signore sotto le sembianze di un fanciullo che lo invitava a bere dal calice che gli porgeva. Simone bevve e “la dolcezza di questa bevanda gli rimase impressa in tutto il tempo che sopravvisse; facendogli parer insipido ogni altro cibo; e dopo cominciò a scrivere la detta vita del Salvatore”. Il suo pensiero fu influenzato dal Clareno ma, diversamente da lui, seppe evitare gli estremismi. E’ possibile che Lutero conoscesse l’opera del Fidati, ma ovviamente riflessioni o brani staccati dal contesto non autorizzano a ritenere Simone precursore del Riformatore. Prezioso pure è l’Epistolario che documenta la sua attività come direttore di spirito e in contatto con persone di ogni tipo e ceto sociale. Sia come predicatore popolare che come scrittore influenzò la vita pubblica del suo tempo, sebbene vivesse in modo molto schivo, preferendo una vita di solitudine, in preghiera e nello studio. Su questa linea si colloca il suo netto rifiuto di qualsiasi incarico di comando, sia all’interno che al di fuori dell’Ordine. Vittima della grande peste, morì nel 1348. I suoi resti riposano nel Santuario di S. Rita a Cascia. Il culto a lui tributato ebbe l’approvazione di Gregorio XVI nel 1833. Fernando Rojo, o.s.a. Cfr. AA.VV., “Il fascino di Dio”, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 2001 ---------- Così ne parla LANTERI, Illustriores Viri Augustinienses qui sanctitate et doctrina fluoruerunt, Tolentino, I, 1858, 231-233): Il Beato Simone Fidato detto da Cascia per essere nato in questa illustre cittadina dell'Umbria, fu uomo di innocenti costumi, esperto nella sacra letteratura, glorioso predicatore, abile nel comporre dissensi, famoso per il suo zelo per le anime, sagacissimo studioso del Vangelo e vero imitatore di Cristo. Giovane di ottima indole, mentre si dedicava agli studi profani negli anni dell'adolescenza, in modo mirabile, come egli stesso narra, si volse da questi agli studi sacri... Assiduo contemplatore della Passione del Signore ... un giorno, mentre era devotamente inginocchiato davanti all'immagine del suo Amore crocifisso, vide accanto a sé un fanciullo bellissimo che reggeva un calice d'oro e sorrideva, e, porgendogli il recipiente, cosi gli diceva: "Puro fanciullo, bevi con me dal calice". L'angelico giovane avvicinò la bocca al calice e, dopo averne appena gustata l'ineffabile dolcezza, chiese di poter offrire anche ai suoi compagni la stessa bevanda. Per ! questo meritò di udire dal fanciullo Gesù questa faustissima profezia sulla sua vocazione, preannunciante la sua futura utilità per la Chiesa: "Se tutto avessi bevuto, avresti illuminato tutto il mondo"... Dopo essere stato ordinato sacerdote, recando la fiaccola della predicazione del Vangelo, cominciò a percorrere tutta l'Italia, infiammando ovunque al più fervido amore di Dio i cuori di uomini anche assai malvagi. Ne è testimone Firenze, che apri più va- sto campo allo zelo di lui ... Fu di somma umiltà, tanto che non volle mai accettare alcuna dignità, ed ebbe grande amore per la penitenza, sottoponendo il suo corpo innocente quotidianamente a castighi volontari e rigidissimi ... Essendo fornito di grande dottrina, scrisse molte opere condite con tanto sale di divina sapienza che sembrava essere imbevuto di scienza più infusa che acquisita. Infine, in età venerabile, insigne per pietà, celebre per lo spirito profetico e famoso per i suoi miracoli, a Firenze volò da questa vita al Cielo nel 1348. Le sue ossa, traslate a Cascia, vi sono ancora custodite in un'urna.