Scheda di approfondimento
Nacque a Tarano (Rieti - Italia) verso il 1240 e gli fu dato il nome di Matteo. Dopo aver studiato diritto all’Università di Bologna, lavorò nella cancelleria del regno di Sicilia, alla corte del re Manfredi. Morto questi nella battaglia di Benevento (1266), e lui stesso ferito o malato, decise di cambiare vita. Lasciata la Sicilia, si recò nel romitorio di Rosia, nei pressi di Siena, professando come semplice fratello laico col nome di Agostino. Si racconta che in occasione di una sua difesa dei diritti del convento venne scoperta la sua identità.
Quando l’allora generale Clemente da Osimo conobbe il talento e le virtù di Agostino, detto “Agostino Novello”, lo trasferì a Roma, dove ricevette il sacerdozio. Poco dopo fu nominato da Nicolò IV Penitenziere Apostolico e suo confessore, funzioni che svolse per quasi 10 anni, anche sotto i pontificati di Celestino V e Bonifacio VIII. Allo stesso tempo collaborò nella stesura delle Costituzioni ratisbonensi del 1290.
I capitolari riuniti a Milano nel 1298 per la celebrazione dei comizi generali, in sua assenza e senza nemmeno conoscere il suo parere, lo elessero Superiore maggiore dell’Ordine, e Bonifacio VIII lo confermò "senza alcun esame". Accettò con umiltà l'incarico, sebbene ridotto a due anni poiché convocò in anticipo il capitolo e in esso rinunziò al generalato. Gli elettori non riuscirono a fargli cambiare idea. Governò con giustizia e grande umanità, promulgando utili disposizioni.
Gli ultimi nove anni del più prestigioso legislatore dell'Ordine nel periodo della sua formazione, trascorsero nell'eremo di S. Leonardo al Lago, presso Lecceto (Siena), "riposando all'ombra della divina contemplazione", tutto dedito alla preghiera e alle opere di carità. Morì nel 1309. Il suo corpo fu traslato nella chiesa di S. Agostino di Siena. Lì venne rappresentato con un angelo dietro il capo - "l'angelo sussurrante" diventerà una costante iconografica -, simbolo della divina ispirazione. Recentemente il suo corpo è stato trasferito a Termini Imerese in Sicilia.
Nel 1759 Clemente XIII ne approvò il culto proclamandolo beato. L’Ordine agostiniano ne celebra la memoria il 19 maggio unitamente a quella del B. Clemente da Osimo.
Rafael Lazcano*
*LAZCANO G. 51-54 (traduzione riassuntiva integrata).
Cfr. AA.VV., “Il fascino di Dio”, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 2001
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Accettata la sua rinuncia, i capitolari del 1298 "elessero come nuovo generale - dicono gli atti - l'assente fr. Agostino da Tarano, penitenziere del nostro signore il papa Bonifacio VIII ... che lo confermò immediatamente senza alcun esame" (AAug.II,436). Fu collaboratore di Clemente da Osimo nella preparazione delle Costituzioni del 1290, e il suo nome comparirà di nuovo nel capitolo dedicato ai santi e ai servi di Dio (6), giacché in questo senso non sono scarse le notizie sicure della sua vita; ma molto poco è quanto si può dire del suo generalato. Il copista dei suoi atti e il Friemar - due testimoni oculari e indipendenti tra loro -dicono che il Generale "del suo triennio fece solo un "biennio" giacché anticipò di un anno il capitolo, che riunì a Napoli nel 1300; aggiungono che rinunciò e che non riuscirono a fargli cambiare proposito né gli elettori, che insistettero per quattro giorni consecutivi, né il re Carlo d'Angiò, presente al Capitolo. E il Friemar ci assicura che fece ciò "perché anelava ritornare alla solitudine del suo eremo" di S. Leonardo al Lago, vicino a Siena. "E quantunque il papa Bonifacio lo chiamasse alla Curia - prosegue il cronista - egli, trovandomi io presente declinò l'invito e se ne ritornò al suo eremo, dove condusse vita angelica; e non molto tempo dopo terminò il corso della sua esistenza con una fine degna di molta lode; e fu uomo illustre per i grandi miracoli". Alcuni di essi furono disegnati con mano maestra, in affreschi e tavole, che ancora si conservano a Siena, del pennello di Simone Martini (1284-1344). L'ignoto autore del "Leggendario", anteriore al 1338, assicura che Agostino da Tarano "governò l'Ordine santamente, giustamente e perfettamente, e che promulgò molte buone leggi"; ma di queste si conoscono solo quelle pubblicate dal definitorio del capitolo del 1300.