Nacque a Roccaporena (circa 5 km da Cascia) e fu battezzata con il nome di Margherita in S. Maria della Plebe a Cascia. I genitori erano pacieri di Cristo nelle lotte politiche e familiari tra guelfi e ghibellini; diedero il meglio di sé nell'educazione di Rita, insegnandole anche a leggere e a scrivere. Verso i 16 anni Rita sposò Paolo di Ferdinando Mancini, giovane ben disposto, ma risentito; ben presto ebbe due figli maschi. Con una vita semplice, ricca di preghiera e di virtù, tutta dedita alla famiglia, ella aiutò il marito a convertirsi e a condurre una vita onesta e laboriosa. La sua esistenza di sposa e mamma fu sconvolta dall'assassinio del marito, vittima dell'odio tra le fazioni. Rita riuscì ad essere coerente con il Vangelo, perdonando pienamente, come Gesù, chi le stava procurando tanto dolore. I figli, invece, influenzati dall'ambiente e dai parenti erano tentati dalla vendetta. La mamma, per evitare che si rovinassero umanamente e spiritualmente, chiese a Dio piuttosto la loro morte che saperli macchiati di sangue; entrambi morirono di malattia in giovane età. Rita, vedova e sola, pacificò gli animi e riconciliò le famiglie con la forza della preghiera e dell'amore; quindi poté entrare nel monastero agostiniano di S. Maria Maddalena a Cascia, ove visse per 40 anni, servendo Dio e il prossimo con una generosità gioiosa e attenta ai drammi del suo ambiente e della chiesa del suo tempo. Negli ultimi 15 anni Rita ebbe sulla fronte la stigmate di una delle spine di Cristo, completando così nella sua carne i patimenti di Gesù. Fu venerata come santa subito dopo la sua morte, come è attestato dal sarcofago ligneo e dal Codex miraculorum, documenti che sono entrambi del 1457-62. Le sue ossa, dal 18 maggio 1947, riposano nel Santuario nell'urna di argento e cristallo eseguita nel 1930. Recenti ricognizioni mediche hanno affermato che sulla fronte a sinistra vi sono tracce di una piaga ossea (osteomielite). Il piede destro ha segni di una malattia sofferta negli ultimi anni, forse una sciatalgia, mentre la sua statura era di cm. 157. Il viso, le mani e i piedi sono mummificati, mentre sotto l’abito di suora agostiniana vi è l’intero scheletro.
Giustino Casciano, o.s.a.
In Guida al Santuario di S. R. Cascia, Umbria - Italia, Cascia 1995, 3-6.
Cfr. AA.VV., Il fascino di Dio, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 2001