Con l’andare del tempo troviamo la comunità di Padova intenta ad allargare il suo insediamento con l’acquisto di nuove particelle di terreno presso una chiesa che porta il titolo di S. Maria con lo specificativo “de Caritate” o più semplicemente “de Arena”. Il luogo è quello in cui sorgerà l’attuale stupenda chiesa degli Eremitani.

Il 2 aprile 1261 fra Benvenuto, priore degli Eremitani di Padova, vende un pezzo di terra a fra Biagio di Cesena, procuratore del Capìtolo di S. Maria di Nazareth di Venezia: Padue, in Monasterio Sancte Marie heremitanorum, presentibus testibus rogatis et vocatis [...] fratre Iohanne, de ipso Ordine heremitanorum, qui fuit de Pulveraria, fratre Homodeo, qui fuit de Tridento de eodem Ordine, et aliis. Frater Benvenutus, prior Monasterii S. Marie heremitanorum de Padua, [...] et presbiter Petrus, et Rolandinus de Lonato, [...] fecerunt datum et venditionem de quadam petia terre fratri Blasio, qui fuit de Cesena, de Ordine heremitanorum, procuratore Capituli heremitanorum Sancte Marie de Nazareth de Venetiis, dante et solvente pro ipso Capitulo heremitanorum Sancte Marie de Nazareth de Venetia.

In altri due documenti del 16 e 29 luglio 1265 troviamo ancora priore fra Benvenuto: prior eremitanorum fratrum de Harena.

(1) I documenti sono quelli trascritti da S. Lopez che si conservano nell’Archivio Generale Agostiniano di Roma. Un ottimo lavoro per quanto riguarda gli insediamenti Giamboniti nel Veneto è quello di F. DAL PINO, Formazione degli Eremiti di Sant’Agostino e loro insediamenti nella terraferma veneta e a Venezia, in "Gli Agostiniani a Venezia e la chiesa di Santo Stefano", a cura dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, Venezia 1997, pp. 27-85.