Suore Agostiniane del Divino Amore

Suore Agostiniane del Divino Amore

Suore Agostiniane del Divino Amore - Italia

Ordine/congregazione affiliato - Ordine di Sant'Agostino

Scheda di approfondimento

La congregazione - I fondatori

La congregazione

E' una Congregazione italiana di diritto pontificio per l'educazione della gioventù.

Le origini di questo istituto risalgono al 1630, quando a Montefiascone fu eretta dal vescovo locale, mons. Gaspare Cecchinelli, una pia casa di donne, dette della penitenza. Sebbene non emettessero voti né fossero obbligate alla clausura, conducevano una vita molto ritirata e si applicavano a esercizi di penitenza. Vivevano con le rendite di alcuni beni, il ricavato del loro lavoro e le elemosine dei fedeli.

Come risulta dagli atti della visita apostolica, nel 1636 vennero loro imposte determinate pratiche di pietà e la pia casa prese il nome di Conservatorio di S. Chiara.

Il card. Marcantonio ‑‑‑> Barbarigo, valendosi dell'opera di un sacerdote, don Biagio ~> Morani, di Mercatello, addetto alla sacrestia della chiesa di S. Marco in Roma, in seguito a disordini, abolì il Conservatorio (nel quale egli aveva collocato per qualche anno s. --> Lucia Filippini) e vi eresse la nuova congregazione del D. A. Con decreto del 13.9.1705 prepose al suo governo la romana Caterina --> Comaschi, penitente di don Biagio, e impose l'osservanza di un testo di norme, dal titolo: Costituzioni della ven. congregazione del D. A. e convitto delle spose celesti, sotto l'auspicio della b.M. Vergine Assunta e di s. Francesco di Sales.

Il card. Barbarigo aveva anche affidato alcuni compiti alle sue religiose: catechesi, istruzioni ed esercizi spirituali alle giovani e alle adulte, scuola e assistenza ai bambini e alle fanciulle.

L'insieme di vita contemplativa e attiva restò sempre, anche se ad un certo momento la prima ‑ soprattutto per opera del Morani e della Comaschi ‑ sembrò prevalere sulla seconda.

Dopo la morte del cardinale, il Morani e la Comaschi, spinti dal loro spirito claustrale e anche dalla necessità delle cose, tolsero alla congregazione la primitiva forma, ma non eliminarono mai lo scopo voluto dal fondatore. La Comaschi, con l'approvazione dell'Ordinario, chiese al Papa di passare a vera religione claustrale con la solennità dei tre voti, sotto la Regola di s. Agostino e con le costituzioni assegnate dal card. Barbarigo. La S. C. dei Vescovi e Regolari, il 16.9.1718, rispose affermativamente a mons. Pompilio Bonaventura, successore del Barbarigo nella diocesi di Montefiascone, e il 31.12.1721 introdusse solennemente la clausura, insieme con la Regola di s. Agostino.

Le suore emisero i voti solenni di castità, povertà, obbedienza, esatta vita comune e clausura perpetua. La prima aggiunta che modificò la congregazione fu quella del voto di obbedienza e di povertà al voto di castità e perseveranza voluti dal Barbarigo. La clausura veniva a cambiare la congregazione del Barbarigo e avrebbe anche impedito una parte del fine voluto da lui, se il papa Benedetto XIII non avesse concesso al vescovo la facoltà di poter continuare le opere della vita attiva, con licenza di poter introdurre le donne entro il monastero. L'approvazione pontificia costituiva il monastero sul tipo di quello delle Orsoline di Roma: « ad formam Ursulinarum de Urbe ».

Le costituzioni delle monache del D. A. formavano un grosso volume. Il card. Aldovrandi, durante il suo episcopato, pensò di ridurle « a magior brevità, proprietà e chiarezza ». Il nuovo testo fu stampato nel 1742.

La soppressione degli Ordini religiosi, voluta da Napoleone nel 1810, colpì anche il monastero del D. A. di Montefiascone, e le suore dovettero uscirne. Vi ritornarono 5 anni dopo. Nel 1816, madre Rosalia delle Cinque Piaghe (t 1836), invece di tornare a Montefiascone, ottenne il permesso di fondare a Roma un altro monastero, che fu canonicamente eretto l’8.3.1828 dal card. vicario Placido Zurla, OSB. In seguito furono aperte altre case, tutte autonome: Bracciano (1834), Rieti (1873), Bassano di Sutri (1874), Nazzano (1876). Queste comunità, per circostanze speciali, abbandonarono a poco a poco le strutture monastiche stabilite nelle antiche loro regole, costituendosi in congregazione religiosa di vita attiva. A esse decisero di unirsi anche le monache del monastero di Montefiascone, che avevano nel frattempo sostituito la clausura papale con quella vescovile. La loro decisione (17.1.1917) fu sanzionata dalla S. Sede il 10.4.1918. Il 2.7.1922 ebbe luogo l'approvazione delle nuove costituzioni, aggiornate al nuovo CIC.

L'istituto si è poi diffuso in altre località d'Italia, e recentemente in Perù, dove le religiose lavorano in accordo con gli Agostiniani (OSA), al cui Ordine furono aggregate il 7.8.1906.

Alle religiose del D. A. di Roma si unirono: nel 1913, le Oblate Agostiniane, di Fabbrica di Roma (Viterbo), fondate nel 1740; nel 1921, le religiose del monastero dei Santi Agostino e Rocco, di Caprarola (Viterbo), fondato nel 1611; nel 1924, le religiose del monastero del SS. Redentore, di Montopoli Valdarno (fondato nel 1618), e quelle di La Rotta (Pisa), fondate nel 1895.

Casa generalizia: piazza S. Pancrazio, 11 00152 Roma.

(Informazioni inviate dalla casa generalizia dell'istituto).

C. M. Questa, Vita della... sr. Maria Angela Teresa dell'Incarnazione, chiamata al secolo Giacinta Roselli Romana, Roma 1722; Costituzioni e Regole per le Monache del D. A. approvate dall'Em.mo, e Rev.mo Sig. il Cardinale Pompeo Aldovrandi, Vescovo di Montefiascone, e Corneto, e Pro‑Datario di Nostro Signore, Montefiascone 1742; L. Ravasi, Le monache Passioniste e loro Regole. Storia‑Testi‑Documenti, Roma 1971, p. 8991 (dà un riassunto della storia delle monache del D. A., ed esamina l'influsso delle loro regole su quelle delle Passioniste); StatOrdCongr, p. 78‑9, n, 546; AnnPont 1975, p. 1228.

G. ROCCA, Articolo tratto dal Dizionario degli Istituti di Perfezione, Edizioni Paoline, Vol. III, Roma, Col. 727

 

I fondatori

MARCO ANTONIO BARBARIGO

Cardinale, considerato fondatore delle religiose del --> Divin Amore a Montefiascone, n. a Venezia il 6.3.1640 da nobile famiglia veneziana, m. a Montefiascone il 26.5.1706. A 25 anni fu chiamato a far parte del Gran Consiglio di Venezia; a 30, lasciò la toga per prendere l'abito ecclesiastico. Un anno dopo, celebrò la prima Messa. Dopo aver svolto un po' di ministero nella parrocchia di S. Nicolò dei Mendicoli, fu chiamato a Padova da s. Gregorio Barbarigo, suo parente. Nell'aprile del 1673 fu fatto canonico della cattedrale. A Padova si laureò in diritto civile ed economico. Svolse però la sua principale attività nel dar vita alle scuole della Dottrina Cristiana nelle parrocchie, delle quali fu nominato visitatore e sovraintendente generale.

Il 22.7.1676 morì Clemente X, e s. Gregorio, dovendo andare a Roma per il conclave, vi condusse anche il can. Marco Antonio. Nel frattempo si rese vacante la sede arcivescovile di Corfù, e il nuovo papa Clemente XI, che aveva voluto che s. Gregorio si trattenesse per qualche anno a Roma insieme con Marco Antonio, su proposta dello stesso santo, nominò Marco Antonio arcivescovo di Corfù. Fu consacrato vescovo dallo stesso s. Gregorio nella chiesa di S. Maria in Vallicella il 26.6.1678. Svolse intrepidamente la sua missione pastorale, riformò il clero e fondò il seminario che non esisteva, amò la predicazione, l'attività e la carità che esercitò soprattutto quando, nel 1684, scoppiò la peste nella flotta veneta. Nella quaresima del 1685 si oppose fermamente alle prepotenze del celebre Morosini il Peloponnesiano. Per dirimerne la questione, venne a Roma. Il Senato di Venezia, intanto, gli confiscò i frutti del suo patrimonio. Innocenzo XI gli diede allora un appartamento nel palazzo della Cancelleria Apostolica e premiò la sua rettitudine e fortezza con la nomina a cardinale il 2.9.1686. Il B. rimase ancora un anno a Roma lavorando come membro nelle Sacre Congregazioni del Concilio, di Propaganda e dei Vescovi e Regolari.

Nell'ottobre del 1687 fu nominato vescovo di Montefiascone e Corneto (Tarquinia), e il 20 dello stesso mese fece l'ingresso nella nuova sede. Le condizioni della diocesi non erano incoraggianti e il clero non era all'altezza della sua missione. Dopo essersi reso conto della situazione, egli intraprese subito una opera di riforma. Bisognava iniziare dalla vita del clero, e a questo egli dedicò ogni cura. Le prescrizioni del Concilio di Trento vennero da lui salutarmente attuate, e le completò col sinodo diocesano, che convocò due volte, formulando disposizioni a vantaggio del clero e del popolo. Cercò così di ristabilire in parte la disciplina ecclesiastica nella sua diocesi. Pensando anche al futuro, rinnovò a proprie spese, e con molte fatiche e sacrifici, il seminario di Montefiascone, che secondo i suoi disegni, non doveva soltanto accogliere i chierici che si preparavano al sacerdozio, ma anche, come convittori, giovani di buona famiglia, « ... acciò in compagnia dei primi apprendessero il modo di vivere cristianamente in mezzo alle corruttele del secolo ».

Per la riforma morale della diocesi, dispose che in tutti i paesi della diocesi venissero predicate le missioni, e in ogni parrocchia istituì le scuole della dottrina cristiana. A tale scopo stabilì a Montefiascone due opere: l'istituto delle Maestre Pie (fondate da Rosa --> Venerini), perché avessero cura delle scuole nei paesi della diocesi a favore della gioventù femminile, con a capo s. ‑ Lucia Filippini, e la congregazione del Divino Amore, avente le stesse finalità delle Maestre Pie e in più la pratica della perfezione religiosa per quelle donne che avessero voluto abbracciarla.

Morì in concetto di santità. È in corso il processo di beatificazione.

G. Marangoni, Vita del card. M. B., Montefiascone 1930; A. Zerbini, Cultura e umanesimo nell'Alto Lazio, Roma 1955; G. F. Torcellan, s.v., in DizBiogrltal 6 (1964) 73‑5. Per i rapporti del B. con Resa Venerini, fondatrice delle Maestre Pie, cf: Anon., Le origini delle « Maestre Pie », in CivCatt, anni 1925 e 1926.

G. ROCCA, Articolo tratto dal Dizionario degli Istituti di Perfezione, Edizioni Paoline, Vol. I, Roma, Col. 1040
 

BIAGIO MORALI

Sacerdote, considerato confondatore delle religiose del ‑‑>Divin Amore (sorte a Montefiascone e attualmente con casa generalizia a Roma), n. a Mercatello (Pesaro) il 25.7. 1665 da Francesco e Leonora Bini, nobili benestanti, m. a Montefiascone (Viterbo) il 27.5.1716.

A 18 anni passò nella città di Urbino, ove completò gli studi e conseguì la licenza in diritto civile e canonico. I1 31.3.1691 fu ordinato sacerdote. Desideroso di darsi al servizio di Dio, lasciò gli agi della famiglia e si stabilì a Roma, dove fu per qualche tempo prefetto nel Collegio Capranica, viceparroco nella chiesa di S. Salvatore delle Coppelle, e prete sacrista nella basilica di S. Marco. Contrasse intima amicizia con don Giovanni Marangoni (1672‑1753), scrittore di cose ascetiche ma noto soprattutto come archeologo, che sarà il suo biografo. A S. Marco il M. conobbe il card. Marcantonio ‑‑>Barbarigo, che lo scelse come suo consigliere e confessore. Nel 1705 il Barbarigo, che era Ordinario di Montefiascone, manifestò al M. le difficoltà in cui si trovava per dare una sistemazione alla fondazione delle ‑‑> Maestre Pie di Montefiascone, allora dirette da ‑‑> Lucia Filippini, che egli aveva cercato di unire al locale monastero di S. Chiara. Per superare le difficoltà, il M. mandò a Montefiascone Caterina ‑‑>Comaschi e, nello stesso anno, vi si trasferì egli stesso. Per vincere i dissensi che ancora permanevano, il Barbarigo e il M. diedero vita a una nuova istituzione, che prese il nome di « Congregazione del Divino Amore e convitto dello Sposo celeste». Le Maestre Pie dovevano far parte di questa istituzione in posizione subordinata. Ritenendo che l'attività di insegnamento svolta dalle ‑Maestre ne venisse danneggiata, Lucia Filippini non aderì al progetto del M. e rese autonoma la sua scuola, non legandola a vincoli monastici. Il 1‑1. allora trasformò la casa di S. Chiara, secondo le proprie inclinazioni, in vero monastero di clausura, cui fu annessa sempre una scuola, conservando la denominazione di « Divin Amore ». Su questo modello vennero fondate altre case, autonome e con clausura monastica, con annessa scuola. Lo stesso Marangoni ne fondò due simili, una ad Anagni (Frosinone) e una a Segni (Roma). Col tempo queste case persero il carattere di monastero, si unirono e si trasformarono nell'attuale congregazione religiosa del Divin Amore, che riconosce il M. come proprio confondatore.

G. Marangoni, Vita del servo di Dio don B. M., Montefiascone 1763. Si potranno trovare altri particolari nella Positio super virtutibus di Rosa Venerini (che iniziò le scuole delle Maestre Pie a Montefiascone), pubblicata a Roma nel 1945 a cura della S. C. dei Riti.

G. ROCCA, Articolo tratto dal Dizionario degli Istituti di Perfezione, Edizioni Paoline, Vol. VI, Roma, Col. 142

 

 

Decretum Aggregationis 7.VIII.1906

 

Denominazione Suore Agostiniane del Divino Amore
Denominazione comune
Denominazione ufficiale Suore Agostiniane del Divino Amore
Sigla ADA
Categoria Ordine/congregazione affiliato
Ordine di riferimento Ordine di Sant'Agostino
Tipologia Istituto femminile