La tavola costituisce il pannello centrale di un più ampio complesso decorativo, commissionato nel 1513 per l’altare maggiore della chiesa di Sant’Agostino a Cesena e smontato durante le ristrutturazioni tardosettecentesche della chiesa: ne facevano parte la predella con le Storie di sant’Agostino (parzialmente pervenuta a Brera ma ceduta a privati), una cimasa con l’Annunciazione (ancora nella collocazione originale) e due figure di beati agostiniani (oggi perdute).
Il polittico fu realizzato fra il 1516 e il 1518, in una fase già matura della multiforme attività di questo artista, che fu pittore e architetto e che nei suoi precoci contatti con l’ambiente romano dei primi anni del secolo assimilò il linguaggio classico dei maestri che vi operavano, fra tutti Raffaello e Michelangelo; su queste premesse egli formulò uno stile bizzarro ed eccentrico che ne fece uno dei più illustri rappresentanti della cultura manierista.