Introduzione
Dopo quasi un secolo “L’estasi di Sant’Agostino” è tornata a Udine. Acquistata dagli antiquari Giorgio ed Ernesto Copetti da un privato in Veneto, la pala è esposta nell’omonima galleria in via Paolo Sarpi. Si tratta di uno dei capolavori della pittura del Seicento in Friuli dipinto da Antonio Carneo (Concordia Sagittaria 1637 - Portogruaro 1692) per il convento di Sant’Agostino, soppresso nel 1810. Venduto ai privati, l’immobile, nel 1836, passò al Comune che lo adibì a caserma, oggi caserma di Prampero.
Della pala d’altare si erano perse le tracce, l’unico ad averla vista, negli anni Venti, «...arrotolata presso un antiquario a Udine» fu uno dei primi studiosi di Carneo, Benno Geiger: era pronta per partire verso l’Ungheria. Probabilmente dall’Ungheria rientrò in Veneto dove, nei mesi scorsi, è stata recuperata dagli antiquari udinesi.
A Udine, il primo a notare la pala nella galleria di via Paolo Sarpi, è stato lostorico e critico d’arte Gilberto Ganzer: «Ho capito subito che si trattava della pala segnalata da Geiger» rivela lo studioso che non ha mancato di studiarla per redigere la prima scheda della pala “scomparsa”.
«Quest’opera fondamentale per il percorso artistico del Carneo era “trasmigrata” dalla struttura conventuale delle Mantellate ora Caserma di Prampero. Il “Collegio” e la stessa chiesa erano dedicate a Sant’Agostino - [carneo11] scrive Ganzer - ed aveva avuto principio alla metà del XV secolo grazie alla Beata Elena Valentinis che con la sorella Perfetta lo aveva fondato. La Chiesa era stata rifabbricata nel 1664 in Borgo Pracchiuso ed il Collegio godeva della protezione della città che destinava al suo governo tre nobili per sindaco e provveditori. Rilevante è poi il richiamo alla figura femminile orante dal bianco velo vedovile, la Beata Elena Valentinis, accompagnata da un Santo di recente canonizzazione: San Giovanni Nepomuceno, che era vissuto poco prima della Beata e il culto del quale si diffonderà presto anche nella regione friulana... La figura della Beata non è da confondersi con quella di Santa Monica, madre di Sant’Agostino e con lui spesso ritratta, in quanto anche per l’aspetto giovanile della Beata contrasterebbe con l’iconografia ben nota al pittore o al committente della Santa».