Quello urbinate è uno dei più precoci cantieri dell’Ordine agostiniano. Le notizie più antiche sull’esistenza di una comunità agostiniana a Urbino datano al 1275.
Consacrata la chiesa nel 1292, il convento urbinate conta un’ulteriore menzione documentaria nel 1358. Le relazioni del 1650 riferiscono che la chiesa era intitolata a san Lorenzo, mentre incerta resta l’epoca della dedicazione a sant’Agostino. Dopo una prima soppressione nel 1652, all’inizio del XVIII secolo passò ai canonici regolari di San Salvatore. Nuovamente soppresso nel 1850, il convento fu adibito a orfanotrofio; nel 1973 fu infine interamente rielaborato, su progetto dell’architetto Giancarlo De Carlo, per accogliere l’attuale facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo urbinate.
La chiesa, di notevoli proporzioni, presenta nella muratura in laterizi tracce della sua fase medievale. Il suo singolare orientamento fu sicuramente concepito in rapporto all’asse viario principale, l’odierna via Saffi, che corre lungo il fianco settentrionale: in termini di qualificazione architettonica, questo fianco presenta una lavorazione assai più accurata se paragonato a quella che dovrebbe essere la vera e propria facciata principale, prospiciente la stretta via di Sant’Agostino. A parte i due finestroni settecenteschi, è ancora leggibile una grande apertura tamponata inscritta in una cornice di conci di pietra alternati a tre corsi di mattoni, conclusa in alto da un sottile cordolo in cotto, che potrebbe essere un originario portale. L’archeggiatura pensile ad archetti intrecciati, ritmata dalla teoria di semicolonnine, potrebbe, al pari di alcuni tratti della muratura, essere riferita alla fase medievale della fabbrica.
All’interno la chiesa mostra forme settecentesche; l’impianto adottato è ad aula unica voltata a botte ribassata e cinghiata, con le cinghie che impostano su lisce paraste tuscaniche laterali sormontate da una trabeazione neoclassica. Nel XVIII secolo il convento, con il passaggio di proprietà dagli Agostiniani ai Regolari di San Salvatore subì radicali rimaneggiamenti, in particolare una nuova copertura a volta al di sotto dell’originaria a capriate, un abbassamento del piano di calpestio e, soprattutto, una profonda modifica del presbiterio. Infatti, anche a Urbino il presbiterio aveva terminazione rettilinea: si operò dunque un’incamiciatura dell’invaso spaziale ridisegnato dagli archi a sesto ribassato che oggi scandiscono il sistema di copertura della volta.
Da notare, tra le opere d’arte presenti nella chiesa, un affresco datato 1504, rappresentante la Madonna del Soccorso e attribuito a Timoteo della Vite e aiuti, soggetto molto diffuso in ambito agostiniano; inoltre due tele di Claudio Ridolfi (1570-1644) che raffigurano una Maddalena orante ed un San Francesco in adorazione del Crocifisso. Per una grande campana in Sant’Agostino è stata infine proposta un’ipotesi di attribuzione a Francesco di Giorgio Martini.
Paolo Cruciani


