La località di San Pietro in Campo è posta a circa un chilometro e mezzo da Fossombrone in direzione nord/nord-ovest e coincide con San Pietro in Tambis come documenta la cartina annessa alle Rationes confrontata con le carte topografiche del 1863 e 1851 dove i due luoghi coincidono come posizione, nonché il Venarecci (1903) quando afferma che «un romitorio era presso la chiesa di San Pietro in Tectis, e più tardi in Campis, eretta ai piedi della Cesana, a nord di Fossombrone, di cui il più antico ricordo che io conosca è quello che si ha in una pergamena della Classense di Ravenna del 1214». Lo ritroviamo, quasi certamente, nel 1290, allorché «dom.nus Francus prior heremi S. Petri in Tectis de Monte Piloso» (in diocesi di Fossombrone) versa come seconda rata 54 soldi e 5 denari. Per il 1299 viene pagata «a dom.no Frederico rectore ecclesie s. Donati pro priore S. Petri in Tecto» la decima di 39 soldi. L’Herrera, infine, parla nel 1491 di un «conventus S. Petri de Tumbis sive in Tambis», annesso a quello di Fossombrone, località che non si può identificare con il «castrum Tumbe Montis Pilosi» appartenente a Pesaro citata dal Theiner. Il riferimento alla Biblioteca Classense in Apollinare del Venarecci non è facilmente controllabile, ma egli testimonia del fatto che la più antica denominazione del romitorio (non sappiamo però se agostiniano o meno) era in Tectis. In seguito troviamo in Tumbis che si alterna con l’altra in Tambis, nel significato, rispettivamente di buca-fosso e tumulo-rialzo. Per Cicconi, che in una controversia del 1280 tra il Comune di Cingoli e i frati del convento «Sancti Bonfilii et Sancte Marie de Fara ordinis Sancti Benedicti et fratris Silvestri» traduce tumba come area, curia o meglio zona disboscata, il passaggio al successivo in Campis è consequenziale. Riguardo alla fondazione non emergono dati rilevanti dalla Relazione del 1650 tranne il riferimento a un’iscrizione del 1460 apposta «sopra la porta di una chiesa». Nel 1510 vi fu confermato priore san Pietro Arcangelo da Fossombrone.
Anche sull’antica configurazione i dati offerti dalla medesima fonte sono piuttosto scarsi: «Il convento unito alla chiesa ha di sotto tre stanze e cinque di sopra con la palombara di fabrica antica». Fu soppresso nel 1652, dice Cicconi con riferimento al van Luijk, che però lo identifica con San Lorenzo in Campo.
Tiziana Marozzi