S. Agostino

Convento S. Agostino

Nome di fondazione S. Maria Maddalena - San Ginesio (MC) Italia

Ordine di Sant'Agostino

Scheda di approfondimento

San Ginesio: «Si edificò parimente con grande spesa un bel tempio a S. Maria Maddalena, che di fertilissimi poteri fu dotato e da Padri Heremitani di S. Agostino che al presente vi stanziano, talmente di rendite aumentato che vita lauta minar possono, come fanno, si che verso poveri assai prontamente usano liberalità ed ogni solito ornamento alla chiesa necessario ben provvedono». Nell'originale in latino la chiesa di Santa Maria Maddalena viene ricordata subito dopo quella di San Pietro, che s’iniziò a costruire nel 1050 e fu completata nel 1230, anno in cui il Salvi data la fondazione agostiniana che ritiene già esistente nell’ultimo quarto del secolo XIII «trovandosene memoria negli antichi protocolli e fra gli altri mi ricordo farsene menzione nel testamento di Francesco Jonta nel 1279 esistente nell’archivio della Collegiata». Egli aggiunge, inoltre, che «a levante del nostro convento ancora esistono le mura del noviziato antico, o si crede avesse stanza il Taumaturgo S. Nicola da Tolentino» e ricorda un affresco rappresentante la Madonna che allata il Bambino, che Bittarelli ascrive al secolo XV. Insostenibile la datazione proposta nella Relazione del 1650 che indica come termine ante quem il 1377 in riferimento al noto episodio riportato nel Quadro di sant'Andrea di Ulisse da Siena, da cui si desume la configurazione trecentesca del complesso agostiniano. Dalla medesima fonte risulta che la rendita fondiaria del convento era piuttosto elevata per il possesso di ben 187 ettari di terreno. Nel 1793 vi dimoravano undici religiosi ma dopo le soppressioni fu definitivamente chiuso nel 1863. L’antica chiesa, posta nel luogo che tuttora occupa e che allora si denominava «contrada Burgi Riparum», fu consacrata l’11 giugno 1516 con l’indulgenza di quaranta giorni in perpetuo ai fedeli che la visitassero «in festo divi Barnabe... quoque anno». Il Gualtieri (1592) afferma che essa era «perpulchra» e anche «aedibus ortisque splendide instructa», giudizio contraddetto dal Benigni, il quale riferisce che nessun altro autore «le ha fatto questo elogio, anzi, se è quella stessa, come deve essere, che fu demolita ai nostri giorni non poteva neppur dugent’anni addietro meritar questo superlativo» se non dopo la ristrutturazione della chiesa del 1726 ricostruita su disegno dello svizzero Carl’Antonio Sassi. Vi pose la prima pietra padre Fulgenzio Rossi di Penna San Giovanni. 
Nella configurazione attuale la chiesa si presenta a nave unica con abside poligonale, la quale conobbe una serie di modifiche a partire dal Quattrocento e ancora, poi, nel primo quarto del Seicento. Appare, pertanto, significativa la Relazione del 1650 che pur non fornendo specifiche informazioni circa la zona presbiteriale, così descrive la chiesa: «[...] non è fatta a volta ma sibbene sostenuta da trave. [...] È di strottura alla moderna e si cominciò a ridursi a tal forma l’anno del Signore 1616 e per quanto fin ora si è fabricato con il sopravanzo delle entrate ha stanze habitabili nel dormitorio n. 19 fra grandi e piccoli, tra le quali vi sono tre salette e tre studioli et una camera oscura et una per la libraria et anco una stanza che serve per granaro non essendo per ancora fatto il nuovo». La serie d’interventi citati, di per sé, non autorizza, come si vorrebbe, a negare la pertinenza della conclusione absidale alla prima fabbrica eremitana che anzi, secondo gli studiosi locali, si conformerebbe alla soluzione adottata nel vicino San Francesco. Credo tuttavia che debba indurre una maggiore cautela ad assegnare tout court il manufatto al primo Trecento. Il 3 settembre 1615, come si dice nella medesima Relazione, il convento fu interamente rifatto su disegno del ginesino Girolamo Casino in alcuni parti rettificato da padre Nicola Giovannetti di Sant’Angelo in Pontano, Generale dell’Ordine. Conserva il chiostro seicentesco affrescato con il pozzo di San Nicola con soprastante nicchia in cui era collocata la statua del santo di fattura romanica. Ha ospitato vari Capitoli provinciali nel 1472, nel 1547, nel 1555, nel 1628, nel 1665, nel 1721 e nel 1726. Ha avuto sette Provinciali: Antonio da San Ginesio dal 1459 al 1461, Andrea da San Ginesio dal 1481 al 1484, Alessandro da San Ginesio, nel 1498, Cruciano da San Ginesio nel 1543, Andrea Vincenzi nel 1567, Alessandro Malpiedi nel 1673, Carlo Ricci nel 1681. Attualmente il convento è sede scolastica, la chiesa è utilizzata come auditorium. 
Si segnala l’organo di Giuseppe Attili di Ortezzano: ricostruito nel 1726, con reimpiego di materiali di uno strumento cinquecentesco di autore anonimo, è posto in presbiterio, in una cantoria lignea in cornu Evangelii sorretta da mensole, con parapetto mistilineo corniciato e dipinto, ornato da intagli dorati.

Tiziana Marozzi

Insediamento
Denominazione S. Agostino
Denominazione alla fondazione S. Maria Maddalena
Varianti
Tipologia Convento
Categoria
Condizioni
Stato possesso
Monastero femminile No
Sito web
Email
Complesso conventuale
Denominazione
Denominazione alla fondazione
Varianti
Tipologia
Edificio di culto
Denominazione
Denominazione alla fondazione
Varianti
Titolo
Dipendenza
Denominazione
Denominazione alla fondazione
Varianti
Tipologia
Titolo