Il terminus ante quem per quanto riguarda le origini di questo insediamento è il 1468, anno della sua prima menzione documentaria. Fu soppresso da Innocenzo X nel 1652, e affidato a partire dal 1707 agli Agostiniani Scalzi, che vi si trovano tuttora. In una memoria scritta da un anonimo converso, risalente al 1725-1728, si afferma infatti che gli Agostiniani presero possesso della chiesa e del convento, in condizioni assai fatiscenti, nel giugno 1707 iniziandovi ragguardevoli lavori di riattamento.
La chiesa presenta forme architettoniche settecentesche. La facciata è a capanna semplice e bipartita da una trabeazione aggettante; il portale è decorato nel timpano con volute. Il campanile, monoforo e diviso in cinque ordini da cornici aggettanti e posto sul lato sinistro della facciata, non presenta la cuspide tipica delle chiese agostiniane; appendici cuspidate si trovano invece agli apici della facciata stessa.
La maggior parte delle fasi datate riguarda il Settecento, dopo l’affidamento agli Scalzi; tra il 1707 ell 1725 furono costruiti parte di non meglio specificati ambienti monastici, nonché la copertura e la pavimentazione della chiesa. I lavori di risistemazione furono ultimati nel 1735 con il contributo economico di un privato, Giovan Battista Manilio Urbani, discendente di un altro benefattore della chiesa, Lattanzio Urbani, che vi aveva fatto erigere la cappella del Santissimo Crocifisso.
Paolo Cruciani


