Convento S. Maria del Buon Consiglio
Genazzano (RM) Italia
Ordine di Sant'Agostino
- Roma, Wednesday, July 16, 2014 12:43 AM
- ·Segreteria
- ·Insediamenti
Il convento intramurario appartiene ai frati dal 1356; ricostruito nel XV secolo e di nuovo ab imis da Nicola Fagioli, collaboratore di Vanvitelli, tra il 1774 e il 1777.
Denominazione | S. Maria del Buon Consiglio |
Denominazione alla fondazione | |
Varianti | |
Tipologia | Convento |
Categoria | |
Condizioni | |
Stato possesso | |
Monastero femminile | No |
Sito web | |
Collocazione | |
Indirizzo | |
Cap e Città | 00032 Genazzano (RM) |
Diocesi | |
Nazione | Italia |
Coordinate GPS |
Datazione erezione | 1356 |
Fondazione agostiniana | No |
Ordine di fondazione | Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino |
Circoscrizione di fondazione | |
Altro ente di fondazione | |
Datazione fondazione agostiniana | |
Datazione chiusura | |
Motivo chiusura |
Attuale presenza agostiniana | Sì |
Ordine | Ordine di Sant'Agostino |
Circoscrizione | |
Altro ente presente |
Nome riferimento | |
Indirizzo | |
Cap e Città | (RM) |
Nazione | |
Telefono | |
Fax | |
Cellulare | |
Sito web | |
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A. M. De Orgio, Istoriche notizie della prodigiosa apparizione dell’Immagine di Maria Santissima del Buon Consiglio nella Chiesa de’ Padri Agostiniani di Genazzano, Roma 1748
G. Senni, Memorie di Genazzano e de’ vicini paesi, Roma 1838
R. Buonanno, Della immagine di Maria Ss.ma del Buon Consiglio che si venera in Genazzano, Napoli 1880
D. A. Perini, Genazzano e suo territorio, Roma 1924 (rist. anast. 1993)
A. Addeo, Apparitionis imaginis Beatae Mariae Virginis a Bono Consilio documenta, Città del Vaticano 1947
La Madonna del Buon Consiglio di Genazzano portata da mano angelica, a cura di Franca Fedeli Bernardini, Roma [2000]
P. Piacentini - Piero Scatizzi, Le pergamene dell’Archivio del convento di S. Maria del Buon Consiglio di Genazzano (1317-1431), in “Analecta Augustiniana”, 71 (2008), pp. 203-265
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Tipologia |
L’edificio medievale della Chiesa si può vedere nella facciata su Corso cardinali Vannutelli. La chiesa risulta essere presente tra i primi documenti notarili del 1277. Guardando con attenzione la parete di Corso cardinali Vannutelli non si può non notare la struttura del portale, le monofore, il rosone che indicano l’esatta posizione dell’antica chiesa. Dal 1356, ovvero dall’arrivo dei frati Agostiniani, la chiesa ebbe continui interventi di miglioramento e di recupero. La generosità della terziaria Petruccia permise di portare a buon punto i lavori, però i lavori non furono terminati. Soltanto il 25 aprile 1467, all’arrivo della Santa Immagine, sarà l’occasione per riprendere i lavori interrotti. Come prima cosa si chiederà allo scultore e architetto, grande artista Adrea Bregno (maestro d’indiscusse capacità e fama nella Roma del tempo) a realizzare il portale d’ingresso alla chiesa.
Vista la enorme curiosità suscitata dall’apparizione della Santa Immagine diversi artisti vollero contribuire a rendere solenne il luogo dove la Vergine era apparsa e contemporaneamente al Bregno un altro grande dell’arte del ‘400 Italiano, Mino da Fiesole, realizza per il chiesa di Genazzano la splendida Madonna marmorea, oggi posta prospetticamente sopra il fonte battesimale.
Negli a venire il susseguirsi di buone intenzioni e di splendide opere d’arte impongono di fermare la caotica crescita della Chiesa di Santa Maria e nel 1621, l’ordine Agostiniano autorizza i lavori di riedificazione e ingrandimento della Chiesa e dell’annesso convento che viene descritta “deforme et mal ordinata es senza alcun lume” . I lavori videro inizio in quegli anni, ma terminarono oltre un secolo dopo, i vari progetti vennero eseguiti di volta in volta con cura e ragione. Furono abbattute le cappelle sorte senza una vera progettazione generale, per la prima volta in Genazzano (e nello stato pontificio) si passava dal progettare una chiesa “Est-posta” ad una chiesa “Nord-posta” per sfruttare meglio la dimensione ampia verso la piazza antistante. Dalla navata principale si provvide a realizzare tre navate avendo cura a non toccare l’altare della Madonna e l’altare del Crocifisso. La cripta sottostante l’attuale Basilica venne in parte sacrificata per realizzare le opere di spinta primaria delle colonne superiori. Nei 40 anni che passarono fino al 1667 furono inoltre realizzati il nuovo campanile (quello attualmente esistente) e iniziarono i primi lavori di costruzione del contiguo convento di tre piani. Il convento era destinato a restare incompiuto almeno fintanto che il Priore Generale dell’Ordine Agostiniano, Francesco Saverio Vasquez, non diede un impulso concreto ai lavori. Infatti la struttura solenne e aggraziata che dell’esterno non consente di immaginare la piacevolezza di spazi interni ricchi e luminosi è una realizzazione Vanvitelliana. Il pregiato architetto Nicola Fagioli nella realizzazione del Convento avrà cura di realizzare solide strutture che nel 1900 verranno ancora ampliate grazie alla generosità di Papa Leone XIII.
Al piano terra troviamo il Museo, realizzato nella concezione attuale in occasione del II° Centenario, nel 1974, della nascita del Beato Stefano Bellesini.
Nel primo corridoio troviamo una notevole statua di San Giovanni Battista di Andrea Bregno, e tele di vari autori, nonché gli affreschi staccati dalla cantoria del coro all’inizio del 1900 per fare posto al magnifico organo.
Nella galleria centrale, con ballatoio semicircolare troviamo quadri che furono donati al Santuario da Leone XIII e da molti altri. Percorrendo il corridoio è possibile ammirare le splendide “pianete” datate XVI e XVII secolo, dono della famiglie nobili alla Vergine del Buon Consiglio per le occasioni importanti di Matrimoni e/o grazie. Nei grandi quadri è possibile ammirare parte delle tante testimonianze di gratitudine espresse alla Vergine Madre del Buon Consiglio “PGR – Per Grazia Ricevuta”. A metà della stesso corridoio è possibile visitare la sala oggetti ricordo, dove trovare le più belle riproduzioni della Santissima Immagine.
In fondo alla galleria centrale finale si trovano a sinistra i servizi, e a destra la campanina del 1424 che il giorno del 25 aprile annunciò a tutti che qualcosa di speciale stava accadendo. Inoltre è possibile visitare il refettorio antico che raccoglie e assomma gli interventi settecenteschi dei maestri mobilieri Raffaele Gonnella e Figlio, nonché lo splendido affresco di Taddeo Conza raffigurante la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Questo ultimo, è decisamente rilevante ai fini della corretta datazione e storiografia dei fatti avvenuti nella costruzione del “cenacolo agostiniano” a Roma. Infatti la sala del refettorio pensata dal Vanvitelli si ispirerà proprio a questo refettorio e ne copierà impianto e affresco.
Tornando indietro, verso il San Giovanni del Bregno, dirigendosi verso la statua della Vergine, sulla destra vi sono le scale d’accesso alle stanze del Beato Stefano Bellesini. Vedendo la stanza ove il Beato Stefano morì non si può non pensare al nobile esempio di questo sacerdote Agostiniano che perse la vita al servizio dei suo fratelli per ritrovarla presso Dio.
I due piani superiori ospitano le stanze private dei frati, la cucina, gli appartamenti delle suore, la Biblioteca Vasqueziana. Nel 1900 l’aggiunta di un quarto piano servì da spazio destinato agli orfani. Dal 1960 l’intero piano non assolve più alla funzione iniziale, oggi è a disposizione dei religiosi per le iniziative più diverse. Un progetto della Comunità è quello di realizzare un piccolo spazio di accoglienza e preghiere per 10/15 persone, ma questo è qualcosa che verrà se la Madre del Buon Consiglio ci aiuterà in questo progetto.
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L’attuale chiesa fu riedificata ed ampliata tra il 1621 – 1629.
La decorazione dei marmi, l’ampio respiro delle arcate, la volta centrale rivestita di stucchi dorati, la luce penetrante e viva danno all’insieme maestosità e armonia.
La balaustra, donata al Santuario dai Padri Agostiniani Irlandesi (1954), è opera del Bernini o della sua scuola.
L’altare maggiore è ricco di marmi preziosi. Gli affreschi del presbiterio, sono del Monti e del Piatti (1880-82).
Il coro, in noce massiccio, è di Raffaele Gonnella e figlio (1777).
Il pulpito in marmi pregiati (1631); la scala di accesso, monoblocco marmoreo, è del 1928.
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