Tra le non abbondanti notizie che possediamo circa le origini di questo insediamento, alcune hanno scarso valore storico. Dedicata prima a santa Maria Maddalena, la chiesa è documentata a partire dal 1245; il cenobio è poi menzionato nel registro provinciale dell’Ordine nel 1389. Fu soppresso nel 1867 e definitivamente chiuso nel 1873. Alle dipendenze del convento era un piccolo eremo dedicato a san Bartolomeo e popolarmente detto «di Varano» o «L’Eremita», che secondo tradizione fu il primo insediamento agostiniano nel Camerte, da cui i frati si trasferirono in città. Quest’eremo si trovava a nord della Rocca Varano, in un luogo che ancora oggi appare impervio e di arduo raggiungimento. Già privo di frati nel 1426 l’eremo, benché diruto (e tale fu il suo stato sin dal 1582), continuò fino al Settecento a essere assistito dai frati di Sant’Agostino.
Le relazioni del 1650 contengono anche una breve descrizione del complesso conventuale: l’edificio ecclesiastico possedeva un impianto a navata unica con coro e attigua sacrestia, mentre il convento si sviluppava attorno a due chiostri, il maggiore con tre lati loggiati e il minore con un solo loggiato, con al di sopra gli ambienti monastici.
La chiesa non è più esistente, mentre il convento fu riattato e trasformato in ospedale, funzione che ha mantenuto sino a pochi anni fa; della chiesa non resta che il profilo di un portale, leggermente strombato a tutto sesto con archivolto decorato a motivi intrecciati poggiante su mensole. Questo importante elemento architettonico si trovava murato e parzialmente sovrapposto a un’altra apertura a tutto sesto, che si apriva decentrata al di sotto della mensola di destra. Oltre al portale, in seguito inglobato in un muro all’interno della chiesa dell’Annunziata, dell’antico edificio resta l’abside in arenaria, di recente riscoperta, nascosta sotto un’intercapedine nell’ex pronto-soccorso.
Questi resti della chiesa sono databili al XIV secolo; si hanno notizie di successivi interventi, cronologicamente collocati nella seconda metà del Trecento e nel Quattrocento. La chiesa fu consacrata una seconda volta nel 1447, evidentemente dopo un radicale intervento ricostruttivo: infatti nel 1406 erano stati riparati il tetto e il campanile, nel 1423 fu costruito un nuovo altare. Dopo la riconsacrazione si ha testimonianza di un ulteriore intervento al campanile, effettuato nel 1463, e della costruzione di una nuova cappella nel 1484. Al 1645 risale invece la facciata sul chiostro, che è una restituzione moderna realizzata in occasione della costruzione degli ambienti dell’ospedale che fino a pochi anni fa occupava l’area dell’antico cenobio. Attualmente in fase di ristrutturazione, le strutture da ex ospedale (trasferito fuori città) saranno adibite a laboratori universitari.
Per la chiesa di Sant'Agostino furono dipinti due affreschi, generalmente riferiti al pittore camerinese quattrocentesco Girolamo di Giovanni, che costituiscono due delle opere più significative della cosiddetta «Scuola Camerunese» del XV secolo: si tratta di una Madonna con Bambino e i santi Nicola da Tolentino, Antonio Abate e due donatori in piccole dimensioni (datato 1449) e una Madonna con Bambino e i santi Gerolamo, Giovanni Battista, Agostino, Venanzio e il donatore Melchiorre Bandini (datato ante 1473, data di morte del committente), oggi collocati nella Pinacoteca civica nell’ex convento di San Domenico. Si ha notizia di un altare disegnato, circa nel 1766, dall’architetto romano Filippo Marchionni su commissione della famiglia Bandini di Fiastra, che ne aveva lo juspatronato, del quale oggi non si ha più traccia.
Paolo Cruciani


