Il termine ante quem per la data di costruzione è il pontificato di Bonifacio IX eletto il 2 novembre 1389 (Herrera), così come il nome del committente è indicato sulla lapide, in caratteri gotici trecenteschi, posta sulla parete sinistra della chiesa, datata 1491: «... PIETAS DOMINIC[I] JOHANNIS JACOBI DE MONTEMONACHO CUIUS ANIMA REQUIESCAT IN PACE. AMEN PONTIFICCRUS P.P. BONIFACII ANNO II».
Dalla Relazione del 1650 non emergono dati rilevanti sulla data e sul nome del fondatore.
Si presenta a nave unica con copertura a tetto, non in asse anche per l’aggiunta di una corte a destra su cui si è sviluppata un’abitazione privata, e con terminazione absidale semicircolare. Rimane l’abside gotica e una leggiadra finestra ogivale dietro l’altare maggiore. Era dotata in origine di tre altari intitolati a san Carlo Borromeo, alla beata Concezione e a san Francesco di Paola. Attualmente vi è un solo altare, l’altare maggiore, dove era sistemata la pregevole tela della Madonna del Soccorso firmata nel 1522 dall’amandolese Giulio Vergari. Conserva anche un altro dipinto rappresentante l’Immacolata firmato nel 15 90 da Tobias Cicchirius Aquilanus, il quale fu commissionato dal nobile Camillo Garulli, figlio del duce Domenico, che prese parte alla battaglia di Lepanto quale comandante di una galea veneta.
Annesso alla chiesa era il convento, che si sviluppava a sinistra come documenta l’arco trecentesco tamponato sulla corrispondente parete della chiesa. Fu soppresso nel 1652.
Tiziana Marozzi


