Gli Eremitani di Sant’Agostino, che si erano in origine insediati extra moenia, verso la metà del Duecento, per concessione dell’arcivescovo Gerardo (1250-1272) e col consenso del Capitolo fermano, senza alcun onere si inurbarono presso la chiesa di San Giovanni Battista, detta poi di Sant’Agostino. Invero dalla Relazione del 1650 si desume un’improbabile data di fondazione riconducibile al 1390, epoca largamente al di fuori dell’episcopato di Gerardo.
Nel 1793 la famiglia religiosa era costituita da sette componenti. Con la soppressione avvenuta sotto il Regno Italico (1810) i beni furono demaniati. Il Comune ha trasformato il convento in sede scolastica e abitazioni popolari, mentre la chiesa è officiata saltuariamente.
Il campanile con monofora e archetti pensili, è l’unico lacerto di medievale memoria. Stilisticamente la chiesa, con tre altari, esibisce forme neoclassiche evidenti anche nella facciata ripartita in due ordini movimentati da nicchie; sul fianco destro si distende il complesso conventuale ricostruito sul finire del secolo XVIII, con cortile e porticato al piano terra, corridoi e stanze al piano superiore. Si segnalano l’organo del Callido, nonché una Divina Pastora, la statua di san Nicola e la tela effigiante i Santi Antonio, Agostino e Giovanni Battista collocata nella soffitta del palazzo Municipale. Negli atti del 1638 sull’altare maggiore era documentato un dipinto con i santi Monica e Nicola da Tolentino.
Maria Di Chiara


