Una presenza a Giovinazzo di comunità monastica con la regola di S. Agostino, probabilmente di Canonici, risale al X-XI secolo. La chiesa si chiamava S. Agostino vecchio. Chiesa e convento furono abbattuti nel 1460 per motivi difensivi, in quanto erano vicino alle mura. Secondo gli storici sembra che quei monaci, diventati nel frattempo eremiti dell’Ordine di S. Agostino, si siano trasferiti in città in un convento chiamato S. Agostino della Pescara. Ma anche questo appena 70 anni dopo (1529) fu abbattuto dal principe di Melfi, Giambattista Caracciolo, il quale compì una sistematica distruzione della città di Giovinazzo. Nell’Archivio della Cattedrale si conserva la Bolla di papa Pio V, del 21 maggio 1566, con cui, dopo quella distruzione, la Chiesa riprese l’antico nome di S. Giacomo della Pescara e affidata al beneficio dell’Arcidiacono. Intanto gli Agostiniani si stabilirono sulle rovine della chiesetta di S. Tommaso Apostolo, distante circa mezzo miglio dalla città ove, per concessione di papa Clemente VII, poco più tardi diedero inizio ad un terzo convento e all’attuale chiesa parrocchiale di S. Agostino. Nel 1866 la Comunità di S. Agostino fu soppressa. La cronaca dei tempi ci dice che un frate converso, frate Tobia, per non abbandonare il convento e Giovinazzo, si ridusse a fare il contadino nell’orto attiguo, alle dipendenze della nobile famiglia Fenicia, e morì poverissimo sulla fine del secolo.
Scheda di approfondimento
Insediamento
Complesso conventuale
Edificio di culto
Dipendenza