1298, 5 Maii (Bonifacio VIII) qua extenditur ad Eremitas S. Augustini et ad Carmelitas Decretum Concilii Lugdunensis, quod incipit Religionum diversitatem nimiam Bonifacius Episcopus, Servus Servorum Dei. Universis praesentes Litteras inspecturis Salutem et Apostolicam Beneditionem. |
1298, 5 Maggio (Bonifacio VIII) Con questa bolla viene esteso agli Eremiti di S. Agostino e ai Carmelitani il Decreto del Concilio di Lione che inizia con le parole: "Religionum diversitatem nimiam". Bonifacio vescovo, Servo dei Servi di Dio. A tutti coloro che leggeranno questa Lettera Salute e Apostolica Benedizione |
§ 1. Tenorem cuiusdam constitutionis, editae a felicis recordationis Gregorio Papa Decimo praedecesore nostro in generali Concilio Lugdunensi cum quibusdam mutationibus et detractationibus per Nos nuper Romae apud Sanctum Petrum, quinto Nonas Martii, Pontificatus nostri anno quarto, in eadem constitutione factis, praesentibus fecimus adnotari, qui talis est. | § 1. A tenore di alcune costituzioni, promulgate dal nostro predecessore di felice memoria Papa Gregorio X nel Concilio Generale di Lione, e di alcuni cambiamenti o detrazioni in esse da Noi recentemente compiute in Roma, San Pietro il 3 marzo, anno quarto del Nostro Pontificato, con la presente lettera vi rendiamo presenti le annotazioni così come sono: |
§ 2. Religionum diversitatem, nimiam ne confusionem induceret, generale Concilium consueta prohibitione vitavit; sed quia non solum importuna petentium inhiatio illarum postmodum multiplicationem extorsit, verum etiam aliquorum praesumptuosa temeritas, diversorum Ordinum, praecipue Mendicantium, quorum nondum approbationis meruerunt principium, effrenatam quasi multitudinem adinvenientes, apostolica constitutione districtius inhibentes, nealiquis de cetero novum Ordinem, aut Religionem inveniat, vel habitum novae Religionis assumat. | § 2. Il Concilio Generale, con le consuete proibizioni, ha vietato la diversità delle Religioni, per non creare troppa confusione; ma poiché non solo l'importuna bramosia dei richiedenti ne ha favorito il moltiplicarsi, ma anche la presuntuosa imprudenza di alcuni vari Ordini, specialmente quelli dei Mendicanti che ancora non hanno meritato il beneplacito dell'approvazione, hanno fatto sorgere una quasi sfrenata moltitudine, interveniamo con maggior rigore con l'apostolica costituzione edecretiamo che nessuno crei un nuovo Ordine o una nuova Religione e ne assuma l'abito. |
§ 3. Cunctos affatim Religiones, et Ordines Mendicantes, post dictum Concilium adinventos, qui nullam confirmationem Sedis Apostolicae meruerunt, perpetuae prohibitioni subjicimus, et quantos processerant, revocamus. Confirmatos autem per Sedem eandem, post idem tamen Concilium institutos, quibus ad congruam sustentationem, redditus, aut possessiones habere, professio, sive regula, vel constitutiones quaelibet interdicunt, sed per quaestum publicum, tribuere victum solet incerta mendicitas, modo decernimus subsistere infrascripto. | § 3. Pertanto, sottomettiamo a una perpetua proibizione tutte le Religioni e gli Ordini Mendicanti sorti dopo il detto Concilio e che non hanno ottenuto nessuna conferma dalla Sede Apostolica, e revochiamo quanti vi hanno aderito dal progredire. Per quelli approvati dalla Santa Sede anche se istituiti dopo il Concilio, ai quali la professione ossia la Regola interdice di avere redditi o possedimenti per un onesto sostentamento, ma vivono di pubblica questua conducendo una vita da mendicanti nell'incertezza del vitto quotidiano, decretiamo di sussistere secondo le modalità qui sotto riportate. |
§ 4. Ut professori eorumdem Ordinum ita liceat in illis remanere si velint, quod nullum deinceps ad eorum professionem admittant, nec de novo domum, aut aliquem locum adquirant, nec domos, seu loca, quae habent, alienare valeant sine Sedis eiusdem licentia speciali: Nos enim ea dispositioni Sedis Apostolicae reservamus in Terrae Sanctae subsidium, vel pauperum, vel alios pios usus, per locorum Ordinarios, vel eos, quibus Sedes ipsa commiserit, convertenda. Si vero secus praesumptum fuerit, nec personarum receptio, nec domorum, vel locorum adquisitio, aut ipsorum, ceterorumque bonorum alienatio valeat; et nihilhominus contrarium facientes sententiam excomunicationis incurrant. | § 4. Anche se ai professi degli stessi Ordini sia lecito rimanere, se vogliono, da ora in poi non ammettano nessuno alla professione; ne abbiano facoltà di acquistare nuove case, o luoghi, e nemmeno di alienare le case o i luoghi che hanno senza una licenza speciale di questa Santa Sede: Noi intendiamo riservarle a disposizione della Sede Apostolica a beneficio della Terra Santa o dei poveri, o altre opere pie stabilite dagli Ordinari dei luoghi o da altri incaricati dalla Santa Sede. Qualora presumano di agire da soli, sono invalide sia l'accettazione di nuovi religiosi, sia l'acquisto di nuove case o altri luoghi, sia la vendita degli stessi o di altri beni; coloro che agissero in contrario a queste prescrizioni incorrono nella sentenza di scomunica. |
§ 5. Personis quoque ipsorum Ordinum omnino interdicimus (quoad extraneos) praedicationis, et audiendi confessionis officium, ac etiam sepulturam. Sane ad Prae-dicatorum, et Minorum Ordines, quos evidens ex eis utilitas Ecclesiae universali proveniens perhibet approbatos, praesentem non patiantur constitutionem extendi. Caeterum Eremitarum Sancti Augustini, et Carmelitarum Ordines, quorum institutio dictum Concilium generalem praecessit, in solido statu volumus permanere. | § 5. Inoltre, alle persone di questi stessi Ordini (trattandosi di estranei), viene interdetto il permesso di predicare, di ascoltare le confessioni e di seppellire. Giustamente non sono soggetti alla presente costituzione gli Ordini dei Predicatori e dei Minori, approvati regolarmente e che arrecano grande utilità alla Chiesa Universale. Così vogliamo che rimangano confermati gli Eremiti di S. Agostino e i Carmelitani, poiché la loro istituzione e' precedente al Concilio Generale di Lione. |
§ 6. Ad haec personis Ordinum, ad quos Constitutio praesens extenditur, transeundi ad reliquos Ordines approbatos, licentiam concedimus generalem; ita quod nullus Ordo ad alium, vel Conventus ad Conventum se, ac loca sua totaliter transferat, Sedis eiusdem super hoc permissione specialiter non obtenta. Datum Romae apud S. Petrum, tertio Nonas Maii, Pontificatus nostri anno quarto. |
§ 6. Alle persone degli Ordini non approvati concediamo, secondo la presente Costituzione, di passare ad altri Ordini approvati, proibendo che nessun Ordine possa trasferirsi in un altro o un Convento in un altro Convento, inclusi i loro beni, senza avere ottenuto un permesso speciale della Santa Sede. Roma, presso S. Pietro, 5 di maggio, anno quarto del Nostro Pontificato. |
En: Lorenzo EMPOLI, Bullarium Ordinis Eremitarum Sancti Augustini... ab Innocentio III usque ad Urbanum VIII..., Romae, Camerae Apostolicae, 1628, 46-47.
Traduzione Aldo Bazan, OSA