Santa Caterina d'Alessandria
Marziano Rondina

Santa Caterina d'Alessandria

La venerazione dell'Ordine Agostiniano e il culto in San Giacomo Maggiore di Bologna

Comunità Agostiniana di San Giacomo Maggiore, Bologna 25/11/2004
1

Notizie storiche

 

Caterina d’Alessandria è una santa ben nota nel culto cristiano, e relativa iconografia, con molto influsso nella devozione popolare a partire soprattutto dall’anno mille. La sua conoscenza ci è consentita soprattutto grazie a due testi agiografici e precisamente la Conversio e la Passio, testi tardivi che non aiutano, come vorremmo, la nostra moderna indagine storica. Comunque gli elementi, opportunamente letti e valutati, che ci vengono dalla tradizione e l’estesa testimonianza del culto ci orientano sufficientemente verso una base di punti essenziali. Diciamo anzitutto che è proprio dal testo della "Conversio" che riceviamo informazioni circa le sue origini regali e il suo "matrimonio mistico", che tanto risalto ha nell’iconografia, avvenuto, alla presenza della Madonna, in una visione collocata nella prima notte dopo il battesimo, fatto e circostanza che evocano al lettore consapevole e attento, attraverso le categorie simboliche di specifici generi letterari, evidenti messaggi di autentici valori cristiani. Il martirio della santa sarebbe venuto il 25 novembre dell’anno 305c. Il suo culto è documentato, al 25 novembre, nel Menologio di Basilio II (976 - 1024) e nei Sinassari. A Montecassino si hanno testimonianze del culto a lei fin dal secolo X. In Francia il principale luogo di culto è il monastero benedettino di La-Trinité-au-Mont, vicino a Rouen, dove, nella prima metà del secolo XI°, furono portate le reliquie della santa che riscossero presto molta devozione a motivo dei prodigi che i devoti ottenevano in risposta alla loro fiduciosa venerazione. I libri liturgici danno forte testimonianza del culto che soprattutto nel secolo XII si trova diffusissimo in tutta Europa. Tra le più antiche testimonianze di culto si cita un dipinto, rinvenuto nel 1948, in una cappella presso la Basilica di S. Lorenzo all’Agro Romano dove la santa è ritratta presso il trono della Vergine, si tratta di una testimonianza databile all’ottavo secolo. La cosa fa pensare all’influenza, allora rilevante, dei monaci orientali a Roma. Altra testimonianza considerevole si rintraccia nella catacomba di S. Gennaro a Napoli e risalente anche questa all’ottavo secolo. La vita della santa si colloca, nel tempo, all’epoca dell’imperatore Massenzio, o Massimino, (306c. - 312c.) che, giunto al Alessandria d’Egitto, organizzò una dura persecuzione contro i cristiani. Molte notizie di questi avvenimenti ci vengono attraverso la narrazione del martirio, "passio", che conosciamo da una redazione greca dei secoli VI - VIII. L’Imperatore che aveva organizzato una grande celebrazione sacrificale agli dei trovò l’energica resistenza della giovane e nobile Caterina che, come documenta il testo della "Passio", così avrebbe affrontato il tiranno: "Perché vuoi perdere questa folla con il culto degli dei? Impara a conoscere Dio, creatore del mondo e il suo figlio Gesù Cristo che con la croce ha liberato l’umanità dall’inferno". Massenzio, colpito da tanta fermezza e determinazione, la volle al palazzo per cercare di convincerla opponendole i ragionamenti dei suoi retori e filosofi che però si trovarono piegati dalla sapienza della giovane cristiana. Invano le furono proposti onorevoli matrimoni e le vennero offerte ricchezze. L’imperatore credette di piegarla con il supplizio delle due ruote unghiate che invece si spezzarono colpendo gli esecutori dell’ordine di uccisione e così Caterina fu prodigiosamente liberata. Finalmente il tiranno ricorse al rimedio estremo facendola decapitare. La "passio" si diffonde sviluppando simbolismi ricchi di messaggi: narra, ad esempio, che dal collo della martire sgorgò del latte e che gli angeli trasportarono il suo corpo sul monte Sinai ove, in seguito, sorse un Monastero, tuttora esistente e meta, da sempre, di pellegrinaggi, il quale si affermò nel tempo come luogo di prodigi realizzati attraverso il latte o l’olio sgorgati dal sepolcro della santa. Da come è presentata la storia e da tanti particolari sottolineati da costante tradizione è chiaro che Santa Caterina è stata vista e presentata come la personificazione della vittoria del cristianesimo sui culti e sulla cultura dei pagani.