Marziano Rondina
Lettera Cattolica
Comunità Agostiniana di San Giacomo Maggiore, Bologna 28/10/2004
Note storiche
L’Apostolo San Giuda lo troviamo più volte nominato negli scritti del Nuovo Testamento. San Matteo (10,3) e San Marco (3,18) lo chiamano Taddeo che significa "magnanimo" o forse, secondo altra trascrizione, "coraggioso". San Luca (6,16 e At. 1,13) lo dice "Giuda di Giacomo".
Giovanni ci riferisce di un intervento durante l’ultima cena quando l’apostolo chiese a Gesù: "Signore, come è accaduto che devi manifestarsi a noi e non al mondo?" Gesù si giustifica rispondendo che l’autentica manifestazione di Dio è riservata a chi lo ama e osserva la sua parola (Gv. 14,22 - 24).
Nel catalogo degli apostoli è sempre ricordato con Giacomo.
Le più antiche fonti ci presentano Giuda, "fratello di Giacomo", "cugino del Signore" e autore dell’Epistola.
Secondo la tradizione avrebbe esercitato il suo ministero in Palestina e zone vicine. Non abbiamo notizie certe e concordi sulla sua morte. Potrebbe aver finito i suoi giorni serenamente a Edessa, città di Abgaro, o martirizzato ad Arado presso Beirut.
Le sue reliquie sono venerate a Reims e a Tolosa in Francia.
L’imperatore tedesco Enrico III nel 1059 fondò a Gaslar una collegiata dedicata ai santi Simone e Giuda.
Associato all’apostolo San Simone, nella liturgia romane viene ricordato il 28 settembre data documentata fin dal VI° secolo.
San Giuda ha riscosso una rilevante devozione nella pietà popolare soprattutto dal secolo XVIII in Austria, in Cecoslovacchia e in Polonia dove il suo nome è diffuso tra i cristiani; anche in Italia, in altre nazioni d’Europa e in America (Canadà) il santo è venerato.