XVI° CAPITOLO DI CREMONA - CLXXV° DELLA CONGREGATIONE

 

XVI° CAPITOLO DI CREMONA

CLXXV° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 489] Fu l'anno 1650 il Capitolo Generale in Cremona disposto. Vi fu Presidente Girolamo Muratore di Savigliano, et il Compagno Agostino Maria di Savona eletto rimase General Vicario della Congregatione. Di Deffinitori hebber l'impiego li PP. Carlo di Pontevico, Mauritio di Luca, Nicola di Cremona, et Angelo Maria di Lodi, et con essi si congionsero al deffinire il Vicario Generale Marchesi, et Visitatori Tomaso, Pietro, Fulgentio, et Andrea. Pur restò Procurator Generale Angelo Maria di Lodi; sottoentrò nella carica di compagno il P. Imerio Oscasali di Cremona. In nuovi poi Visitatori uscirno Daniele Crema, Lucretio di Villa Franca, Giuseppe Maria di Savona, e Giuseppe di Ferrara.

CLXXX° VICARIO GENERALE

AGOSTINO MARIA DI SAVONA

[Pag. 490] Nato l'anno 1593, Agostino Maria Boggia Savonese, a Dio si consagrò l'anno 1609, 25 Ottobre; e ben dissi a Dio si cosagrasse, così perfettamente nella Divina volontà rassegnatosi, che per osservanza, zelo dell'honor di Dio, modestia, mortificatione, et devotione, mostrò a' coetanei la forma, qual esser debba un vero religioso, quelle virtù tutte praticando,[Pag. 491] che l'anima esser devono di chi vive fra chiostri, et habita ne Monasteri. Portò nella religione con le lettere humane un eminentissimo inngegno per la capacità delle divine, quali così avidamente assorbì, che sto per dire il vaso vuotasse di qualsivoglia sagra dottrina, potendo poi con ugual gloria et honore comparir su pergami, illustrar le cathedre, frequentar i circoli, entrar nelle consulte, e delle conscienze divenuto Maestro co' suoi saggi consegli, et avvertimenti levarne i veli de dubbij, et l'ombre dell'ignoranza sgombrare. Lo vidder qual luminoso Febo di virtù portar da pulpiti raggi di luce a' cuori nelle più degne Città dell'Italia, et come che altro fine, che la salute dell'anime non si prefigesse, immitator dell'Apostolo, Christo crocifisso predicava, così a Dio chiamando mille smarrite pecorelle, e dal letargo svegliando de vitij i più addormentati peccatori. Mai adulterò il Boggia la divina parola, mai ornò suoi concetti per il prurito dell'altrui udito, mai sotto vane frondi di frustratorie dicerie il frutto nascose delle sagre dottrine, ma con dir sodo, parole proprie, concetti masicci et eloquenza Apostolica, caminò al pari de primi Predicatori de suoi tempi, et de primi in ogni luogo raccolse le palme, et riportò le corone. In ogni evento alla Congregatione sua si manifestò, perciò in cento forme il suo merito premiato non solo con l'assegno di molte Prioranze, ma co' degni impieghi di Segretario, Visitatore, et Compagno, et finalmente la sua suprema honorevolezza del Vicariato Generale, che nel Capitolo del 1650 in Cremona congregato le fu conferita. Di questo Capitolo, et elettione di sì benemerito Pastore favellando Fulgentio Alghisi (che di Procurator Generale passò pur egli al Vicariato Generale, come a basso diremo) nel suo libro a beneficio del Convento di Roma composto, che le Croniche contiene delle capitolari dispositioni così scrive:Celebratum fuit hoc anno 1650 Capitulum Gen. Cremonae, in quo electus fuit in Vicarium Generalem Adm. R. P. Augustinus Maria Boggia de Savona, qui cum munera Lectoris S. T. egisset, [Pag. 492] Prior creatus, semel Secretarius, bis Visitator, inde Adm. R. P. Caroli Imolen. V. G. socius, nusquam suggestum relinquens, sed intermisse doctissim. erudentiss., nec non eloquentiss. magno animarum fructu concionatorum primum sibi vendicaret locum. Tandem in praefato capitulo, ut singularis inter gravissimos Patres ad Praelaturam anhelantes, tanquam Aaron vocatus summo omnium bonorum gaudio ad dignitatem primam evectus est. Pria d'arrivar Agostino Maria al posto sovrano, per cagione d'alcuni puoco timorati di Dio, molti pericoli scorse, molti travagli patì ma uscitone salvo, et illeso conobbe in prattica non permetter il Cielo resti quello offeso, o oltraggiato, che tutte le operationi sue al Cielo indrizza, et incamina. Per l'osservanza, et publico zelo pareva molto piegasse all'austerità, et rigore. Ma salito alla superiorità maggiore innestò sì bene su'l tronco delle severità la piacevolezza, et clemenza, che ne godè la Congregatione moltissimi frutti di piena sodisfattione. A penal'oratione capitolare latina, solita da Compagni recitarsi prima si venghi all'elettione del Vicario Generale, fu dalla sua bocca uscita, che consegata a' torchi, n'uscì ricca d'applausi alla publica luce; e ben vedressimo altre opere sue, col mezzo delle stampe servir di specchio al Sole, se la natural sua modestia non l'havesse dissuaso. Dal Vicariato Generale uscito, alla Prioranza di Roma si portò, ove preda della morte l'anno 1653, 16 Settembre, se ne passò a vita migliore. Concorsero a' funerali Vescovi, Prelati, et gran personaggi, accompagnato il cadavere da dieci Religioni, et trenta accesi torci, indi recitata nella settimana funebre oratione dal P. Arrigoni Barnabita, et alla sua sua toma la qui notata inscrittione appesa:

D. O. M.

Indicarem praeclara gesta

Cuius Ossa Caelo

Si Caelum de Caelo lapsi

celebrare valerent encomia

[Pag. 493] niminirum Fratr. Augustini

Mariae Buggia.

Savonensis iam Congr. Insubr.

Gen. Vic. Omnium virtutum genere exornati

Qui sexagenarius, hic Prior

Oculos in Domino clausit

Quos ad regendum vigiles semper habuit

XVI. Kal. Octobr. MDCXXXXXIII.

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