II° CAPITOLO DI REGGIO - CLVIII° DELLA CONGREGATIONE

 

II° CAPITOLO DI REGGIO

CLVIII° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 427] Le capitolari attioni di quest'anno nel Convento di S. Agostino di Reggio fur celebrate. Toccò la Presidenza a Tomaso Rossi di Brescia maggiore de passati Deffinitori, et per regger la Congregatione cadè l'elettione nel P. Paolo di Calusco Bergamasco. Deffinitori si vidddero li Padri Antonio di Cremona, Serafino di Como, Aurelio di S. Germano, et Arcangelo di Bassano. Non mancorno al Deffinitorio il Vic. Generale Barbarossa, o alcuno de passati Visitatori; et per la visita ventura eletti sortirno Aurelio di Reggio, Ambrogio di Pontremoli, Andrea di Milano, e Girolamo d'Imola. Ripigliò il posto di Compagno il P. Cadamosti Paolo Camillo, e nel suo rimase di Procurator Generale Horatio di Crema.

CLXI° VICARIO GENERALE

PAOLO DI CALUSCO

[Pag. 428] Guadagnò il Zio Tomaso Coglioni di Calusco, che la Congregatione resse gl'anni del Signore 1557, 1564, et 1571, questo nuovo soggetto nipote suo alla republica dell'osservanza nostra, che non si tosto l'hebbe fra suoi figli arrolato, che vidde ben presto nel Nipote tracoppiati gl'andamenti del Zio, et in Paolo al vivo effigiate le più degne[Pag. 429] qualità di Tomaso. Non risparmiò Paolo fatica veruna per giongere col beneficio de studij a quel termine, che vien a Virtuosi nella Congregatione prefisso; et arrivato a gradi di Predicatore, Lettore, et Priore, corrispose così egregiamente con l'opra a titoli conseguiti, mai potè dirsi o Lettore otioso, o Predicatore infruttuoso, o Priore imprudente. Vantò fra l'altre doti ne governi così fina economia, che i più scaduti, depressi, et protesi Monasteri faceva ben presto a nuova vita risorgere, e senza sminuir a Religiosi i consueti doveri, accresceva a Conventi l'azienda, et n'avantaggiava per tutte le parti le conditioni. Non si tosto vedevasi alcun Monastero, o per l'ingiuria de tempi, o per l'ignoranza, et malitia, di chi lo resse, o per altra estera cagione a mal termine ridotto, che quasi celeste medico se gli mandava alla cura il P. Calusco (così era chiamato il nostro Paolo) che con l'applicatione de più efficaci, et potenti rimedij ben presto risanato, et robusto alla Congregatione lo restituiva. Non altro nel suo seno Paolo nodriva, che zelo del publico bene, et beneficio de Monasteri, amore all'osservanza, et riforma de costumi, così nemico vivendo dell'interesse, o d'appropiarsi cosa veruna, che per questa parte impontabile si rese, et con occhio virtuosamente invidioso ammirato da tutti.

Fu soggetto Paolo di gran testa, di gran senno, di gran politica, al cui paragone i più fini Maestri del Policismo si sarebbero confessati discepoli, bastevole al regger un Impero, se più vasto del Mondo fosse stato, et dar legge a gl'auttori stessi de politici insegnamenti. Questa fu la strada, per cui Paolo s'avanzò i Congregatione a posto maggiore, onde in Compagno fu dato Vicario Generale Barbarossa, che quanto d'ingegno eminente, altretanto alle operationi men aggiustato, conforme il detto di quel Saggio: Qui mente magis valent ad opera sunt minus accomodati, et successivamente nel Capitolo di Reggio dell'anno corrente fu idoneo stimato, et eletto in Vicario Generale; nel qual impiego fece in prattica conoscere quanto in teorica valesse, campo havendo di metter in essecutione [Pag. 430] que' precetti, che per un ottimo governo erano da lui giudicati necessarij.

De suoi Monasteri singolar Benefattore lasciò con diversi censi molto approfittati li due Conventi di Bergamo, et Almenno, al primo di questi aggionto havendo quella altrettanto nobile quanto necessaria fabrica, che il Settentrione riguarda, et si può dire l'appoggio, et sostenimento del Monastero tutto. Nel Capitolo di Ferrara l'anno 1620, celebrato, dovendo conforme l'ordine pratticato tornar egli in officio, fattosi forte contro chi altrimente pretendeva, causò le fortune del P. Eleuterio di Crema da lui portato, ch'ogni altra cosa, fuorchè la dignità suprema meditava. Così in stima, et concetto di grand'huomo all'età cadente pervenuto morì in Patria l'anno 1623, alli 25 di Luglio.

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