X° CAPITOLO DI MANTOVA - CXLVI° DELLA CONGREGATIONE

 

X° CAPITOLO DI MANTOVA

CXLVI° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 394] Il primo Capitolo del nuovo secolo nelle solite forme correndo il mese di Maggio fu in Mantova convocato. Lo resse con titolo di Presidente Benigno di Cremona, et Giacomo di Sarnico passò dalla general procura di Roma al general governo della Congregatione. Rimasero in Deffinitori eletti Tomaso di Brescia, Tadeo di Qualiusio, Giovanni Angelo di Mantova, e Aurelio di Crema. Non v'intravenne il vecchio Vicario Generale, che l'infermità, et successivamente la morte lo fermorno in Cremona, ma ben sì l'antecessore P. Mauritio d'Ochieppo con i consueti Visitatori. Il luogo di Procurator Generale fu dato al P. Michel Angelo di Sorofina, et quello di Compagno ad Antonio di Cremona, usciti in Visitatori li Padri Aurelio di Como, Carlo di Cavalier maggiore, Teofilo di Virgoletta, e Nicola di Fontanilio.

CXLIX° VICARIO GENERALE

GIACOMO DI SARNICO

Vedesi nella Valle Caleppia territorio di Bergamo, et in fine del Lago d'Iseo la terra di Sarnico situata, che fatta patria di Giacomo Alberici nel secolo chiamato Girolamo emulò le glorie dello stesso Cielo havendo alla luce [Pag. 395] esposto un vero sole per suo perpetuo rabellimento. Nell'anno 1570, lasciati Girolamo gl'agi del secolo passò alla ritiratezza della Religione, et scielto il Monastero di S. Agostino di Bergamo assonto quivi il nome del Padre, che Giacomo s'addimandava, venne a constituirsi uno de i Discepoli di Christo abbandonando quanto possedeva per farsi del Crocifisso seguace. Accolse Pietro Nicola Mutio l'anno seguente la professione di Giacomo, et fatto suo non meno direttore, che Protettore così egregiamente nella via del profitto l'instradò, che ben presto lo vidde di tutte quelle virtù possessore, che render lo potevano a tutta la Congregatione segnalato. Maestro di Giacomo fu il sempre celebre Lodovico Barili, uno de migliori Teologi, et Canonisti, ch'avesse a suoi tempi Chiesa Santa, onde poi in segno di gratitudine essendo Lodovico volato al Cielo, fece il suo nobilissimo Quaresimale Ambrosiano ristampare, per almeno corrispondere con quest'atto di religiosa obbligatione a quello da cui haveva il bello, et buono di tutte le scienze era tracoppiato. Sopra Pergami in particolare si manifestò Giacomo Abdia fra gl'Idumei, un Giona fra Niniviti, un Paolo fra Gentili. Vive ancora tal uno che meritò udirlo protestando che se dalla tomba a nuova vita hor ritornasse, ecclisserebbe co' suoi lumi ogni oratoria, et ecclesiastica facella, che posta con Giacomo al paragone debol favilla sembrerebbe a pareggio dell'immensa sfera del fuoco. Ancor godono i primi Monasteri dell'Agostiniana nostra osservanza esser stati dalla verga del commando di Giacomo moderati, et se nella carica di Procurator Generale seppe la sua Congregatione egregiamente servire, pur quest'àncora il modo ritrovar seppe di rendergliene la pariglia, havendolo l'anno 1601, in General Vicario con publiche acclamationi eletto, et dopo sei anni alla stessa dignità reassonto, oltre gl'impieghi di Deffinitore, et Presidente, che per additar a posteri il merito dell'Alberici furno patentissime marche, et evidentissimi contrasegni. Ornò la Chiesa della sua Patria con bellissima argenteria, et tapezzerie di seta per le pareti, ne mai alcuna [Pag. 396] di quelle parti trascurò, che li potessero il nome comprare di singolar benefattore. Varie operette compose non meno d'erudittione, che di pietà, et religione ripiene, et hor si vedono di Giacomo: Historiarum Sactiss. Virg. Deiparae de Populo compendium. Ad Claudium Cardinalem Aquavivam. Qual Libro ad instanza di Flaminia Aldobrandina Nipote di Clemente VIII, in toscano tradusse: Compendium Vitae, et miraculorum S. Nicolai de Tolentino pulcherrimis iconibus decoratum, et in oltre ampliò, et illustrò la vita dello stesso Santo già da Ambrogio Frigerio fatta stampare. Vita della B. Chiara di Monte falco. Catalogo breve de gl'Illustri, et famosi Scrittori Venetiani al Sereniss. Doge Giovanni Grimani. Avvertimenti a Pellegrini, che per devotione vanno a visitare i luoghi Santi. Di questi favella Hippolito Maraccio nella Biblioteca Mariana, et lo chiama Virum scientia, et vitae probitate insignem, et ob id inter viros illustres sui Ordinis relatum. Morì in Roma Priore del Popolo l'anno 1610, et hebbe pur ivi alla sua qualità condecente sepoltura.

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