II° CAPITOLO D'ALESSANDRIA - CXXXI° DELLA CONGREGATIONE

 

II° CAPITOLO D'ALESSANDRIA

CXXXI° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 355] Correva il mese di Maggio quando fu il Capitolo Generale della Congregatione in Alessandria congregato. Il più vecchio de passati Deffinitori Clemente di Livorno sostenne il grado di Presidente, et il primo de quattro Visitatori decorsi Benigno di Cremona si creò Vic. Gener.. Qui furno Deffinitori li Padri Pietro Nicola di Bergamo, Timoteo di Mantova, Arcangelo Maria di Treviglio, e Ambrogio di Bassano, con essi al solito entrati a deffinire il P. Vic. Gen. assoluto, et tre de vecchi Visitatori Guilelmo, Mauro, et Lodovico, mentre il primo era stato alla General carica assonto. S'elessero in nuovi Visitatori Girolamo di Iaveno, Marc'Antonio di Brescia, Aurelio di Como, et Luca di Montalenghi; confermato in Procurator Generale Paolo di Gavardo, et scielto in Compagno Agostino Maria di Casnigo Bergamasco.

CXXXII° VICARIO GENERALE

BENIGNO DI CREMONA

Dalla fameglia Abiati trasse in Cremona l'origine Benigno, che se se nel secolo percorse con l'ingegno l'etade havendo pria di giongere alla pubertà fatto non solo dell'Humanità, et Rettorica, ma della Logica, et in parte della Filosofia [Pag. 356] fortunato aquisto; in Congregatione raddoppiar si vidde le fatiche, divenuto nello stesso tempo singolare, e per le speculative dottrine, e per quelle dell'osservanza. Sotto Clemente Vertova di Bergamo Priore del famoso Monastero di Cremona l'anno 1541, prese con l'habito il nome di Benigno, et come che havesse pur egli bramato esser nomato Clemente, il buon Priore vedendo esservi di quella Patria un altro dello stesso titolo, rattenuta la sostanza congiò gl'accidenti, et di Clemente in vece, chiamollo Benigno, che riuscì a punto tutto benignità, et amorevolezza a perpetua consolatione, di chi poi meritò al suo commando soggiacere. Tenne co'primi virtuosi, et letterati de suoi tempi famigliarissima corrispondenza, onde nel Convento della sua Patria erasi instituita, non di profane ma sagre lettere, et in specie di scritturali dubietà fruttuosa Accademia, in cui due volte al mese s'udivano di divine materie curiosissime questioni proposte, che poi terminate con la decisione di Benigno, et due altri, potevano far credere quanto fosse l'Abiati dall'Università de Virtuosi stimato, et quanto il suo sapere accreditato, che bastava al decretare le controversie di tanti famosi ingegni, quanti quel degno congresso componevano. Nicolò Sfondrato Cardinale, che fu poi Gregorio XIV, l'hebbe fra cari,che perciò nel mese di Settembre 1591 chiamandolo a Roma, haveva di già al merito di Benigno condegni guiderdoni preparato, quando la sorte al merito nemica rapì nel seguente Ottobre dal numero de vivi il buon Pontefice, così restando l'Abiati de gl'honori a lui destinati privato, benchè non mai dal fondamento per meritarli. Essendo Priore del Convento di S. Agostino di Cremona diede principio alla famosa fabrica di quell'insigne, et vaghissima Libreria, che per tante prerogative vien fra le più celebri d'Italia annoverata, onde nel marmo che deve sopra la porta esser riposto, stanno simili parole scolpite:

[Pag. 357] Bibliotheca haec Cathlicae Maiestati dicata, patriae ornamento constructa, et studiosorum comodo oblata per Fr. Benignum Ablaticum Cremonensem expensis Conventus, et amicorum. Anno Domini M D XCII.

In Modana, ove pur fu Priore hebbe sotto quel Vescovo Sisto Visdomini Comasco i più riguardevoli impieghi, né v'era Congregatione a cui Benigno non intravenisse, Consulta a cui non assistesse, essame ove non comparisse, generalmente adoprato in quelle attioni tutte, ne quali non meno la prudenza, che l'ingegno, et la dottrina erano stimate più necessarie. Pria d'esser al sommo degl'honori nella sua Congregatione arrivato, entrò fra Deffinitori, fu tre fiate Visitatore; et pervenuto l'anno 1582 per la prima volta, et successivamente negl'anni 1587 et 1594 per la seconda, et terza al supremo del Vicariato Generale pur in quattro Deffinitorij entrò a decretare gl'interessi del publico, et indi fu visto in quattro Capitoli Gen. Presidente, sempre col paragone dell'opra la finezza manifestando de suoi religiosi sentimenti, ch'altro scopo non si prefiggevano, che quelli del mantenimento dell'osservanza, et della regolare disciplina la conservatione. Satio de governi hormai fatto cadente, alla quiete della patria si ritirò, ove decrepito alli 30 Settembre 1603 dopo breve morbo cadè estinto, et al Creatore se ne volò.

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