XIX° CAPITOLO DI MILANO - CXII° DELLA CONGREGATIONE

 

XIX° CAPITOLO DI MILANO

CXII° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 312] Di nuovo in Milano fu congregato il Capitolo Generale della Congregatione di Lombardia, et se il posto di Presidente fu tenuto dal Padre Teodoro di Mantova, quello di Vicario Generale fu dato al P. Deodato di Borgo. Deffinitori uscirno Aurelio di Crema, Tomaso di Calusco, Teofilo di Treviglio, e Mauritio d'Ochieppo con il solito annesso del P. Vicario Generale Gabriele, et Visitatori decorsi. Non fu stimato bene cangiar Procurator Generale, ma in Compagno per la seconda volta fu eletto il P. Tomaso di Crema. Visitatori finalmente s'hebbero li PP. Agostino di Novarelia, Egidio di Savona, Pietro di Bergamo, et Antonio di Chiavenna.

CXIII° VICARIO GENERALE

DEODATO DI BORGO

In Borgo S. Martino Diocesi di Casale nel Monferrato nacque il nostro Deodato, che preso l'habito della Congregatione nel Convento di S. Croce di Casale l'anno della salute 1520 per mano del P. Bartolomeo Pico di Casale Priore di quel Monastero, parve a punto dato da Dio, et donato dal Cielo per beneficio dell'osservanza. Passati i studij di Logica, Filosofia, et Teologia fu dalla Congregatione [Pag. 313] ne governi de Monasteri impiegato, riuscendo ne maneggi, e quanto al temporale, e quanto allo spirituale così perfetto, che poteva servir di norma ad ogni più qualificato Superiore. L'eresia di Lutero circa gl'anni 1540, et seguenti serpeggiava di mdo per varij luoghi d'Italia, che molti e molti ne rimanevano contaminati, et infetti. Fra questi fu Biella, onde anco que' Frati diedero così terribil crollo alla Bontà, che tutta la Congregatione ne restò in quelle parti screditata. Unico mezzo per rimediar a tanti sconcerti fu il mandar colà il P. Deodato di Borgo, e dopo lui il P. Clemente di Livorno, che con tanta prudenza, essemplarità, et osservanza vi s'adoprò, che vidde non solo nel Monastero reintegrata la bontà, riformati i costumi, et rifiorata la Santità, ma col mezzo suo la Città tutta da gl'errori ripurgata, et da ogni sospetto rimonda. Non ostante però il peso de governi, che di continuo l'opprimevano, mai trascurò i suoi studij, mai tralasciò le predicationi, mai smeticò beneficar il prossimo con l'essempio, con le parole, e con la penna. Compose varij opuscoli ben degni del suo nobil ingegno:

De Sacerdotibus honorandis.

De Inferno.

De necessitate Confessionis.

De Peccabilitate humanae naturae.

De Blasphemia.

De Luce.

Sacrae figurae pro Quadragesima.

Sermones varij latini super Dominicas, et dies festo anni.

De Providentia Dei Tractatus.

Synopsis universi Iuris canonici.

De Religione.

Due volte hebbe la dignità suprema di Vicario Generale, cioè gl'anni 1561, et 1568, oltre l'esser stato Visitatore, e Deffinitore, et havea altri degni officij essercitato nella sua Congregatione. Protrasse gl'anni della sua vita ad una veneranda decrepità, che se bene lo rese inhabile all'essercitar cariche publiche, [Pag. 314] che seco portassero obligationi di viaggiare, non però lo ridusse insufficiente al governo de Monasteri, onde lo troveremo ne gl'ultimi anni di sua vita Priore de vicini Conventi Casale, Vercelli, e Biella, finchè piacque a Dio chiamarlo a sè nel Convento di Casale l'anno della salute 1589.

.*