VII° CAPITOLO DI BRESCIA - CI° DELLA CONGREGATIONE

 

VII° CAPITOLO DI BRESCIA

CI° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 283] Nel Capitolo di Brescia l'anno del Gibileo 1550, in S. Barnaba celebrato entrò Presidente il P. Agostino di Bergamo, et si vidde uscirne Vic. Generale il P. Onorio d'Asola. Al Deffinitorio unitamente con il P. Vic. Generale, et Visitatori passati furno assonti li Padri Carlo di Livorno, Angelo di Vicobrozio, Teodoro di Mantova, et Timoteo di Cremona; et se il posto di Procurator Gen. fu conferito al P. Matteo di Frassineto, quello di Compagno si concesse al P. Michele di Brescia, indi per la mancanza di questo al P. Vincenzo Fontana di Bergamo. S'hebbero finalmente in nuovi Visitatori Egidio di Como, Michele di Castelletto, Agostino Maria di Dosena, et Andrea di Lanceo; benchè all'uno di questi fosse poi surrogato il P. Angelo di Pizeleone, Priore di Cremona.

CII° VICARIO GENERALE

ONORIO DI ASOLA

Asola castello, et fortezza nel Bresciano sempre fertile di qualificati soggetti, diede alla luce il nostro Onorio, ch'entrato nella Congregatione di Lombardia l'anno 1505, ben mostrò, ch'il nome d'Onorio non era per apportarli altro, che onori, et grandezze. Passò la gioventù, qual passar suole chiara, et luminosa Aurora, che serve di forriera serena, et gioconda giornata. [Pag. 284] Savio, discreto, modesto, studioso, et sopra tutte le cose nemico capitalissimo dell'otio, et della fatica indefesso seguace. Lesse, insegnò, predicò sempre con gloria dell'habito, et decoro della religione. Servì il publico della sua Congregatione con incessanti impieghi di letture, confessioni, Vicarie, Giudicature, Commissarie, Predicationi, Prioranze, in ogni evento scoprendosi non meno d'integrità, e prudenza arricchito, che di fedeltà, et dottrina. Per conservar ne Monasteri l'osservanza Onorio hebbe puochi pari. Quindi lo troveremo per certi accidenti occorsi inviato al governo, et sopraintendenza dei Conventi di Tolentino, Macerata, et Città [di] Castello, et d'avvantaggio all'amministratione, et Prioranza del Monastero di Roma, send'egli l'unico mezzo per ridurre ogni procella in calma, et ogni caligine di serenità. Con ogni pontualità essercitò la carica di compagno, di Visitatore, et di Deffinitore, et finalmente in età avvanzato hebbe nel Capitolo di Brescia dell'anno 1550 favorevoli i voti per il Vicariato Generale. Trovandosi in quest'impiego sotto li 7 Febraro dell'anno seguente personalmente convenne per la sua Congregatione nell'Instromento della Concordia, che si fece fra il P. Reverendiss. Generale dell'ordine, et la Congregatione di Lombardia avvanti l'Illustrissimo Cardinale Marcello Cemino Protettore della Religione, seco pur intravenendo per la sua Congregatione li Padri Teodoro di Mantova Priore di Roma, Angelo di Pizeleone Priore di Cremona, et Visitatore Matteo di Frassineto Procurator Generale, et Vincenzo Di Bergamo Compagno; in virtù del qual Instromento si sedorno le liti, et fermorno le controversie antiche vertenti fra il P. Reverendiss. Generale, et la Congregatione. Uscito dall'officio di Vicario Generale si portò al Priorato di Roma, ma l'anno medesimo 1551 terminò il corso di sua vita mortale.

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