I° CAPITOLO DI REGGIO - C° DELLA CONGREGATIONE

 

I° CAPITOLO DI REGGIO

C° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 280] Quest'anno 1549 fu deputato per il Capitolo Generale della Congregatione il Monastero di S. Agostino di Reggio. Qui fu Presidente il P. Girolamo di Fossano, sendo mancato di vita il P. Modesto di Ferrara, cui per antianità tal grado s'aspettava. Concorsero i voti in eleggere Vicario Generale il Padre Aurelio di Crema, come altresì in deputar Deffinitori li Padri Agostino di Bergamo, Nicola di S. Germano, Michele di Castelletto, et Aurelio di Castello, a quali poi conforme l'uso s'aggionsero il Vicario Generale assoluto, et Visitatori decorsi, benchè di questi tre soli al Capitolo concorressero, cioè Boniforte di Pavia, Aurelio d'Alladio, e Valerio di Pralboino. Al P. Teofilo di Biella si diede il posto di Procurator Generale in Roma, et al P. Gabriele di Crema quello di Compagno. Visitatori poi furno li PP. Giovanni Agostino di Bassano, Giulio di Brescia, Gabriele di Lucca, e Matteo di Frassineto.

CI° VICARIO GENERALE

AURELIO DI CREMA.

Il famoso P. Antonio Melio diede l'habito della Congregatione nel Monastero di S. Agostino di Crema di cui era Priore al P. Aurelio Piorna Cittadino Cremasco l'anno del Signore 1518. Da così degno Padre si può agevolmente argomentare, qual esser dovesse il figlio, [Pag. 281] che dal medesimo instradato nelle vitrtù, et timor di Dio, non lasciò via intentata per farsi conoscere vera prole di quel Padre, che l'haveva alla religione generato. Sortì ingegno così felice, e così profonda memoria, che mai lesse libro di qual sivoglia materia, che non intendesse; mai apprese dottrina, che si smenticasse. Non si contentò Aurelio riportar il titolo di Logico sottile, Filosofo acuto, Theologo insigne, o scritturista eccellente, che fattosi possessore di tutte l'altre virtù, et scienze non haveva ne Canoni che l'uguagliasse, nelle controversie chi lo pareggiasse, nelle Matematiche chi li fosse superiore. Ancor Chierico fu dalla Congregatione applicato alle letture, che continuò con gloria indicibile parecchi anni, fatto havendo allievi di prima classe, che poi col tempo illustrorno tutta la religione. Al saper congionse tratti di così gran bontà di vita, che era communemente creduto un Santo, ogni suo studio sempre indirizzando alla maggior gloria di Dio, et salute dell'anime de suoi fratelli. Con la lingua le scienze insegnava, con l'opre la santità; ne maggior breccia faceva ne cuori de discepoli la communicatione delle virtù speculative, di quello facesse la persuasione dell'essempio. Hebbe in Congregatione molte delle più nobili Prioranze, fu compagno del celebre P. Lodovico di Vercelli Vicario Generale, non li mancò il posto di Visitatore, cinque fiate fu assonto al grado di Diffinitore, altretante fu Presidente, e tre volte hebbe l'honore del Vicariato Generale, cioè gl'anni 1549, 1556, et 1563. La seconda volta che fu a questo grado assonto, cioè l'anno 1556, hebbe dal Sommo Pontefice Paolo IV, espresso commando, ad istanza della Serenissima Republica di Genova, di portarsi al possesso del Monastero di S. Agostino di quella Città, come ne seguì l'effetto sotto li 11 Settembre dell'anno medesimo, benchè poi per degni rispetti, dopo alcuni anni la Congregatione rilasciasse quel posto; onde ne registri leggiamo: Sanctiss. D. N. Divina Providentia PP. Paulus IV instantia, suplicatione, et precibus Illustriss. Virorum, Excell. Gub. Ducis, ac Dominorum Reipub. Genuen. hoc anno secundo sui Pontificatus die 4 mensis Septembris [Pag. 282] iussu, mandato, ac praecepto in virtute Spiritus Sancti, et merito salutaris obedientiae absque ulla excusatione iniunxit R. P. F. Aurelio de Crema Vic. Gen. Congregationis quo ingrederetur, teneret, haberet, ac possessione abtineret Conventum ordinis S. Augustini Genuae, in quem ingressus est nomine, et vice R. P. V. Generalis Ven. P. Prior, S. Mariae de Cella Genuae die 11 Septembris 1556. L'ultimo anno poi dell'officio dal Cardinale Alessandrino supremo Inquisitore, fu Aurelio delegato suo Commissario sopra varii, et speciali casi d'eresia, con piena facoltà di procedere contro delinquenti usque ad definitivam sententiam iuclusive. Impiego con tanta prudenza, diligenza, et zelo da Aurelio essequito, che ne riportò dal medesimo Sommo Pontefice lodi, et singolare ringratiamento. L'anno 1567 fu l'ultimo della vita di questo buon Padre che in età ancor fresca di 63 anni carco di meriti, et glorie riposò co' suoi maggiori.

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