II° CAPITOLO DI FAENZA - XCVIII° DELLA CONGREGATIONE

 

II° CAPITOLO DI FAENZA

XCVIII° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 276] Per celebrare il Capitolo della Congregatione fu scielto l'anno 1547 il Convento di S. Giovanni Evangelista della Città di Faenza, ove la patria Bergamasca hebbe gl'honori maggiori, per esserne sortito Vicario Generale il P. Agostino di Bergamo. V'intervenne Presidente il P. Generale dell'Ordine Girolamo di Napoli, unito però a quello della Congregatione Aurelio di Crema, che fu il maggiore de passati Deffinitori si trovassero a questo capitolo. Deffinitori nuovi furno li padri Carlo di Livorno, Andrea di Como, Filiberto di Pinarolo, e Giulio di Brecia, co' quali al diffinire s'unirno il P. Modesto Vicario Generale assoluto, et Padri Visitatori, Onorio, Angelo, Vincenzo, e Giovanni Paolo. Il P. Angelo di Pizeleone non solo restò nel posto antico di Procurator Generale ma fu insieme eletto Visitatore co' Padri Clemente d'Ono, Teofilo di Biella, et Teodoro di Mantova, mentre l'impiego del Compagnato si riconfermò nella persona del P. Vincenzo Fontana di Bergamo.

XCIX° VICARIO GENERALE

AGOSTINO DI BERGAMO

[Pag. 277] Se mai Padre della Congregatione fu il mantenimento dell'osservanza, et buon governo de Monasteri, meritevole di lodi, et degno d'encomij fra tutti segnalato si rese il P. Agostino Roncalli, o come altri dicono il P. Agostino Bregino de Roncalli di Bergamo, che nato parve per il governo, venuto al mondo per l'amministratione de Conventi. Vestì l'habito sagro di S. Agostino l'anno 1493, giorno della Pentecoste 26 Maggio sotto il Priorato del P. Severino da Clusone Priore di S. Agostino di Bergamo, et se impiegato ne studij fece in ogni genere di litteratura singolar profitto, in quello dell'osservanza regolare riuscì senza pari, facendo ne Monasteri da lui amministrati rifiorire il rigore di quella santa religiosità, che professavano i primi institutori della Congregatione. Passò al Sacerdotio l'anno 1500, et dopo sei anni, che fu l'anno 1507, benchè ancor giovine di tempo, cominciò ad esser applicato a governi, ne già de Monasteri inferiori, ma de maggiori, havendo di primo lancio havuta la Prioranza di Pontremoli, et successivamente d'altri de principali Monasteri, come che si coprisse Agostino in ogni tempo idoneo, et atto per reggere una Religione intiera, non che un semplice Convento.

Quattordeci anni in tempi diversi governò il Monastero della Patria sua, havendolo arricchito con varie fabriche, et provisto abbondantemente di sagre suppellettili, onde si computa, che dal principio de suoi governi fin all'ultimo di sua vita quaranta tre anni continui servisse nell'impiego delle Prioranze la Congregatione, in ogni luogo lasciando della sua retta amministratione spirituale, et temporale sempiterne rimembranze. Due volte lo troveremo Visitatore, altre tante Giudice delle cause, [Pag. 278] Deffinitore, e Presidente, havendone poi anco ultimamente riportato l'honore del Vicariato Generale, et ciò dell'anno 1547, nel Capitolo di Faenza. Era hormai decrepito il buon Padre, quando conseguì la dignità suprema, ne già mai sarebbe concorso al sottoporsi a questa carica, da lui in ogni tempo fugita, quando le supliche del P. Lattantio di Rumano, già stato Vicario Generale, et all'hora Presidente, et le instanze de Padri tutti, che si dichiaravano voler honorare la sepoltura d'Agostino con quest'impiego, non glie l'havessero portato. Non ostante fosse però vecchio d'anni, franco si manifestò, et robusto nel ministero del Vicariato Generale, havendolo con ogni zelo, prudenza, diligenza, et integrità essercitato, procurando con ogni spirito la riforma de costumi corrotti, et la reintegratione perfetta dell'osservanza. Scrisse alcune operette spirituali a beneficio dell'anime, et sono:

Dell'oratione mentale libri 3.

Della morificatione de sensi libri 2.

Dell'abnegatione di se medesimo. Et latinamente.

De execellentia creaturae rationalis, et ipsius erga Deum obligationibus.

Uscito dall'officio di Vicario Generale ripigliò per ultima volta il governo del Convento di Bergamo, che pur resse quasi tre anni, et finalmente in età di settanta quattr'anni, di religione cinquanta sei, et di Sacerdotio cinquanta, l'anno cioè del Signore 1550, se ne passò, come si spera, ad esser in Cielo compagno de Beati.

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