I° CAPITOLO DI BOLOGNA - XXVII° DELLA CONGREGATIONE

 

I° CAPITOLO DI BOLOGNA

XXVII° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 115] Quest'anno s'unirno i PP. per far il Capitolo loro Generale nel Monastero di S. Maria della Misericordia di Bologna. Entrò Presidente il P. Bartolomeo d'Invrea il più vecchio de passati Deffinitori, et vi fu eletto in Vicario Generale il B. P. Paolino di Milano. Li PP. Benigno di Genova, Tadeo d'Invrea, Constantino di Crema, et Cherubino di Rovato tenner il posto di Deffinitori; a quali s'aggionsero il Vicario Generale dell'anno antecedente con il Visitatore Agostino di Crema, et in vece del secondo Visitatore stato creato Vicario Generale il P. Desiderio di Crema. Per Visitatori dell'anno seguente rimaser eletti li PP. Tadeo d'Invrea, et Costantino di Crema, et per Compagno il P. Pellegrino di Gattinara.

XXVIII° VICARIO GENERALE
BEATO PAOLINO DI MILANO

Nel Monastero della Coronata di Milano prese l'habito della Congregatione nostra Paolino fin da primi anni, che fu quel luogo sotto l'osservanza riposto, et come in que' tempi per santità questa Congregatione mirabilmente fiorisse, così ben presto apprese Paolino il modo di rendersi caro a Dio, et mirabile a gl'occhi de suoi religiosi fratelli. [Pag. 116] Fu di nobilissima schiatta, et per opra del Beato Giorgio da Cremona hebbe l'ingresso nella Religione; non ritrahendolo punto l'età giovanile d'anni sedeci in cui si ritrovava, anzi maggiormente inanimandolo all'abbracciar quel santo instituto, memore di quanto già disse lo Spirito Santo per bocca di Geremia: Bonum est viro cum portaverit iugum ab adolescentia sua. Non trascurò però qualunque occasione, che degno lo potesse far conoscere di quell'habito; che lo circondava, onde con la sua humiltà, modestia, mortificatione, et osservanza si comprò concetto di Beato, et dopo sua morte fu come tale communemente acclamato. Le astinenze da Paolino pratticate hebber del singolare. Tre giorni la settimana assattamente in pane, lupini, et acqua digiunava; l'Avvento, et Quaresima aggiongeva il quarto. In tutto il corso dell'anno passava la sera senza gustar cibo, et quantunque talhora si ritrovasse ne viaggi non perciò tralasciava i consueti rigori, anzi gl'accresceva stando le giornate intiere senza mangiare, et coprendo l'astinenza sua sotto il manto d'indispositione, che l'obligava al non aggravarsi. All'astinenze accoppiava incessanti orationi da lui fatte con tanto spirito, che ben si vedeva haver nel cuore un mongibello di charità, che nel Divino Amore le abbrucciava continuamente le viscere. Il zelo dell'honor di Dio lo trasportava sovente all'essagerationi, et riprensioni, non potendo tolerare fosse da chi chi sij, o in parole, o in fatti offeso quel Dio, da cui dipende quanto di buono habbiamo. Amò sopra modo lo studio delle sagre carte, et era per questa parte si perito, che Istoria non v'era nella scrittura, che non le fosse nota, non ceremonia, che non le fosse palese, non dottrina che non le fosse aperta, non sentenza, che non l'havesse ad ogni occasione pronta, et per ogni discorsco preparata. Scrisse però molte belle osservationi sopra tutta la Bibbia, che quantunque da gl'occhi nostri smarrite, non però sono fuggite dalla notitia nostra, onde almeno non se ne conservi la rimembranza.

Hebbe dalla Congregatione varij de più rilevanti impieghi. Fu egli inviato ad introdur l'osservanza l'anno 1462 nel Convento di [Pag. 117] Savona, ch'un'altra volta era stato per ordine del P. Generale da un tal Maestro Christoforo da Pesaro, ma senza frutto, riformato, perciò bramandosi che l'osservanza ferme vi trapiantasse le radici s'elesse subito questo Ven. Padre in primo Priore del luogo, con sicurezza che sotto il governo d'un Santo il tutto sarebbe seguito con edificatione del secolo, et gloria di Dio. Ampliò quel Monastero con molte fabriche, dovendo da Paolino riconoscer il Convento di Savona, non meno la parte maggiore de suoi edificij materiali, che la fabrica spirituale de Santi costumi, et religiose institutioni. Sette volte essercitò la carica di Deffinitore, sei di Visitatore, et due fiate riportò l'honor supremo del Vicario Generale, cioè gl'anni 1476 et 1479, non havendogli concesso la morte il più avanzarsi in terra, perchè fosse fra Beati in Paradiso trasportato. Gran stima facea di Paolino il Beato Giovanni Rocco primo fondatore della Congregatione, onde anco questo alla morte vicino, et già dalla febre assalito si trasferì a Mantova, ove Paolino l'anno 1461, era Priore per seco discorrere delle cose di Dio, et fra le sue braccia morire. Non si può esprimere i dolci, et santi colloquij faceano insieme questi due servi di Dio, rassembrava uno Elia, l'altro Eliseo, l'uno Monica, l'altro Agostino, scrive il Ven. Benigno: Ipse cum dilecto filio F. Paulino velut Elias cum Eliseo, aut Mater Monica cum Augustino soli de Deo colloquebantur; non potendo il B. P. scieglier più adequato compagno per seco ragionar di Dio, quanto Paolino che haveva il cuore qual altro Davidde a misura del cuore di Dio tagliato.

Gl'ultimi periodi della vita sua furno l'anno 1481, essend'egli Visitatore, et Priore del Monastero di S. Maria del Popolo di Roma, ove in età assai robusta quanto a gl'anni, ma di corpo estenuato, et consunto per l'astinenze, et continue macerationi, se ne volò ad esser compagno de gl'Angeli nell'Empireo.

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