Donato Calvi OESA
Milano MDCLXIX
I° CAPITOLO DI BRESCIA - XI° DELLA CONGREGATIONE
I° CAPITOLO DI BRESCIA
XI° DELLA CONGREGATIONE
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Brescia vidde quest'anno nel mese di Maggio l'undecimo Capitolo dell'osservanza di Lombardia, et ne vidde uscir Vicario Generale della Congregatione il P. Clemente da Bergamo. Tenner l'officio di Vicario del Capitolo il B. Giovanni di Novara, et di Deffinitori li PP. Giovanni Rocco di Pavia, Agostino di Crema, Bartolomeo di Palazzolo, et Paolino di Milano; che fra l'altre cose decretorno dovessero il P. Vicario Generale assoluto, et parimente li PP. Visitatori vecchi haver voto decisivo nel Deffinitorio, come gli altri Deffinitori, in ciò revocando la Deffinitione dell'anno 1455, che solo glielo concedeva consultivo; et si creorno in nuovi Visitatori li PP. Agostino di Crema, et Paolo di Bergamo.XII° VICARIO GENERALE
CLEMENTE DI BERGAMO
Per mano del Beato Giovanni di Novara Priore del Convento di S. Agostino di Bergamo vestì l'habito della Congregatione nostra Clemente puoco prima del Capitolo di Montespecchio. Era d'età assai matura, quando abbracciò l'osservanza, ma molto più di senno, et di giudicio trovando pochi pari, che l'uguagliassero nella cognitione delle cose divine, et lettere humane, et sopr'il tutto nel fervore [Pag. 86] del sevitio di Dio, et zelo della religiosa osservanza. Et se é vero che Nomina significent res, nel nostro Clemente fu più che vero, manifestandosi in esperienza talmente pio, misericordioso, et clemente, che pareva della stessa Clemenza il simolacro, mai fu visto con chi sii contendere, mai con alcuno adirarsi, mai scarso in sovvenir a bisognosi, anzi tal'hora il nome di prodigo riportava, perchè trattandosi di Charità havrebbe se medesimo impegnato per apprestare a chi lo richiedeva soccorso. Nella cura de gl'infermi si scoprì sempre indefesso, nell'accoglier gl'ospiti diligentissimo, nel sovvenir a deboli infaticabile, nell'insegnar a gl'ignoranti tutto di charita ripieno. Per qualsivoglia impiego mai tralasciò il Choro si di notte, come di giorno, pronto, spedito, vigilante ad ogni commune essercitio, ad ogni affare de Monasteri. Predicava il Beato Padre Giovanni Rocco in Cremona l'anno 1451, quando volendo ragguagliare il Beato Giovanni di Novara a Bergamo dello stato d'alcuni religiosi Bergamaschi, che colà si ritrovano, chiamò Clemente un Angelo del Paradiso, che in terra fra gl'huomini coversasse. Così scrivendo sotto li 15 Marzo: Verum Frater Clemens bis prudentior, et virtuosior inter nos velut Angelus, et non homo conversatus est. Così con questa scala di meriti si sollevò Clemente a quegl'honori co' quali cercò la Congregatione mostrar la stima, che di lui faceva havendolo in varij tempi al governo destinato de principali Monasteri dell'osservanza, come Cremona, Milano, e Genova; cinque volte eletto Diffinitore, indi due volte stato Presidente, uno Visitatore, et l'anno 1460, nel Capitolo di Brescia creato Vicario Generale. Et se la morte troppo velocemente non l'havesse rapito, altre volte ancora asceso sarebbe al grado supremo, ove le sue rare qualità lo portavano. Hebbe pur la cura d'alcuni Monasteri di Monache, et fra gl'altri di quello di S. Agnese di Milano per decreto del Capitolo di Tortona dell'anno 1455, che tutti resse con singolar prudenza, et santità. Lasciò il mondo, ma per vivere eternamente con Dio l'anno del Signore 1466, send'egli Priore del Monastero della Cella di Genova, [Pag. 87] meritando esser con lodi, et encomij rammentato dal V. P. Benigno da Genova nella sua operetta de Primordiiys Congregationis nel 3 Libro, ove tratta: De B. Patribus, ac Fratribus in Dominio defunctis.
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