CAPITOLO DI MONTE SPECCHIO - DI TUTTE L'OSSERVANZE D'ITALIA

 

CAPITOLO DI MONTE SPECCHIO

DI TUTTE L'OSSERVANZE D'ITALIA

[Pag. 53] Correva il secolo quintodecimo dalla nascita di Christo, et decimo terminato della Congregatione, quando l'Agostiniana religione in più Congregationi d'osservanza divisa, vedeva ne figli rinovate le vecchie glorie della madre, et nella diversità de novelli germogli, le proprie grandezze ringiovanite. Parve questo un secolo dalla divina Providenza eletto alla riforma di quasi tutte quelle Religioni, ch'allontanate da rigori de primieri instituti, pian piano declinar si vedevano alla rilassatione. Canonici, Monaci, Minori, Carmelitani, Serviti, Gieronimiani o in tutto il corpo dell'ordine, o per qualche parte si sottoposero all'osservanza. Lo stesso nell'ordine Eremitano del P. S. Agostino fu d'alcuni de più zelanti suoi professori essequito; onde in Toscana sorse la famosa Congregatione di Lecceto, di qualche anno prima del secolo cominciata, in Regno la nobile di Carbonia, nell'Umbria la celebre Perugina, nella Marca di Treviso la degna di Mont'Ortone, et nella Lombardia la nostra, che pur dall'origine il nome di Congregatione di Lombardia ha conservato. Vero è che da loro principij non havendo queste Agostiniane osservanze altre regole, che quelle le venivano prefisse dal zelo de loro beati institutori, indi n'avvenne, che ad un solo fine con varij et differenti mezzi s'incaminassero, et senza punto badare all'uniformità delli habiti, riti, et cerimonie, fosser tutti uniformi in servir a Dio, et la salute dell'anime procurare. Così de seguaci di queste Congregationi altri (quasi ad imitatione de gl'antichi, Guilelmiti, Zamboniti, Fabarij, et Brittini, che pur erano membri dell'ordine di S. Agostino,[Pag. 54] et la sua santa Regola professavano) non tantopoco ne i nomi eran varij, ma d'avantggio di color bigio le vesti portavano, altri bianco, altri negro; a chi toccava con il lembo il piede, a chi a pena la metà della gamba, gl'uni andavano scalzi, gl'altri calzati; chi sopraponeva alla veste il mantello, chi lo rigettava; variavano nella forma dello scapolare, della tonaca, della cappa, fin della cintura, et scarpe; non ostante fosse ugualmente a tutti:Cor unum, et anima una in Deum; e tutti indifferentemente la regola professassero, et instituito del Patriarca S. Agostino.

In questa guisa il loro modo di vivere parecchi anni le prenomate Congregationi proseguirno; diverse ancora osservando le cerimonie Ecclesiastiche, diversi tenendo i riti; quando temendosi, non potessero col tempo diversità somiglianti alcuna confusione nell'ordine partorire, per commissione del P. Reverendissimo Giuliano di Salem all'hora Generale s'intimò nel Convento di Monte Specchio Diocesi di Siena un capitolo generale di tutte l'osservanze d'Italia, a fine di stabilir il modo de loro governi, assegnarli conveniente capo, ridurle all'uniformità dell'habito, riti, et cerimonie, et prefiggerli quelle leggi, che sarebbero più opportune, et necessarie giudicate. Di pochi anni prima cioè del 1446, erasi pur in Roma nel Monasterio di S. Maria del Popolo un altro somigliante capitolo convocato, ove in Rettore Generale di tutte le osservanze d'Italia fu eletto il P. Remigio Macerio di Francia; ma come haveva mostrato la prattica difficilmente potersi ad un solo capo membra così dissomiglianti aggiustare, e troppo riuscir malegevole Congregationi tanto ne loro instituti diverse ricevere pacificamente da un solo Rettore le leggi. Così, senza pregiuditio dell'auttorità suprema del P.Generale, fu stabilito in questo nuovo Capitolo di Monte Specchio assegnare a ciaschuna osservanza particolar Superiore, che la moderasse, e col crear più Vicarij Generali, conforme il numero delle congregationi, dichiararle tutte all'unico Prior Generale dell'ordine subordinate. [Pag. 55] L'anno dunque 1449, sotto li 10 Maggio si celebrò il famoso Capitolo con l'intervento del medesimo P. Generale, che deputò il suo Vicario Capitolare il Beato Padre Giovan Rocco di Pavia venutovi per nome della sua Congregatione di Lombardia insieme coi Padri Maestri Giovanni di Novara, et Giorgio di Cremona. Per l'altre Congregationi assistenti comparvero li Padri Maestri Francesco di Fiorenza, Alessandro di Sassoferrato, Paolo di Roma, et d'avantaggio li Padri Remigio di Francia, Pietro da Lecceto, et Bartolomeo di Siena, che tutti unitamente fur dal P. Generale costituiti deffinitori del Capitolo con piena facoltà di determinar quanto fosse stimato bisognevole il mantenimento dell'osservanza, et unità della Religione. Si rinnovò in questo Capitolo la controversia se meglio fosse unir le Congregationi tutte in un solo corpo assegnandoli un capo solo, che governasse, onde fosser nell'ordine due Generali, uno de Conventuali, l'altro de gl'osservanti, o se meglio si fosser potute, et con minor confusione conservare separate sotto il reggimento di Vicarij particolari, che tutti poi riconoscessero un solo P. Generale, qual capo supremo dell'ordine. Diffendeva mordacemente la prima proposta il P. M. Alessandro di Sassoferrato, mentre della seconda fattosi partegiano il Beato P. Giovan Rocco, trasse seco in consequenza non solo l'assenso del P. Generale, ma del Capitolo tutto, che decretò in conformità etiandio della mente del Pontefice, et Cardinale Protettore, diversi a ciaschuna Congregatione assegnar un Vicario Generale sotto il cui indirizzo l'osservanza, conforme le proprie leggi, non pregiudiciali, o contrarie a gl'instituti dell'ordine, s'havesse a governare; tutte nel rimanente aggiustandosi nella stessa forma dell'habito, riti, et cerimonie, onde fosse l'Agostiniana Religione a guisa d'un albero in più rami, et innesti diviso, ma che tutti dal medesimo tronco, et dalla stessa radice ricevessero il nodrimento. Ciò stabilito, dal quel Venerando Consesso si deputorno alle Congregationi Vicarij Generali diversi; alla Lecetana il P. Bartolomeo da Siena, alla Carbonaia il P. Desiderio di Piemonte; alla Perugina il P. Paolo di Roma [Pag. 56] (che poi passò alla Lombarda come nella seconda parte diremo) a quella di Monte Ortone il P. Simone di Camerino; et alla nostra il Beato Padre Giorgio di Cremona, che fu il primo Vicario Generale dell'osservanza di Lombardia per capitolo eletto, havendola fin a questo tempo, pur con titolo di Vicario del P.Generale per anni dieci in ponto governata, ma senza elettione di Capitolo il Beato Padre Giovan Rocco primo Institutore della Congregatione, come nella sua vita fu detto si determinò pur quivi, che finito l'anno dovesse ogni Congregatione il proprio Capitolo celebrare, et il nuovo Vicario Generale eleggere, et successivamente ogni biennio, et anco ogni anno, se fosse tornato commodo, nella stessa forma continuare; perscrivendosi varij ordini,et formandosi varij decreti per il buon governo del publico, progressi dell'osservanza; pace fra Conventuali, et Congregati, et decoro di tutta la religione, come più diffusamente ne registri dell'ordine, et atti di quel Capitolo si può vedere.

I° VICARIO GENERALE

BEATO GIORGIO DI CREMONA

Nel Capitolo dunque di Monte Specchio l'anno 1449, fu in Vicario Generale creato della Congregatione nostra di Lombardia il Beato Padre Giorgio di Cremona, di cui havendo di sopra diffusamente descritta la vita, et eroiche attioni non è neccessario al presente replicarne la narrativa. Apena seguì l'attione, che nel posto di suo Vicario lo confermò il Padre Generale spendendone la patente nel medemo Capitolo dell'infrascritto tenore, che per esser la prima in questo genere non ho voluto tralasciare:

Frater Iulianus de Sicilia Sacrae Theologiae Magister Prior Generalis Ordinis Eremit. S. Augustini Venerabili, ac Religioso viro [Pag. 57] in Christo nobis dilecto Magistro Georgio de Cremona Vicario nostro observantiarum Provinciae S. Augustini Lombardiae salutem in Domino sempiternam.

Magna nobis semper fuit cura ijs rebus, quibus nostram Religionem in melius informari conspicimus intendere, ac omni cura, et sollicitudine pro viribus agere, ut Dei honor, et nostrae Religionis incrementum, et devotio crescat; Propterea cum in regulari observantia hoc quam maxime fieri conspiciamus, optaremus omnes Conventus nobis subditos regulariter vivere. Et ideo cum in Conventu Montis Speculi Capitulum observantiarum totius Italiae fieri mandaverimus, atque ibidem ex mandato D. D. nostri Papae, amoto uno rectore observantiarum, altum modum vivendi meliorem sub Vicarijs observantiarum, de consensu Capituli ibidem celebrati instituerimus; inter caeteros observantiarum Vicarios Te tanquam virum omni virtute, et scientia, ac morum honestate ornatum, Vicarium nostrum observantiarum Provinciae S. Augustini Lombardiae instituimus, et ideo ut melius fratres tibi subditos regere, quanto maiori auctoritate valeas; Tenore praesentium damus tibi auctoritatem recipiendi fratres, et collocandi, eos expellendi si demerita eorum exegerint, et emittendi, nec non amovendi, et commutandi, prout, et quotiescunque prudentiae tuae videbitur opportunum, atque ea regendi, gubernandi, et administrandi in temporalibus, et spiritualibus omnia, et singula in Convenientibus tibi subditis, disponendi, faciendi, et ordinandi, ad quae nostra, et nostri officij auctoritas se extendit, et quae nosmet disponere, facere, et ordinare possemus si in eis Conventibus personaliter adessemus. Tibi etiam concedimus, et licentiam impartimur nova loca capiendi, et acceptandi cum nostra plena auctoritate eo tamen modo, quo in definitionibus huius Capituli Montis Speculi fuit expressum, ac Sedis Apostolicae prius licentia semper obtenta in ijs, in quibus de iure ipsa licentia fuerit opportuna. Item Tibi concedimus, ut de bonis temporalibus locorum tibi subiectorum in quacunque substantia fuerint mobili, seu immobili disponere, permutare, [Pag. 58] vendere, et alienare possis, et dare licentiam tibi subditis illud idem faciendi quoties pro necessittibus locorum, et conventuum tibi visum fuerit opportunum. Volumus etiam ut fratres tibi subditos absolvere possis a sententia, et sententijs excommunicationis iuxta nobis ab Apostolica Sede indultum; cum eisque dispensare super macula irregularitatis, quantum nostra auctoritas ex indulto Apostolico se extendit, ac apostatas tibi subiectos recipere ad ordinem, ac eos absolvere a macula irregularitatis, ab apostasia, et excommunicatione, salva ordinis disciplina, quam tamen pro tua discretione mitigare valeas, quotiescunque fuerit opportunum, concedimus. Item concedimus quod fratres nostri ordinis, qui de laxiori vita ad tuam strictiorem observantiae vitam venire voluerint recipere possis, quorum bona si non excedant summam 24 ducatorum auri sint loci illius in quo, et pro quo recipientur, at si excederent, sit ipsa medietas excessus loci illius in quo, et pro quo recipitur, et alia medietas excessus sit Conventus, unde talis frater traxit originem; in quibus rebus sic recipiendi fratres, et sic bona dividendi nullus nobis inferior te impedire possit. Inhibemus insuper ne frater quisquam tibi subditus ad alia loca tibi subiecta, nulla occasione, transire possit, absque tua, vel Prioris localis testimoniali littera, et expressa licentia; quod si quis sine his literis ad aliquem locum cuicunque Provinciae sic transire praesumpserit, mandamus cuicunque Provinciali, Priori, et Rectori cuiuscunque gradus, aut conditionis existat, sub paena nostrae inobedientiae, et rebellionis, nisi per diem quovis modo retinere audeat. Similiter inhibemus ne fratres dignos penitentia ad observantiam admittas, nisi prius sint per suos Provinciales antea de commisso malo puniti. Damus quoque tibi licentiam ut fratres, quos tua discretio idoneos iudicaverit ad sacros ordines usque ad Sacerdotium valeas promovere, ac etiam licentiam audiendi confessiones fidelium secundum eorum virtutem, et idoneitatem, ac populi necessitatem concedere. In ieiunijs autem, et austeritatibus, et correctionibus, et disciplinis secundum formam nostrarum constitutionum valeas pro tua discretione [Pag. 59] dispensare cum fratribus. Mandamus igitur omnibus, et singulis tibi subditis sub pena nostrae rebellionis, quatenus tibi tanque eorum vero Pastori, et legitimo obediant, et in cunctis humiliter obsequantur.

Datum in nostro Conventu Montis Speculi anno Domini 1449, die 13 Maij, Generalatus Officij sub sigillo

F. I. De. Sa. de Si. G.

R. C. Folio 14.

 

 

 

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