Comunità eremitiche italiane del XII e XIII secolo
Kaspar Elm

Comunità eremitiche italiane del XII e XIII secolo

Studi sugli antecedenti della storia dell'Ordine eremitano agostiniano

L'eremitismo in occidente nei secoli XI e XII

Società Editrice Vita e Pensiero, Milano 1962
I

Pre-istoria e storia dell'Ordine eremitano agostiniano

 

Dopo l'elezione a priore generale dell'Ordine eremitano di S. Agostino nel 1292, Egidio Romano esortò i suoi confratelli a dedicarsi con energia allo studio della teologia, poiché soltanto attraverso questo studio e attraverso una vita fedele alla regola l'Ordine avrebbe potuto crescere e rendersi benemerito (1). Il teologo, riconosciuto nel 1287 quale autentico maestro dell'Ordine, non stabilì con tale invito alcun programma totalmente nuovo (2). Già a metà del secolo la cura d'anime e gli studi ad essa propedeutici, erano stati resi il vero e proprio compito dell'Ordine dalla Curia romana. La ricca attività filosofico-teologica del Magister parigino e le sue capacità organizzative, tuttavia, portarono a fioritura gli sforzi scientifici degli eremiti ancora immersi nelle loro origini, e crearono i presupposti (3) per cui l'Ordine eremitano agostiniano poté fondare sedi in quasi tutte le maggiori città, mandare i propri membri nelle università e mantenere case di studio e biblioteche, non come Ordine eremitano, ma come Ordine pastorale e scientifico, occupando così nella compagine degli Ordini religiosi (4), accanto ai Francescani, ai Domenicani ed ai Carmelitani, il posto che ancora oggi detiene, nonostante i cambiamenti condizionati dal tempo e dai duri rovesci di fortuna. Questa evoluzione ebbe luogo non senza contrasti. Come già altri membri dell'Ordine prima di lui (5), l'eremita agostiniano inglese Guglielmo Flete nel 1380 mise seriamente in dubbio, in tre lettere indirizzate ai membri della sua provincia (6), il senso e la legittimità dello studio promosso da Egidio, e mise in guardia contro il suo eccessivo incremento quale falsa strada che allontanava dalla sancta stultitia dei pescatori che Cristo aveva chiamato ad essere apostoli (7). L'eremita Guglielmo Flete, che nel 1359 aveva lasciato l'Inghilterra prima della promozione a sacrae paginae professor, e che fino alla sua morte visse nell'isolamento del venerabile eremo di Lecceto, fu indotto a tali considerazioni da diversi motivi (8). Una mentalità antiscolastica ed un'avversione per l'attività accademica, comprensibili dopo la fioritura delle scuole teologiche, avevano conosciuto nella famiglia sacra di S. Caterina da Siena (9) un approfondimento mistico che aveva fatto sì che egli raccomandasse la sintesi di studio e contemplazione quale medicina per la spiritualità del suo Ordine. Questa richiesta, che nel XIV secolo avrebbe potuto essere rivolta a ragione anche ad altri Ordini, aveva nel suo caso una particolare connotazione. L'esortazione a vivere come amatores solitudinis anziché dedicarsi al sapere, a cercare la saggezza e ad acquisire le virtù monastiche (10), anziché seguire le occupazioni terrene, fu un appello diretto alla coscienza storica dell'Ordine ed un richiamo al suo carattere "originario". Guglielmo Flete (11) dalla definizione di Ordo eremitarum dedusse che vi era l'obbligo, non ancora cessato: magis super omnes religiosos debemus amare solitudinem (12). Il fatto di poter parlare in tal modo di una pre-istoria dell'Ordine eremitano agostiniano, è una conseguenza della modalità con cui esso era sorto. L'Ordine deve infatti la sua esistenza non ad un semplice ed organico processo evolutivo, bensì ad una creazione artificiale che, in una maniera fino ad allora insolita, derivava dall'unione di Ordini eremitani in massima parte autonomi. Nel marzo del 1256, su iniziativa di Alessandro IV (13), si riunirono in S. Maria del Popolo a Roma i rappresentanti dei Guglielmiti, degli Eremiti agostiniani della Toscana, degli Eremiti di Monte Favale, dei Zambonini e dei Brettinesi, allo scopo, nel corso della loro riunione, i cui esiti furono sanzionati il 9 aprile 1256 da Alessandro IV nella Bolla Licet Ecclesiae Catholicae, di rinunciare all'autonomia avuta fino a quel momento e di unirsi sotto un unico nome, sotto un priore generale e con il medesimo abito "ad unam Ordinis heremitarum S.Augustini professionem et regularem observantiam" (14). Decisione, questa, che introdusse una serie di disposizioni che fecero dell'Ordine, anche se non dall'oggi al domani, tuttavia nel corso del XIII secolo, uno strumento efficace al servizio della Chiesa e delle anime (15). Ordine che, secondo gli Agostiniani, era superiore rispetto agli altri Ordini in quanto creato non da un uomo, ma dalla Chiesa, e quindi fondamentalmente dallo Spirito Santo in essa operante (16). Questa cosiddetta "Grande Unione" fu l'inizio della storia dell'Ordine degli Eremiti Agostiniani, durata più di 700 anni. Essa pose fine all'autonomia di quattro dei cinque gruppi indotti all'unione, e chiuse l'epoca che si potrebbe definire "antefatto". I due periodi che essa determina nella storia dell'Ordine eremitano agostiniano, che Guglielmo Flete contrappose troppo drasticamente quali epoche di attività scientifico-pastorale e di isolamento contemplativo, e che il suo confratello Giordano di Quedlimburg (o di Sassonia) nel Liber Vitasfratrum, portato a termine nel 1357, definì tuttavia più disinvoltamente con i dualismi status modernus-status antiquus e tempus fratrum-tempus patrum, non significano per la scelta del nostro soggetto alcuna alternativa. Per la nostra relazione su "L'Eremitismo in Occidente nei secoli XI e XII" non ci interessa la "storia" che é nata con la cura delle anime, con gli studi e con l'attività ecclesiastico-politica, bensì gli antefatti dell'Ordine eremitano agostiniano, risalenti fino agli inizi del XII secolo, ossia la storia e la particolarità dei gruppi unitisi nel 1256.

_____

NOTE

* Gregorio IX, 16.12.1243; L. EMPOLI, Bullarium Ordinis Eremitarum S. Augustini..., Romae 1628, pag. 164 (=EMPOLI); A. POTTHAST, Regesta Pontificum Romanorum..., Berlino 1875, n° 11199 (=POTT.).

1) Analecta Augustiniana IV (1911-12), pag. 203. (=AA).

2) Capitolo Generale di Firenze 1287 in AA, II (1907-08) pag. 275.

3) D. GUTIERREZ, Notitia historica antiquae scholae Aegidianae, AA, XVIII (1941), pag. 39-67; R. HUITERS, The theological school of Aegidius Romanus, in AUGUSTINIANA: "Tijdschrift voor de studie van S. Augustinus en de Augustijnenorde", IV (1954), pag. 157-177 (=AUG.).

4) E. YPMA, La formation des professeurs chez les eremites de S. Augustin de 1256 à 1354, Paris 1956; D. GUTIERREZ, De antiquis Ordinis Eremitarum S. Augustini bibliotecis, in AA. XXIII (1954), pag. 233-242; Cfr. DICTIONNAIRE DE SPIRITUALITE', IV (1960), cc. 998-1003; F. TOTH, A History of the English Austin Friars, AUG., XII (1962) pag. 401.

5) Tra gli altri, Simone Fidati da Cascia (1280/95-1348) e la sua cerchia influenzata da Angelo Clareno; N. MATTIOLI, Il beato Simone Fidati da Cascia, in ANTOLOGIA AGOSTINIANA, III, Roma 1898; G. McNEIL, Simone Fidati and his "De gestis Domini Salvatoris", Studies in Medieval and Renaissaince Latin Language and Literature, XXI, Washington 1950; G. CIOLINI, Scrittori spirituali Agostiniani dei secoli XIV e XV in Italia, Sanctus Augustinus vitae spiritualis magister, Roma 1959, II, pag. 345-375 (=SANCUS AUGUSTINUS)

6) R. FAWTIER, St. Catherine de Sienne, Bibl. Des Ecoles Franc. D'Athènes et de Rome, XXI, Paris 1921; A. GWYNN, English Austin Friars in the time of Wyclif, London 1941; B. HACKETT, William Flete and the "De remediis contra temptaciones", Medieval Studies presented to A. Gwynn, S. J., Dublin 1961, pag. 330-348. "Ad fratres provinciae Angliae", "Ad magistros provinciae Angliae" und "Ad provincialem provinciae Angliae" (tra il 29/4 e il 13/5/1280) ed. M. H. LAURENT, De litteris ineditis fr. Willelmi de Fleete (cc. 1368-80), AA., XVIII (1942) pag. 303-324.

7) Ad provincialem: "Ista magna scientia destruit ecclesiam Dei et omnes religiones; Christus eligit piscatores, stultos mundi eligit Deus. Expediet amodo, ut omnes religiosi studerent sanctam stultitiam et obliviscantur scientiam suam", AA., XVIII (1942) pag. 322.

8) Cfr. Anm. 281.

9) A. GRION, S. Caterina da Siena. Studi e documenti di storia religiosa, Brescia 1953, attribuisce a Guglielmo, quale maestro di S. Caterina, un ruolo determinante nella "famiglia sacra". Cfr. tuttavia B. HACKETT, The spiritual life of the English Austin Friars of the 14th century, SANCTUS AUG., II, pag. 475.

10) AA., XVIII (1942), pag. 311, 129ff.

11) AA., XVIII (1942), pag. 310, 319.

12) AA., XVIII (1942), pag. 311; AA., XVIII (1942), pag. 319.

13) Alexander IV, 15.7.1255; AA., IV, pag. 297.

14) Alexander IV, 9.4.1256; AUG. VI (1956), pag. 11-3; POTT. nr. 16334.

15) Per la costituzione dell'Ordine, ancora istruttivo: E. A. von MOE', Recherches sur les Eremites de S. Augustin entre 1250 et 1350, "Revue des questions historiques", LX (1932), pag. 275-316.

16) JORDANUS DE SAXONIA, Liber Vitasfratrum, ed. R. ARBESMANN-W. HÜMPFNER, Cassiciacum. Studies in St. Augustin and the Augustinian Order I, New York 1943, pag. 69 (Vfr.); R. KUITERS, L'amore e la difesa del Romano Pontefice nella spiritualità dell'Ordine agostiniano, SANCTUS AUGUSTINUS, II, pag. 125-146.

17) JORDANUS DE SAXONIA, Vfr., pag. 5, 172 etc.