Pietro Bellini
Tolentino Maggio 1979
B1
LETTERA AI CONFRATELLI DELLA PROVINCIA INGLESE
LETTERA AI CONFRATELLI DELLA PROVINCIA INGLESE (12)
Ai reverendi in Cristo Padri e Fratelli tutti della Provincia inglese dell'Ordine dei Frati Eremitani di S. Agostino: io, fra Guglielmo d'Inghilterra, peccatore, auguro salute eterna nel Signore.
1 - IL NOSTRO BUON NOME
Dice l'Apostolo: "Siamo divenuti spettacolo per il mondo, per gli angeli e per gli uomini"(l Cor. 4,9). Coloro che ci amano cercano in noi i motivi per lodarci; coloro che ci odiano ci calunniano. Ma noi, costituiti in mezzo a questi due (generi di persone), dobbiamo custodire il nostro modo di vivere e il nostro buon nome, in maniera che coloro che ci lodano non debbano arrossire davanti a coloro che ci calunniano. Si mostra crudele chi, contento soltanto della testimonianza della propria coscienza, non tiene conto del buon nome.
2 - I FONDAMENTI DELLA VITA AGOSTINIANA
"Fate attenzione alle parole, osservate i misteri" (nascosti in esse) (13); fate in modo che "anzitutto si ami Dio" e si osservino tutti i comandamenti di Dio; si ami "il prossimo"(Regola) in modo che non ci sia alcuna discordia nella Provincia o in qualche Convento o tra alcuni religiosi: ci sia "un unico spirito" (1 Cor 6,17), "un'anima sola e un sol cuore in Dio" (Regola).
Vi sia somma e inviolabile concordia fra tutti. Tutti, sia grandi che piccoli, si riuniscano insieme, secondo le possibilità di ciascuno, nella chiesa e s'impegnino con massimo sforzo che l'ufficio divino venga recitato con somma diligenza, distintamente, a cori alternati, con le dovute pause e devotamente. Osservino la vita comune. Questi sono i fondamenti del (nostro) santo Ordine; alimentano la carità ed edificano il prossimo.
3 - LA POVERTA'
"Non dite di nulla: Questo è mio" (Regola). Secondo S. Girolamo "il perfetto servo non ha nulla all'infuori di Cristo". Il servo di Dio non deve stimare niente come suo, ma può ritenere soltanto le cose necessarie, con il permesso del suo superiore; le cose superflue le deve consegnare al convento. Possiamo lecitamente servirci delle cose temporali a motivo della necessità, come dei libri, dei panni e di roba simile, ma non compiacerci in queste cose terrene, bensì solo in Cristo crocifisso: "Alliétati nel Signore e ti concederà le richieste del tuo cuore" (Salmo 34,4); "fatevi tesori in cielo" (Mt 6,20) poiché la vostra meta è il cielo (cf. Filip. 3,20). Lì sia la vostra mente, lì sarà il vostro riposo, cioè nella vostra anima. Disprezzate le cose terrene: "Il nostro cuore è inquieto, Signore, finché non riposa in te" (Conf. 1,1). Dice anche il buon Agostino ai suoi frati: "In alto, in alto abbiano i cuori e non cerchino le vane cose terrene" (Regola).
4 - RACCOMANDAZIONI AI MAESTRI IN TEOLOGIA
I professori che seguono la Regola di S. Agostino e vivono nel monastero temano il giudizio di Dio. Né magisteri né onori né sontuosità né troni né domìni né soddisfazioni né ricchezze "cerchino nel monastero, cose queste che neanche fuori potevano avere" (Regola). Coloro che cercano tali cose sono peggiori dei secolari, perché "sono ritornati al loro vomito" (2 Pt 2,22).
5 - SIAMO "EREMITI"
Perciò, fratelli e padri reverendi, diamo il giusto valore al nome che abbiamo: dal momento che Dio ci ha chiamati nell'Ordine degli Eremiti, guardiamo di non essere falsi. Abbiamo un nome più grande di tutti gli altri religiosi. Dobbiamo fuggire il mondo e la familiarità con lui -perché l'abituale compagnia del secolo trascina l'uomo, anche se non vuole, al peccato- fuorché quando lo esige la carità o lo richiede la necessità o lo obbliga l'obbedienza. Non dobbiamo seguire l'andazzo superficiale degli altri frati per quanto riguarda il girovagare fuori del convento, per andare sia ai capitoli generali che ai provinciali, alle istituzioni dei maestri, nelle città e nei paesi, agli spettacoli secolari e ad altre sciocchezze. Più di tutti gli altri religiosi dobbiamo amare la solitudine della cella: rimani nella cella e questa t'insegnerà ogni cosa; la(vera) pace si trova nella cella, fuori non si trovano che guerre. Prego il Signore altissimo che queste parole trafiggano i vostri cuori e che si trovi un rimedio in tutto l'Ordine contro questi girovaghi. Dice infatti l'Apostolo: "Ciascuno rimanga nella vocazione nella quale è stato chiamato" (l Cor 7,20). Sarebbe sufficiente un solo capitolo generale ogni 6 anni o anche ogni 10 e il capitolo provinciale ogni tre anni (14). Questo girovagare rovina l'anima dei religiosi.
6 - LA FORMAZIONE DEI GIOVANI
In nome di Dio procurate che i giovani vengano ben formati secondo i principi dell'ordine; l'ordine si accresce con la buona formazione dei novizi. Dovete avere avanti agli occhi il timore di Dio, non il desiderio del mondo: vengano eletti come priori uomini devoti, prudenti, uomini spirituali, non amanti del mondo. Dice Giovanni Climaco: "Un superiore imprudente manda in rovina molte anime" (15). E' meglio edificare pietre vive che pietre morte. In nome di Dio fate in modo che ovunque, nel dovuto modo, si facciano le correzioni, amando gli uomini e odiandone i vizi (Regola). Non si dia ai giovani eccessiva dimostrazione di amore, perché ciò costituisce per loro occasione di peccato, non conoscendo ancora se stessi, ma li si guidi con la disciplina. In nome di Dio, cerchiamo di modificare in meglio tutta la nostra vita, per poter negli ultimi giorni edificare il prossimo.
7 - PREGHIERE PER IL PAPA E PER LA CHIESA
Raccomando alla vostra carità il papa Urbano VI, perché è lui il vero papa: ciò risulta ad alcuni servi di Dio attraverso rivelazioni, ispirazioni e le preghiere fatte (16). Sarebbe molto utile che per tutta l'Inghilterra, come ho visto in altre parti, una volta alla settimana si recitino le litanie e le preghiere per lui, per la Chiesa e per la riforma di tutto il mondo, perché tutto il mondo è sottoposto al potere del maligno (1 Gv. 5,19), per avere pace fra i cristiani, perché si faccia il "passaggio" (17), perché questi scismatici (18) vengano illuminati. Insistete per quanto potete perché queste cose (litanie e preghiere) vengano ordinate; potete in tal modo acquistare molti meriti su questo punto. Pregate tutti perché venga presto il "passaggio" (19) e perché lì possiamo tutti morire insieme con Cristo.
8 - PRIMA CONCLUSIONE
"Vi doni il Signore di osservare tutte queste cose come amanti" di un santo e solitario istituto (Regola) (20), perché mai diventiate amanti del mondo. Passa il mondo con la sua bramosia. Forse questa miserabile lettera costituirà per voi un giudizio (da parte di Dio); forse Dio richiede dalle vostre mani questo lavoro.
9 - CONSIDERAZIONI PERSONALI E RICHIESTA DI PREGHIERE
Per la salvezza delle vostre anime ho esposto l'anima mia al pericolo con lo scrivervi questa lettera; un grande pericolo costituisce infatti per me il ricordo della mia patria e dei miei parenti, a meno che Dio non tocchi il mio cuore. Sta scritto: "Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre" (Salmo 44,11), perché "nessuno che mette mano all'aratro..." (Lc 9,62). In nome di Dio, vi prego nel Signore Gesù di pregare insistentemente per me, perché in tutto divenga conforme alla volontà divina e perché la mia fine avvenga in Cristo. Esortate tutti i miei amici secolari, se alcuni di essi vivono ancora, ad osservare i comandamenti di Dio e a confessarsi frequentemente. Siano sempre preparati, "perché nell'ora che voi non pensate, Dio, il Figlio dell'uomo, verrà" (Lc. 12,4). Pregate, pregate, pregate per me. In nome di Dio vi supplico che nessuno mi scriva, né confratello né secolare. Perdonatemi se vi ho scritto in modo così miserevole. Pregate il Signore che mi perdoni, se ho sbagliato in qualcosa.
10 - CONTRO IL GIOCO D'AZZARDO
Predicate a tutti gli inglesi che siano uomini angelici in Inghilterra, che più degli altri popoli abbiano familiarità con gli angeli (21), osservando i comandamenti di Dio e le sante tradizioni antiche, e non seguano le usanze degli altri popoli, soprattutto nel giocare a dadi scommettendo denaro, oro e argento, come fanno gli italiani (22). Quando perdono si arrabbiano, si esagitano, bestemmiano Dio, poi rubano e compiono delitti. Bisogna pregare Dio che questo gioco non diventi comune nel regno d'Inghilterra ma che anzi venga estirpato: distrugge le anime, danneggia la nazione. Tutti coloro che vincono qualcosa (in questo gioco) son tenuti alla restituzione; se si tollera questo inconveniente, seguiranno molti mali. Fra Guglielmo d'Inghilterra, peccatore.
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(12) Il testo originale é pubblicato in Analecta Augustiniana, XVIII (1941-42), pp. 309-322. Traduzione, divisione e titoletti del redattore, che ha curato anche l'introduzione.
(13) S. Gregorio Magno, XL Homiliae in Evangelia, II, 29. PL 76,121 D.
(14) Al tempo di fra Guglielmo i Capitoli generali venivano celebrati ogni tre anni e i Capitoli provinciali ogni anno. Nel 1385 alla Provincia inglese fu concesso di celebrare il capitolo ogni 2 anni.
(15) S. Giovanni Climaco, Liber ad Pastorem, c. XI. PG 88,188.
(16) Varie furono le profezie scritte, durante lo Scisma, da sostenitori delle due parti.
(17) "Passaggio" ('passagium') era detto nel Medioevo il viaggio in Terrasanta che si faceva inseriti o
in una crociata o in un pellegrinaggio. Nella spiritualità del tempo il grande desiderio di tutte le anime sante era di versare il sangue per Cristo per mano degli infedeli, come massima dimostrazione di amore al Signore. Vedi gli esempi di S. Francesco d'Assisi e di S. Antonio da Padova. S. Caterina da Siena si è data molto da fare per sollecitare la organizzazione di una crociata: ne parla anche in una lettera scritta a fra Guglielmo (Misciatelli P., cit., vol. I, pp. 252- 253). Scrive fra Guglielmo al domenicano fra Raimondo da Capua, confessore della santa: "Insistete, padre, presso la nostra madre (= S. Caterina)..., e lei insista presso il nostro Cristo in terra (Gregorio XI), il Mosè del popolo di Dio..., perché faccia presto il 'passaggio'. Tutti insistiamo presso di lui. Andiamo tutti ad insistere, perché le anime si perdono, e non cessiamo di insistere finché tutti, arrossati di sangue, passiamo presto da questo Egitto attraverso il mare rosso (del martirio)...". E S. Caterina ad alcune seguaci: "Or oltre, carissime figliuole tutte di bella brigata corriamo e inestiamoci in su questo Verbo; e io v'invito alle nozze di questo inesto, cioè di spandere el sangue per lui, come egli l'ha sparso per voi, cioè al santo Sepolcro, e inelassare la vita per lui" (Anal. Aug. XVIII (1941-42), p. 312, nota 6).
(18) I seguaci dell'antipapa Clemente VII.
(19) Il viaggio in Terrasanta: vedi nota 17.
(20) Applicazione arbitraria, ma efficace delle parole della Regola.
(21) Gioco di parole fra i termini "Anglici" e "angelici", frequente nella letteratura medioevale.
(22) E' un antico gioco d'azzardo chiamato "zara", che si giocava con tre dadi. Diffuso soprattutto in Italia, era stato esplicitamente proibito da vari statuti comunali, come quelli di Bologna e di Siena.