Le prime due opere conosciute sull'origine dell'Ordine Agostiniano
Balbino Rano

Le prime due opere conosciute sull'origine dell'Ordine Agostiniano

["Las dos primeras obras sobre el origen de la Orden Agustiniana"]

1970
IIa

"SERMO DE BEATO AUGUSTINO" DI NICOLA DI ALESSANDRIA

Introduzione

 

E' un sermone o discorso diviso in due parti principali. La prima, che finisce con l' "Amen" della p. 20, esalta la personalità e le qualità di Sant'Agostino. La seconda descrive il percorso monastico del Santo con il conseguente sviluppo delle sue fondazioni. Conseguenza dell'ansia di volere provare che l'Ordine Agostiniano procede direttamente delle fondazioni di Sant'Agostino, è che l'autore presenta il suo discorso storico da un punto di vista eremitico.

Il Sermo - cosi nominerò in forma abbreviata questa piccola opera- si conserva nel MS. Kap. E. 54 del Klementinum di Praga. E' un codice della Biblioteca del Capitolo Metropolitano, di carta e pergamena. Ha 121 ff. in un formato di 28'2 per 20'8. Si indica anche MS Metr. Kap. 812. E' stato descritto da A. Patera e A. Podlaha. Ha parlato di lui il P. A. Zumkeller (120). La composizione del codice sembra della metà del secolo XIV.

Il testo del Sermo contiene i ff. 35v-40r. Ci sono altri materiali agostiniani importanti: il Sermo de sancto Augustino scritto da Hernan di Schildesche a Parigi nel 1334 (ff. 29r-35v) (121); due discorsi di un altro agostiniano: Nicola da Laun (morto nel 1371), Sermo (in die traditionis pallii ad archiepiscopum Pragensem Ernestum de Pardubitz an. 1344) (ff. 49r-v) e Sermo ( in die coronationis Caroli IV, Pragae an. 1347) (ff. 108v-109v); un Sermo de electione praelati (provincialis Ordinis eremitarum sancti Augustini) (ff. 56r-v); altro Sermo de beato Augustino (ff. 90r-91v). E' in generale un codice di Sermones et principia theologica. Per i suoi contenuti è un codice eminentemente agostiniano.

Il Sermo di Nicola da Alessandria è datato a Parigi nel 1332. Lo citano nel secolo XVII due agostiniani, lo spagnolo Giovanni Gonzalez da Critana e il portoghese Luigi degli Angeli (Luis de los Angeles). Critana lo menziona, tra altre cose, per affermare che San Francesco d'Assisi è stato con gli agostiniani (122). Gli dà il titolo di Recopilacion de la Orden. Luigi degli Angeli lo chiama Tractatus de Origine Ordinis eremitarum. Attraverso Critana lo cita Ambrogio Landucci nella sua Sacra leccetana selva. Confessa che non sa se è un agostiniano (123). Luigi degli Angeli cita letteralmente la leggenda in cui certi animali passavano per il luogo di Ippona dove Sant'Agostino aveva fondato un piccolo monastero, e ancora al tempo di Nicola erano rimasti attaccati al pavimento (124). Non conobbe il Sermo, il grande storico dell'Ordine Tommaso de Herrera, anche lui del secolo XVII. Venne a sapere della sua esistenza dal francescano Luca Wadding. Quindi a sua volta si informò del Sermo dall' opera del P. Critana durante la controversia sul monacato agostiniano di San Francesco d' Assisi propugnato inutilmente da alcuni Agostiniani, e anche da Luigi degli Angeli. Herrera dichiara che non conosce ne' Nicola da Alessandria ne' la sua opera. Lo crede un autore recente, "et quidem authori novitio de rebus pristinis tractanti, sine ratione, quae suadeat, sine testimonio alterius antiquioris, qui referat, et fidem mereatur, credere non oportet" (125).

Ma chi fu Nicola di Alessandria? Sarà questo Agostiniano il Nicolino di Alessandria, 'lettore nella Curia', che il priore Generale dell'ordine, Gulglielmo di Cremona, nomina il 19 maggio del 1327 insieme ad altri tre, che trattano con la Comunità dei Canonici regolari di San Pietro in ciel d'oro sulla fondazione della nuova casa degli Agostiniani di fianco alla tomba di Sant'Agostino? (126) Certamente Nicola di Alessandria fu membro del capitolo Generale dell'ordine celebrato a Grasse (Francia) nel 1335 in qualità di "professor sacrae theologiae" e come tale figura nell'atto notarile del 13 giugno che approva le condizioni e patti realizzati dall'Ordine Agostiniano con l'Abate e la comunità dei Canonici regolari di San Pitro in ciel d'oro; condizioni e patti che sono approvati un'altra volta l' 8 giugno del 1338 dai membri del capitolo Generale celebrato a Siena nello stesso anno, al quale partecipò anche il "Maestro" in sacra teologia Nicola di Alessandria (127). Il giorno 2 gennaio del 1334 con l'agostiniano Gerardo di Bergamo e altri 27 maestri in teologia di Parigi scrisse una lettera a Filippo VI, Re di Francia, "sulla situazione delle anime che gia avevano lasciato il corpo". Dovette essere promosso Maestro in sacra teologia nel 1333 in virtù di un mandato dato da Giovanni XXII il 19 di marzo dello stesso anno a Guglielmo, Cancelliere dell'Università di Parigi (128).

L'autore del Sermo era una persona competente, dedicata agli studi. Precisamente il suo Sermo fu composto a Parigi, centro principale di studi di quel tempo, nel 1332. Molto probabilmente lo pronunciò soprattutto per i giovani Agostiniani il giorno della festa di Sant'Agostino, il 28 di agosto.

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120) A. ZUMKELLER, Manuskripte von Werken der Autoren des Augustiner-Eremitenordens in mitteleuropaischen Bibliotheken, in Augustiniana 14 (1964), pp. 157-159, n. 881; e anche 12 (1962), p. 42, n. 395; 13 (1963), p. 451, n. 704; p. 454, nn. 712-13; fu pubblicato integralmente in volume separato a Wurzburg 1966; cf. A. PATERA-A. POLAHA, Soupis rukopisu Knihovny Metropolitni Kapitoly Prazké I, Praga 1910, 464-466.

121) Di questo sermone ha parlato lungamente e pubblica paragrafi importanti il P. A. ZUMKELLER, Schrifttum und Lehre des Hermann von Schildesche, Wurzburg 1959, pp. 117-28.

122) J. G. DE CRITANA, Compendio historial de como N. P. San Agustin vivio vida monastica y fundo la Orden de los frayles ermitanos, Valladolid 1604; il compendio storico lo pubblicò tradotto in latino il P. G. A. Dayneff, Epitome historica vitae monasticae Magni Antistitis Augustini, Amberes 1612; la citazione di Nicola da Alessandria è nel c. 8.

123) A. LANDUCCI, o. c., Roma 1657, pp. 73-74.

124) LUIS DE LOS ANGELES, De vita et laudibus S. P. N. Aur Augustini, 1 ed. a Coimbra 1612, 2 ed. Parigi 1614; la citazione è nel lib. 6, cap. 3.

125) T. DE HERRERA, Responsio pacifica ad apologeticum de Praetenso Monachatu Augustiniano S. Francisci, Bologna 1635, pp. 175, 181-183. L'agostiniano P.W. Humpfner conobbe le citazioni fatte da Herrera: però non riuscì ad identificare il Ms., cf. la p. XVII dell'introduzione e le pp. 445-447 delle note dell'edizione critica, diverse volte citata, dell'opera di Giordano di Saonia, Liber Vitasfratrum.

126) Cf. R. MAIOCCHI-N. CASACCA, Codex diplomaticus..., vol. 1, p. 29; An. Aug. 16 (1937-38), p. 8.

127) Cf. R. MAIOCCHI-N. CASACCA, o. c., vol. 1, pp. 64 e 74; E. ESTEBAN, An. Aug. 4, pp. 139 e 177.

128) Cf. S. LOPEZ, An. Aug. 10 (1923-24), p. 76.