Un legendario dei primi santi agostiniani (1326-1342)
Rudolph Arbesmann OSA

Un legendario dei primi santi agostiniani (1326-1342)

["A Legendary of early Augustinian Saints (1326-1342)"]

1966
8

DE FRATRE ANGELO DE GARFAGNANA

 

DE FRATRE ANGELO DE GARFAGNANA[i]
(Fol. 50r) Dicitur namque de fratre Angelo de Garfagnana (Carfagniana cod.), quod pluries ianuis clausis ecclesiam Sancti Mi(c)haelis de Vallivo, debens festum predicti sancti sua presentia honorare, noctu ut oraret intravit. Qui (cum) semel a dicto festo revertens, quia inclinata erat iam dies nimiumque pluens, a suis fratribus non expectabatur nisi a fratre Leonardo converso. Qui sepe per fenestram si veniret prospiciens, lumen magnum videns, ad ianuam aperiens ivit eumque tangens inlesum invenit.

 

Panfilo (fol. 133r) ed Herrrera (1.12) non seppero evidentemente dirci di più su fra Angelo, tranne che era conosciuto nell'Ordine come "Beatus Angelus de Garfagnana". Dalla narrazione del nostro Anonimo Fiorentino possiamo tranquillamente concludere che questi fosse un conventuale dell'eremo dei SS. Giorgio e Galgano di Valle Buona in Garfagnana, la vallata superiore del Serchio. Non vi sono dubbi sulla esatta posizione di questo eremo. Circa 18 miglia a nord di Lucca, in una stretta e boscosa vallata laterale del Serchio, vi é il piccolo paese di Fabbriche di Vallico, così chiamato dalle officine per la lavorazione del ferro che vi sorsero intorno agli inizi del XIV secolo. Una fattoria e dei campi a terrazza e sul pendio della collina sovrastante il paese, segnano il luogo dove un tempo si ergeva l'eremo. Sebbene non rimanga oggi alcuna traccia dell'edificio, la sua memoria é stata mantenuta dalla tradizione locale. I nativi chiamano il luogo “I Romiti”. La "ecclesia Sancti Michaelis de Vallivo", menzionata nel racconto, é la "ecclesia S. Michaelis de Valivo Superiori", elencata nel "liber extimi Lucane dyocesis", redatto nel 1260 per la ripartizione delle tasse[ii], e nei registri tuttora esistenti degli esattori delle decime papali della diocesi di Lucca nel 1302-1303[iii]. La chiesa della vicina frazione é elencata negli stessi registri rispettivamente come "ecclesia SS. Jacobi et Christofori de Valivo de Socto (sic)" e "ecclesia SS. Jacobi et Christofani (sic) de Valivo de Subtus"[iv]. I nomi italiani di Valivum Superius e Valivum de Subtus sono Valico di Sopra e Valico di Sotto. I due villaggi, pittorescamente appollaiati su un pendio di una montagna sopra Fabbriche di Vallico e distanti circa mezzo miglio distanti l'uno dall'altro, un tempo appartenenvano alla vecchia parrocchia di Gallicano che, nel 1260, comprendeva, entro la sua giurisdizione, 23 chiese al servizio delle varie comunità. Tra loro c'era il più ampio comune di Trassilico[v]. Non mi consta che esista un documento antecedente al 1223 che menzioni l'eremo. Come S. Salvatore di Cascina esso apparteneva alla più antica unione di Eremi Toscani[vi]. Barsotti[vii] pone il 1214 come anno della sua fondazione. In quell'anno, secondo la sua fonte (un martirologio di S. Agostino in Lucca, scritto nel 1514), la popolazione di Trassilico regalò a "Gli Eremiti di S. Agostino"[viii] un pezzo di terra in Valico di Sotto per la erezione dell'eremo dei "SS. Giorgio e Galgano di Valle Buona di Garfagnana". Lo stesso anno viene menzionato da D. Pacchi[ix], che piuttosto vagamente parla di "carte antiche del convento degli Agostiniani di Lucca", secondo le quali nel 1214, "gli uomini di Trassilico donarono agli Eremiti di S. Agostino[x] la chiesa e il luogo de' SS. Giorgio e Galgano di Vallebuona di Garfagnana situato nel comune di Valico di Sotto". C. De Stefani[xi] che accetta la data, collega la fondazione dell'eremo con alcuni eventi storici che avvennero allora in Garfagnana. Proprio in quel tempo l'Imperatore Ottone IV aveva messo al bando dell'impero la nobile famiglia dei Porcari, liberando così dal giuramento di fedeltà i loro vassalli in Versilia e Garfagnana, tra i quali la popolazione di Trassilico. Questo bando pronuciato contro i loro signori feudali, ipotizza De Stefani, dette alla popolazione di Trassilico l'opportunità di donare il luogo dei SS. Giorgio e Galgano agli eremiti. Comunque ciò sia avvenuto, tenendo presente che l’eremo esisteva certamente nel 1223, i suoi inizi potrebbero risalire all'anno 1214. Nel 1250, "Guido, Prior de Valle Bona de Carfagnana (sic)", prese parte al capitolo generale della congregazione degli Eremiti Toscani a Cascina[xii]. Quando dopo la Grande Unione del 1256 gli sforzi principali dell'Ordine furono diretti verso la fondazione e lo sviluppo delle case nelle città, gli eremi grandi e piccoli, essendo situati fuori mano, cominciarono a tramontare[xiii]. Sebbene nel 1300 esso ospitasse ancora sette frati, si cominciò a fare i primi passi per una sua eventuale vendita. Secondo un documento del 10 febbraio 1300[xiv], il priore dell'eremo, fra Lorenzo, con gli altri sei membri della comunità[xv], dopo aver consultato il Priore Provinciale[xvi], fra Bartolomeo, e ottenuto il suo consenso, autorizzò tre frati dell'Ordine, vale a dire, “Martinus de Pescia, Michael de Castillione e Andreas de Burcillano”, ad agire per suo conto "nella vendita di tutti i beni, possedimenti terrieri e ricchezze" dell'eremo. Secondo quanto ne sappiamo, comunque, non si trovò alcun compratore, perché l'eremo é ancora menzionato nei registri del Priore Generale Bartolomeo Veneto il 22 marzo 1387 e il 12 dicembre 1392[xvii]. La sua storia indipendente finì nel 1461 quando fu unito al più ampio monastero di S. Agostino di Lucca[xviii]. Fu una delle quattro "grangie" di S. Agostino, elencate dal Barsotti[xix] nel 1693.

 


[i] AA, 8.296.

[ii] GUIDI, o. c., 5141.

[iii] GIUSTI e GUIDI, o. c., 4227.

[iv] GUIDI 5140; GIUSTI e GUIDI 4226.

[v] Vedi l'elenco delle chiese e delle comunità in GUIDI 5135-5157. Per una descrizione storica e geografica della zona, vedi REPETTI, Dizionario, o. c., 2.80, 385; 5.632ss. R. RAFFAELLI, Descrizione geografica, historica, economica della Garfagnana, Lucca 1879 (vedi pp. 104-106, 107, 110), dovrebbe essere usata con cautela per quanto riguarda le parti storiche. Basti ricordare l'affermazione di Raffaelli (p.105) che “la bolla di Innocenzo X, che ordinava la soppressione delle case religiose che annoveravano meno di dieci membri [la bolla "Instaurandae regularis disciplinae" del 15 ottobre, 1652 !], obbligò il Priore Generale dell'Ordine, Guglielmo Becchi, a sopprimere l'eremo [dei SS. Giorgio e Galgano] nel 1461(!)”.

[vi] Vedi note 78 e 79.

[vii] M. BARSOTTI, La cononatione, o. c., p. 129ss.

[viii] Questo é un ovvio anacronismo, poiché gli Eremiti Toscani non adottarono la Regola di S. Agostino prima del 1244.

[ix] Ricerche istoriche sulla Provincia della Garfagnana, Modena 1785, p. 95.

[x] Vedi nota 93.

[xi] Storia dei Comuni di Garfagnana, Modena 1923, p. 32ss; cfr. pp. 105-108.

[xii] Riguardo a questo capitolo ed al documento relativo vedi nota 8. Herrera (2.514) suggerisce che questo fra Guido potrebbe essere stato Guido de Stagia che, nel 1265, divenne il secondo priore generale dell'Ordine dopo la Grande Unione del 1256. Vedi comunque ROTH, Cor Unum 9.18.

[xiii] Furono pochissimi gli avvenimenti importanti nella storia dell’eremo. Documenti tuttora esistenti, che un tempo appartennero al suo archivio, sono ora nell’Archivio di Stato a Lucca, fondo S. Agostino. Essi ci parlano di donazioni, affitti, acquisti e vendite di proprietà. Il più antico tra questi documenti, datato 20 gennaio 1228, é la registrazione di una eredità consistente in un dono annuale di due “staia” di grano. L’eremo é anche elencato nei registri tuttora esistenti degli esattori delle decime papali della diocesi di Lucca negli anni 1275-1276, 1276-1277, e 1302-1303: GUIDI, o. c. 3838, 4230, 5020; GIUSTI e GUIDI, o. c., 3855.

[xiv] Il documento originale è ancora esistente nell’archivio arcivescovile di Lucca e porta il contrassegno Q. 69.

[xv] I sei membri erano i frati: Tobias, Paulus, Iando, Jacopus, Johannes e Ricardus.

[xvi] L’eremo apparteneva all’Ordine Toscano della Provincia di Pisa.

[xvii] Roma, Archivio Generale O.S.A., Dd 3, fol. 8r e fol. 178v. Citiamo seguendo a brani scelti da Herrera dai Registri in Ms 8435 della Biblioteca Nacional di Madrid, rispettivamente pp. 5 e 48. Vedi anche HERRERA 2,514.

[xviii] Vedi HERRERA, ibid.

[xix] Cfr. BARSOTTI, La Coronatione, o. c., p. 137: “Degli scritti Eremi (l’autore si riferisce ai 13 eremi che avevano formato una unione fin dal 1228; vedi p. 35 e n. 76 supra) si mantengono presentemente con le loro Chiese divenute Grangie del Convento di S. Agostino di Lucca, quelli di S. Maria di Brancoli, di S. Jacopo della Cella, dei SS. Giorgio e Galgano di Valle Buona e di S. Giorgio della Spelonca”.