La traslazione di Sant’Agostino dall’Africa a Cagliari
Luigi Cherchi

La traslazione di Sant’Agostino dall’Africa a Cagliari

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Bacolo, Mitria e vesti

 

Prima di finire devo spendere una parola sulla sorte delle reliquie minori di S. Agostino: bacolo, mitria e vesti sacerdotali. La notizia su queste reliquie l’abbiamo sempre nella famosa lettera di Pietro Oldradi. Poi la ripeterono Mons. Giovanni Francesco Fara (De rebus sardois) e tanti altri autori, in particolare Pietro Martini (Storia delle invasioni... 73-75) che si serve delle false "Pergamene d’Arborea".

Il bacolo e la mitria, secondo il Fara (De rebus sardois, pag. 47-48) e secondo un’attestazione del 1611, sarebbero state portate nella chiesa degli Agostiniani di Valencia in Spagna (Efisio Serra, Una pagina d’oro ... pag. 85: relazione di Martin Carrillo).

Le vesti (una tunicella, una dalmatica e una cappa), dopo essere state per molto tempo nella chiesa di S. Francesco di Stampace, dopo il crollo della stessa chiesa, avvenuto l’11 gennaio 1875, furono custodite nella cripta della Cattedrale (Serra, pag. 87-91) e attualmente sono conservate nel suo museo. L’Arcivescovo Mons. Paolo Maria Serci le inviò alla mostra archeologica, che si tenne ad Orvieto nell’ottobre del 1896, in occasione del XIV Congresso Eucaristico internazionale (Puxeddu, pag. 9-10; Serra, pag 120).

Ed ecco, puntuale, nell’anno successivo, comparire un articolo critico del P. Hartmann Grisar, gesuita, sommo storico e di cultura non comune. Parlando delle "vesti" di S. Agostino scrive che non possono essere del tempo in cui visse il santo. Sono "vesti di origine apertamente assai più tarda, ma certo non di poco pregio" (Nuovo Bollettino di archeologia cristiana, 1897, da pag. 1 a pag. 44; in particolare a pag. 41 e 42). Egli pensa che furono vesti usate in onore di S. Agostino pr qualche circostanza particolare e poi, impropriamente, dette di S. Agostino (pag. 42).

Altrettanto, penso, si debba dire per il bacolo e la mitria.