La traslazione di Sant’Agostino dall’Africa a Cagliari
Luigi Cherchi

La traslazione di Sant’Agostino dall’Africa a Cagliari

Introduzione

 

La vita di S. Agostino, grande pensatore e Dottore della Chiesa, è stata molto movimentata. Nato a Tagaste, nell’Africa Settentrionale, nel 354 e morto a Ippona nel 430, sempre in Africa, nei suoi settantasei anni di esistenza ebbe molti travagli. Il padre, di nome Patrizio, era pagano, ma poi morì cristiano; la madre Monica, ardente cristiana, ebbe molto da soffrire, da pregare e da piangere perché il giovane figlio si era irretito malamente con gli eretici Manichei, discepoli di Manete e che insegnavano: c’è un sommo Dio buono, autore di ogni bene; ma c’è anche un sommo Dio perverso, autore di ogni male. Molto intelligente, dotato di eloquenza ed oratoria non comune, diventa professore a vent’anni; fugge di nascosto da Tagaste a Roma in cerca dì celebrità; arriva a Milano dove trova il suo trionfo. Ma ivi trova anche la Grazia. Sa che il vescovo della città, Ambrogio, parla al popolo in un modo altamente convincente: anche lui è oratore, come Agostino stesso, ma dotato di un’oratoria diversa: profonda, persuasiva, convincente. A Milano viene raggiunto dalla madre; Agostino si arrende alla Grazia e si converte: il 387 si fa battezzare. Dietro le suppliche di Monica, che muore durante il viaggio ad Ostia, ritorna in patria. Ha abbandonato il libertinaggio della giovinezza, ha lasciano la donna con cui viveva da anni; diventa prete, conduce una vita cenobitica col figlio naturale Adeodato e con altri amici. Nel 396, morto Valerio, vescovo di Ippona, viene a succedergli in quella cattedra, che sarebbe diventata famosa nel mondo intero. Travagliata la vita di Agostino, anche da vescovo, perchè dovette combattere con eretici Manichei, Pelagiani e coi Donatisti, eretici violenti; diverse volte fu nel pericolo di essere ucciso da loro. Quando muore, il 28 agosto del 430, la città è assediata, depredata e in parte incendiata dai Vandali. Le sue spoglie mortali vengono deposte, molto probabilmente, nella cattedrale detta "Basilica Pacis" e gelosamente custodite dai cristiani di Ippona come racconta Possidio, il suo primo biografo, nella vita che amorosamente ne ha scritto e di cui attualmente (dal 1955) abbiamo un edizione critica, dovuta al professore di letteratura cristiana, oggi Card. Michele Pellegrino (Agostino Trapè, Bibliotheca Sanctorum, vol. 1, col. 433). In seguito il corpo di S. Agostino fu trasferito da Ippona in Sardegna e dalla Sardegna a Pavia, dove riposa tuttora. Dunque anche le ossa del Santo vescovo hanno avuto il loro travaglio! Queste due traslazioni sono certissime e diversamente documentate, da vari autori. Più difficile docurnentare le due date relative e le circostanze particolari. Poniamoci perciò queste due domande:

1) il corpo di S. Agostino quando fu trasferto da Ippona in Sardegna?

2) quando fu trasferito dalla Sardegna a Pavia?