Le vicende del Corpo di Sant'Agostino attraverso 15 secoli - suo stato attuale
Stanislao Bellandi OESA

Le vicende del Corpo di Sant'Agostino attraverso 15 secoli - suo stato attuale

Libreria Editrice Fiorentina, Firenze
Note

Note

 

1) POSSIDIO, Vita S. Aurelii Augustini, cap. XXXI.

2) Negli scavi fatti in questi ultimi tempi nel suolo dell'antica Ippona sono venuti alla luce gli avanzi della Basilica della Pace che prima accolse le spoglie mortali d'Agostino.

3) POSSIDIO, Vita S. Aurelii Augustini, cap. XXXI: "Ecclesiae bibliothecam omnesque codices diligenter posteris custodiendos semper iubebat".

4) SERRA, Una pagina d'oro della Storia Ecclesiastica della Sardegna, Cagliari 1889; ARQUER S., Sardinae brevis historia et descriptio, tabula chorographica insulae ac metropolis illustrata nella cosmografia dei Muster, Basilea 1558; A. DELLA MARMORA, Itinerario dell'Isola di Sardegna, Ed. da P. Marica, Caserta 1918; PUSSEDDU, Il culto di S. Agostino in Cagliari: note storiche, Cagliari 1925. Questa piccola chiesa a poco a poco incominciò ad esser designata col titolo dl S. Agostino. In un tempo che ancora non è stato determinato, ma probabilmente alla fine del sec. XII, vi fu edificato da presso un monastero da alcuni religiosi professanti la regola del S. Padre. Nel sec. XVI, sotto Filippo II, ritenuto detto monastero, con annessa chiesa, come pericoloso alla sicurezza delle fortificazioni della città, specialmente a quelle del rione o quartiere di Lapola, si procedè alla demolizione tanto del monastero che della chiesa. In compenso di ciò, a spese del R. Tesoro, fu costruito un Convento ed un'altra chiesa per i nostri religiosi entro il rione della Marina, e precisamente nell'antica Via S. Leonardoche prese presto la denominazione di Via S. Agostino e finalmente l'attuale di Via Brayle. Alla nuova chiesa fu dato il titolo della precedente, cioè di S. Agostino con l'aggiunta di nuova per distinguerla dalla vecchia. Qui i nostri Padri rimasero costantemente fino al 1889 epoca della morte dell'ultimo superstite, il venerando P. M° Simone Sanna. Il 28 ottobre dello stesso anno l'Amn.ne Comunale di Cagliari ordinava la chiusura del Tempio. In tali circostanze le statue di S. Agostino, di N. S. della Cintura e di S. Rita, oggetto di vivissimo culto, furono trasferite nella vicina Parrocchia dl S. Eulalia.

Tale provvedimento dispiacque molto al buoni Cagliaritani e nulla lasciarono d'intentato perché il Tempio di S. Agostino fosse riaperto al culto. Vari furono i ricorsi che si avanzarono a questo scopo. Nel 1897 fu inviata alle autorità competenti una petizione sottoscritta da 9000 persone delle più distinte e autorevoli della città. Ma tutto riescì vano, non ostante l'interessamento personale di Mons. Paolo Sorci Arcivescovo di Cagliari, tanto potente era allora la setta che spadroneggiava nell'Amm.ne Comunale. Si tentò perfino di demolirla!

Era riservato all'attuale Arcivescovo Mons. Ernesto Piovella di vedere al fine appagati tanti voti. Dietro sua istanza, il Commissario Prefettizio Cav. Uff. V. Tredici con decreto in data 5 Febbraio 1925 deliberava la riapertura al culto della nostra Chiesa di S. Agostino. Procedutosi alla nomina del Rettore nella persona del Rev,mo Dr. Amedeo Loj, zelante parroco di S. Eulalia, la Chiesa fu riaperta al culto il 6 aprile dello stesso anno. Il 2 agosto successivo Mons. Arcivescovo riconsacrava con grande solennità il Tempio e fra 1'entusiasmo di tutta Cagliari vi si riportavano processionalmente le venerate statue della Vergine di Consolazione, di S. Agostino e di SRita.

5) Fu ridotta allo stato attuale nel 1630 a spese della March. Di Villacidro.

6) SERRA, op. cit., Il culto di S. Agostino in Cagliari.

(7) S. Beda nel suo Chronicon, sive de sex aetatibus hujus saeculi, in Monum. Historia Britannica Vol. 1. p. 101, riporta in proposito la testimonianza tramandataci da Paolo Diacono: "Luitprand quoque audiens, quod Saraceni, depopulata Sardinia, etiam loca illa ossa sancti Augustini Episcopi propter vastationem barbarorum olim traslata et honorifice fuerant condita, foedarent, misit et dato magno pretio, accepit et transtulit ea in urbem ticinensem, ibique cum debito tanto Patri honore recondit ".

(8) Poco dopo la metà del secolo scorso fece grande rumore ed ebbe estesa risonanza la scoperta di antiche pergamene palinseste scritte in caratteri longobardici designate col titolo "carte d'Arborea". In tali documenti sarebbero stati inseriti, tra l'altro, brani di una cronaca contemporanea o quasi, alla invasione dei Saraceni, ed al riscatto del corpo di S. Agostino per parte dei messi di Luitprando con estesi particolari intorno a tale riscatto. Fra l'altro vien narrata l'opposizione che fecero i buoni Cagliaritani a tale mercato, opposizione che costò la vita a diversi. Fra quest'oppositori si sarebbero trovati vari religiosi che custodivano le preziose reliquie. Molto si è disputato su l'autenticità di tali documenti. Non pochi però hanno, avanzato seri dubbi, alcuni hanno gridato al trucco, altri ne hanno prese le difese. Stante ciò noi non ci serviremo dei medesimi.

(9) Proprio l'anno 722 stanno molti e gravi autori. Anche il Muratori sta per questa data. Starebbe a conferma il fatto, che la morte del Gialeto, al tempo del quale entrarono in Cagliari i Saraceni e fu venduto a Luitprando il corpo di S. Agostino, è segnata precisamente nel 722.

(10) Di una tale tradizione vi è espressa menzione nelle sopra ricordate carte d'Arborea. In esse viene anzi precisato anche il nome dei tre ardimentosi che si diedero da fare per salvare sì preziose reliquie. Tale ardire costò a due di loro la vita. Secondo tale testimonianza, in quella generale confusione queste reliquie vennero nascoste nella spelonca di S. Giovenale Vescovo di Cagliari.

(11). P. SULIS, Anno del Martirio di S. Efisio, e sua vita, con note e documenti, Cagliari 1881. Il baculo é coperto d'avorio e la mitra ha un piccolo fregio. Ambedue le reliquie fino a circa il 1830 erano custodite in preziose custodie d'argento. Divenute queste preda della licenza militare intorno a quel tempo, furono sostituite con altre fatte di legno dorato.

(12) Arch. Arcivescovile di Cagliari.

(13) P. DIACONUS, Historia Longobardorum, lib. IV, n. 31.

14) PIETRO TOLINI, Scritti di Storia e d'Arte, p. 150, Milano 1881; P. DIACONUS, Historia Longobardorum, lib. 18, cap. 58.
15) Specialmente il Cielo della Basilica era tutto splendente d'oro.
16) DUCHESNE, Liber Pontificalis, vol. I, p. 430.

17) Speculum Historiale LXIII, cap. 148.

(18) Arch, Storico Ital. Serie 3. T. I° p. 45, Firenze 1865.

(19) MAIOCCHI-CASACCA, Codex dilplomaticus...., VOL. II, doc. CCCLIX.

(20) AUGUSTINUS TICINENSIS, De situ orbisp. 4.

(21) MAIOCCHI-CASACCA, Codex dilplomaticus...., VOL. III, doc. CCLXXXV.

(22) Collectio actorum atque allegatorum quibus ossa sacra Ticini in confessione S. Petti in Coelo aureo anno 1695 referta esse S. Augustini Hipponensis Episcopi..., Venetia, 1729.

(23) PIETRO TOLINI, Scritti di Storia e d'Arte, Milano 1881.

(24) L. VI, cap. 58.

(25) MAIOCCHI-CASACCA, Codex dilplomaticus...., VOL. I, pag. XV.

(26) Bolla di Onorio III.

(27) La preziosa reliquia fu trasportata in Africa con la più grande solennità. L'accompagnarono ben sette Vescovi. Giunto il vascello presso Cagliari si fermò ed uno del Vescovi, presa la reliquia, benedì l'Africa, la Francia e la Sardegna che per oltre due secoli custodì il corpo del S. Dottore. Quel braccio che mai si stancò sopra tanti volumi e che tante volte si levò per benedire il suo popolo, riposa ora nella nuova splendida Cattedrale d'Ippona.

(28) Confrontando l'esito di questa ricognizione con quella fatta nel 1696, quando si trattò di emettere la sentenza di autenticità, troviamo che le due ricognizioni, in sostanza, convengono. Certo l'ultima fu fatta con maggiore cura.