Stefano Luigi Astengo OESA
Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1929
Di alcune religiose agostiniane
DELLE AGOSTINIANE DI S. VITO IN FERRARA potrebbe ripetersi ciò che D. Pietro Maria Marsolo scriveva «sacris nobilissimis musicam profitentibus virginibus ex venerabili atque religiosissimo monasterio S. Antonii Ferrariae: admiranti mihi virgines sacrae praeter coeteras nobilissimorum animorum vestrorum tam pietatis quam religionis omniumque virtutum innumeras dotes musicam praecipue vos reddere ornatissimas atque Deo hominibusque gratissimas» (57).
Nel monastero di S. Vito, infatti, furon coltivati in modo speciale la musica e il canto, e tutti gli autori parlano con alti elogi delle monache di S. Vito esperte (o virtuose) nell’arte dei suoni.
Notissimo e commovente l’episodio del 1598.
"Andette la sposa (58) li 16 al monastero di S. Vito per ascoltare quel concerto che da tanti e diversi musici d’Italia et fuori è universalmente celebrato.
«Con tanta soavità e dolcezza d’armonia cornetti, tromboni, violini, viole, arpe doppie, leuti, flauti, cornamuse, clavicembali e voci che propriamente ivi pareva che fosse il paradiso istesso aperto et non cosa umana» (59).
Tanto che lo stesso Clemente VIII, che accompagnava gli sposi a S. Vito, rimase così tocco dalla musica soave di quelle agostiniane da versare visibilmente lacrime di tenerezza.
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Non vi era principe, o grande personaggio che andando a Ferrara non visitasse le Agostiniane di S. Vito col desiderio di ascoltarle; come più tardi il Pascoli non andrà mai (60) a Sogliano al Rubicone senza intenerirsi alle preghiere di quelle Agostiniane, che il delicato poeta di S. Mauro immortalò nella poesia «Le Monache di Sogliano».
Tra le monache di S. Vito virtuose nella musica primeggiarono:
Suor Catabene dei Catabeni, tenore, che dirigeva la scuola od oratorio di musica. - Suor Raffaella Magnifici, suonatrice di cornetto singolare. -Suor Claudia Manfredi, «soprano delicatissimo». - Suor Bartolomea Soraniati, «soprano delicatissimo». - Suor Cassandra Pigna, tenore. - Suor Alfonsa Trotti, «basso singolare e di stupore». - Suor Olimpia Leoni, ottimo contralto «che toccava la viola con molta leggiadria».
Ma sopra tutte eccelsero le sorelle Aleotti, figlie del celebre architetto G. Battista, detto l’Argenta del luogo d’origine.
Suor Raffaella Aleotti, secondogenita dell’Argenta, nacque il 1566.
Organista e compositrice «sopra ogni altra singolarissima e senza pari» nel toccare l’organo.
Rapita dal suono di lei, Margherita d’Austria la invitò in Spagna.
Stampò motetti e madrigali molto reputati, ma purtroppo irreperibili.
Fu suo maestro Ercole Pasquino.
Suor Vittoria Aleotti, nacque a Ferrara verso il 1570.
Scolara, come la sorella, di Alessandro Milleville, a sei anni suonava a meraviglia l’arpicordo.
Da quella del Milleville passò alla scuola di Ercole Pasquino, che la fè progredire nel canto e nel contrappunto.
A dieci anni entrò a S. Vito per la cultura superiore, e vi si trovò tanto bene che vi si fece monaca.
Più fortunata della sorella, di lei ci restano ventuno pezzi musicati su versi del Guarini, stampati a Venezia nel 1583 sotto il titolo: Ghirlanda di madrigali a 4 voci.
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La scuola della Catabene cessò con la soppressione del 1797, ma ebbe ancora un eco nel 1808 con
Suor Chiara Teresa Sforzini, dalla voce delicata, e Suor Maria Angelica Salomoni, organista e cantante.
E la bella tradizione continua, nonostante le dolorose vicende.
Nel 1830 le Agostiniane acquistano per 180 scudi un organo per la | p. 41 | chiesa interna dal celebre artista Vincenzo Mazzetti; e la contessa Gabrielli regala un eccellente piano-forte di Germania a sei ottave per uso della maestra e un clavicembalo per la scuola delle alunne secolari (Scudi 80).
Il 12 settembre dello stesso anno entrò a S. Vito Gesualda Casarini di Bologna per farsi religiosa, maestra di suono e canto e specialmente per insegnare il canto fermo.
Nella vestizione religiosa si chiamò Suor Eletta Cecilia, nome augurale.
Per la settimana santa del 1831 la Casarini già dirigeva.
Cantarono (per la prima volta dopo la Soppressione) le lamentazioni Suor Metilde, Suor, Giacinta, Suor Anna Teresa, «rinnovando così l’antico lustro e decoro in tali funzioni, che aveva avuto in passato il nostro monastero».
Suor Eletta Cecilia Casarini morì il 19 aprile 1870.
Aveva abilità nella musica, che possedeva a fondo, e della quale fu maestra; fu di carattere dolce, d’aspetto ilare, tutta cuore e carità, sempre tranquilla e serena. (61)
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Suor Sulpizia Cesis del monastero di S. Geminiano di Modena nel 1619 stampò presso il Cassiani (Modena) Motetti pel primo e secondo coro, in 5 parti, che (insieme ad altra musica per lo stesso monastero) erano un tempo (1881) presso il cav. GB. Venturi di Reggio Emilia.
Contemporanea della Cesis (1596), che trattava il liuto per eccellenza, e vivente nello stesso monastero era Suor Faustina Borghi «giovane d’anni 27 e virtuosissima in contrappunto, di suonare cornetto et d’organo, et essendo allieva di Fabio Richetti. Et anco suona di leuto eccellentemente Suor Sulpizia, figlia dell’Illu.mo signor conte Cesi».
(Cron. Spaccini, citata dal Valdrighi in «Atti e Memorie della R. Deputaz. di Storia Patria delle prov. di Modena e Parmense». Ser. III. Vol. II. pagg. 432 e 468).
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Pietro della Valle nel discorso a Lelio Giudiccioni scrive: «la monaca di S. Lucia in Selci (Agostiniane in Roma) ognun sa di quanta fama sia nella musica.»
(Cfr. Doni: opere, tom. II. pag. 257).
Nel quale monastero viveva nei 1647 anche una suora di lettere: Caterina Costanza di Gesù, nativa di Mantova, oriunda di Napoli, che | p. 42 |scrisse un opera dal titolo: Ad Beatiss. Virg. peccatricis animae spem et ducem, carmina italica.
Il Maracci, che ne possedeva il MS., lo giudicava «luce dignum». (62)
LE AGOSTINIANE DI PONTREMOLI. - Nel 1649 il vescovo di Brugnato, alla cui giurisdizione apparteneva il monastero delle Agostiniane di S. Giacomo, incaricò il P. Ferdinando Gondani - guardiano ed organista di S. Francesco - d’insegnare «alle sue monache a cantare e sonare di canto figurato».
«Accettai la fatica - continua lo stesso Gondani, nel suo curioso quadernetto di «Cose successe a Pontremoli dal 1644 al 1690 - e mi messi alla impresa, e tanto mi affaticai che in breve tempo le feci cantare dei salmi a tre voci e quattro, con suo gran gusto, a gloria di Dio Benedetto».
Il medesimo incarico riebbe nel 1667, appena tornato da Venezia, da Mons. Gb. dei Dieci, e questa volta il programma fu più solenne.
«Mi messi all’impresa e in un anno cominciorno a metter su la musica, si attacorno dieci violini sopra la parte, e poi si trovò un’altra madre che sonava il baso di viola, sì che si cominciò a fare un bel concerto. E tutte quelle che cantavano facevano venire d’altre parti composizioni nuove, e facevano a gara a chi poteva avere più belle cose e si dava molto gusto a quelli che venivano a sentire». (63)
LE AGOSTINIANE Dl SAVONA. - Anche queste figlie di S. Agostino ànno scritto nella loro storia più volte secolare belle pagine d’amore all’arte dei suoni.
Era tanta la passione per la musica di chiesa che quando qualche fanciulla chiedeva il velo, ma non aveva la dote sufficiente, vi rinunziavano volentieri (se s’accorgevano ch’ella aveva buone disposizioni al canto, o al suono) per non rinunziare a un nuovo soggetto per la loro cantoria, ormai diventata popolare. (64)
(57) Missa, Motecti, Psalmi; Venezia, Vincenti, 1606.
(58) Margherita d’Austria con Filippo III, uniti in matrimonio da Clemente VIII il 13 novembre 1598.
(59) GIO. MARIA ARTUSI DA BOLOGNA: Ragionamenti delle imperfezioni della musica moderna - Rag. I. - (Venezia, 1600).
(60) Vi andava spesso per visitare le sorelle che erano in educazione nel convento delle nostre monache. (S. Mauro non è molto lontano da Sogliano).
(61) Archivio delle Monache Agostiniane di S. Vito (ora S. Giustina in Ferrara).
(62) Maracci, Bibl. Maruana, I. 272.
(63) Citato da P. FERRARI: La Chiesa e il Convento di S. Francesco di Pontremoli - Pontremoli, Rossetti, 1926).
(64) Cfr. STEFANO LUIGI ASTENGO, O. S. A. - L’Ordine di S. Agostino in Savona; Livorno, Fritelli, 1928. Parte terza: La SS. Annunziata.