Stefano Luigi Astengo OESA
Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1929
Introduzione
Purtroppo non saranno abbondantissime le notizie biografiche dei Nostri di cui si occuperà questo studio; perchè di uno solo parla il nostro Torelli; di sei, brevemente, l’Ossinger, e di altri pochi il Lanteri, il quale spesso se la cava con due righe, sovente con frasi vaghe, e a volte si limita semplicemente al nome, seguìto da un elenco, più o meno completo, di opere. Specialmente - e pare strano! - quando si tratta di italiani. D'altra parte i manuali e i dizionari di musica s'attardano di preferenza - come è naturale - sulla produzione degli autori, senza curarsi troppo delle notizie biografiche, che io ò dovuto - spigolando qua e là - mettere assieme a forza di piccoli indizi od accenni.
Ciò nonostante io non credo del tutto inutile questo saggio, perchè mette in luce più che una trentina di nomi sinora del tutto, o quasi del tutto ignoti, e legati, d'altronde, da un’idea animatrice comune: l'amore della musica.
Che se questa povera traccia - che pure ò durato fatica a imbastire - servirà a spronare altri a darci presto delle biografie, o qualche biografia, più complete, io sarò pago abbastanza della mia modesta fatica.
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Della musica scriveva così Costanzo Antegnati nella prefazione al suo "Liber primus Missarum" (Venetiis, apud Gardanum 1578) al P. Teodoro Quaglia, «augustinianae familiae decus eximium»:
«Tantam esse musicae facultatis vim atque necessitatem... ut ad D.O.M. quatenus fieri potest intelligendum, cognoscendum et amandum nihil melius, nihil illustrius musica musicoque concentu reperiri posse videatur; nam cum numero pondere et mensura (ut ille inquit) constent cuncta quae coeli ambitu continentur... non alia sane ratione quam cantu, modulatione ac harmonia productarum rerum opificem atque res ipsas investigare atque intelligere possumus.»
Non diversamente la pensava S. Caterina da Bologna, che, prima di essere francescana, aveva vestito l’abito di S. Agostino in Ferrara (1). Quando, gravemente inferma | p. VI | nel suo lettuccio, sente il bisogno di un po'di sollievo, si fa portare una viola - lo strumento che aveva studiato fin da piccina - e accompagnando il canto sul dolce e delicato strumento intona una canzone e guardando il cielo, come rapita in estasi, canta:
O dolci corde ordite in paradiso,
e all’armonia accordate,
con cui s’odono in ciel da viso a viso
cantar l’alme beate,
chi vi fè degne di sentirvi tocche
dalla man virginal di Caterina?
Essa così destina
lieta goder di voi
quando del ciel vuoi dare un saggio a noi.
E non soltanto solleva al cielo le anime la musica, ma spesso dà sollievo anche al corpo depresso.
Lo dice chiaramente la S. Scrittura: musica laetificat cor hominis. Lo sapeva s. Francesco d’Assisi, che, sofferente di occhi, a Rieti invitava un suo frate a cantargli una canzone sulla mandola. E non lo ignorava il buon priore di Rouge Cloitre, presso Bruxelles, che a calmare i nervi del nostro grande pittore fiammingo Hugo Van der Goës ordinava ai novizi di cantargli la più bella musica che sapessero. (2)
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Accennati di volo due libri (3), che direi ufficiali del nostro Ordine, dividerò la materia di questo studio in tre parti, trattando partitamente degli storici della musica, dei teorici della musica e finalmente dei compositori; aggiungendo un breve cenno degli organisti, dei quali troppo spesso non ho trovato che il nome.
p. [VII]
P. DONATO CALVI O.S.A.
Vicario Gen.le della Congregazione Agostiniana di Lombardia
(da un'incisione dell'epoca)
(1) Così risulta dai documenti da me raccolti intorno all'Ordine agostiniano in Ferrara.
(2) Cfr. GINO SABARIO - Un frate pittore (Hugo Van der Goës O. S. A.) - Firenze Libreria Arcivescovile, 1925.
(3) Hymni et Psalmi pro matutino iuxta morem ordinis Augustiniani. (Museo Civico di Bologna). Modulationes, intonationes et SS. antiphonae iuxta recentiorem formam Ord. Erem. S. Aug. ad maiorem fratrum facilitatem partim adaptatae, partim adnotatae. Iussu Rev.mi Patris fr. Fulvi Asculani O. N. Vicar. Gen. Apost. Romae, Mutio, 1602 (Liceo G. B. Martini di Bologna).