Agostino Giacomini
Provincia Agostiniana Picena, 1959
Devozioni mariane particolari dell'Ordine
Sono quelle della Madonna di Consolazione (o della Cintura), della Madonna del Buon Consiglio, della Madonna del Soccorso e della Madonna delle Grazie: di ognuna parleremo in breve, aggiungendo un cenno sulla Madonna del Parto e un richiamo su la Santa Schiavitù.
MADONNA DI CONSOLAZIONE o DELLA CINTURA
Come per alcuni altri ordini religiosi la devozione a Maria sotto qualche titolo specifico e particolare ha sapore leggendario in quanto alle origini e ai primi sviluppi, così avviene per gli Agostiniani circa la loro principale e distintiva (direi ufficiale) devozione alla Madonna di Consolazione o della Cintura. Narra infatti una pia tradizione come S. Monica, afflitta per la morte del marito e molto più per i traviamenti del figlio Agostino, si rivolgesse alla Vergine perché si degnasse consolarla nelle sue angustie e le mostrasse in che modo andasse vestita dopo la morte di S. Giuseppe. La Madonna allora le sarebbe apparsa, vestita di nero e con una nera cintura di cuoio stretta ai fianchi, esortandola a vestire ugualmente e a stimolare altri a far lo stesso, assicurandola, nel medesimo tempo, della sua protezione e del suo conforto non solo per essa, ma anche per chi l'avesse imitata. Convertitosi, prese poi la cintura anche il suo figlio Agostino, da cui l'ebbero i suoi monaci per tutti i secoli. Qualunque cosa si voglia pensare di questa pia e soave tradizione, è certo storicamente che il generale agostiniano Gerardo da Rimini (+1443) ebbe confermata la facoltà di istituire confraternite della Cintura, per individui dell'uno e dell'altro sesso, da un decreto (Solet pastoralis Sedes) di Andrea Montecchio, vescovo di Osimo e vicario generale di Eugenio IV, del 14 agosto 1439. Lo stesso anno, nella nostra chiesa di S. Giacomo Maggiore a Bologna, si istituì una confraternita della S. Cintura, del S. P. Agostino e di S. Monica; e poi altre se ne fondarono altrove. Nel 1495, dietro esortazione del piissimo oratore agostiniano Martino da Vercelli, nella suddetta Chiesa di Bologna fu eretta un'altra confraternita, detta di S. Maria della Consolazione. Nel 1575 il generale dell'Ordine Taddeo di Perugia unì assieme le due Confraternite, e Gregorio XIII approvò tale unione [pag. 110] il 13 giugno 1575 con la bolla "Ad ea ex paternae...". Nel 1576 lo stesso Papa, con il breve "Curandum est ut", concesse la facoltà di aggregare all'unita confraternita bolognese, passata ora Arciconfraternita, tutte le altre confraternite che in qualunque luogo si fondassero. Con breve poi del 12 novembre 1579 precisò che le patenti di aggregazione fossero spedite solo dal Generale dell'Ordine Agostiniano. Altre disposizioni, come anche molti favori spirituali, specialmente moltissime indulgenze, concesse in seguito la Chiesa (109). La sede dell'Arciconfraternita restò con onore e copiosissimi frutti per secoli a Bologna, finchè, il 29 novembre 1922, venne trasferita nella Chiesa di S. Agostino a Roma.
La Confraternita della Cintura ha avuto gran diffusione nel mondo, in maniera particolare dove si sono trovati gli Agostiniani. Anzi, contò tra le sue file parecchi convertiti nei paesi infedeli: un buon numero, segnatamente in Giappone, colse la palma del martirio.
Tra le svariatissime indulgenze, di cui è ricca la Confraternita della Cintura, non bisogna dimenticare la plenaria toties quoties, alla maniera della Porziuncola, che religiosi e fedeli possono lucrare nelle chiese agostiniane il giorno della festa della Madonna di Consolazione, come anche in tal giorno l'Ordine gode della facoltà di impartire la Benedizione Papale.
La festa della Madonna di Consolazione, fissa nella I domenica di Avvento, fu trasferita dalla S. Sede, il 7 agosto 1675, alla I domenica dopo la festa del S. P. Agostino, e, il 28 aprile 1914, venne fissata al primo sabato dopo la suddetta festa del S. P. Agostino (110). Per la Spagna fu elevata, nel 1724, a doppio di prima classe, e lo stesso rito venne esteso a tutto l'Ordine dalla S. Sede il 6 agosto 1805 dietro preghiera del Sacrista Pontificio Ven. Giuseppe Bartolomeo Menochio oesa, il quale ottenne pure, il 14 novembre dello stesso anno, che se ne potesse fare la commemorazione, alle Lodi e ai Vespri, durante l'Ottava del S. P. Agostino (111). Ufficio e Messa furono riformati sotto S. Pio X (112). [pag. 111]
Il giorno della festa ha luogo anche la solenne Processione dei Religiosi e Cinturati. Questi ultimi hanno pure processioni speciali ogni quarta domenica del mese.
I Religiosi del I, II, III Ordine sono obbligati a recitare quotidianamente la Coroncina della Madonna di Consolazione, almeno in forma breve. E' impreziosita da molte indulgenze.
Notiamo che, sotto il titolo della Consolazione, l'Ordine ha avuto e ha pure al presente non pochi conventi e chiese. Nel s. XV, a Genova, il pio agostiniano Giovanni Battista Poggio fondò la Congregazione, unita all'Ordine, della Madonna di Consolazione, che numerò diversi conventi e produsse illustri religiosi(113).
Gli Agostiniani, che hanno scritto sulla Cintura, superano il centinaio. Eccelle tra essi il dotto Giovanni Michele Cavalieri (+1757).
MADONNA DEL BUON CONSIGLIO
Circa l'origine della devozione alla Madonna del Buon Consiglio ci avverte una pia tradizione che la veneranda Immagine di Lei venne prodigiosamente trasferita da Scutari, in Albania, a Genazzano, nel Lazio: avvenimento, questo, già sostanzialmente predetto dalla terziaria agostiniana B. Petruccia, che attendeva a restaurare la chiesa del nostro Ordine nella stessa Genazzano e, non potendo compir l'opera per mancanza di mezzi, assicurava che la Vergine portentosamente ci avrebbe pensato Lei stessa. Qualunque cosa si voglia pensare di questa tradizione, fortemente radicata nel popolo albanese e in quello del Lazio, dal punto di vista storico è certo che, come scrive Ambrogio da Cori (provinciale romano al tempo dell'apparizione e poi generale dell'Ordine), il 25 aprile 1467 "quaedam imago B. Virginis in pariete dictae ecclesiae (la chiesa che la B. Petruccia stava restaurando) miraculose apparuit" (114) Subito fu un accorrere [pag. 112] di genti vicine e lontane a venerare la bella e soave Immagine e le grazie celesti piovvero su i devoti della Vergine, i quali la chiamarono S. Maria del Buon Consiglio (dal titolo antico della chiesa che la B. Petruccia contribuì a restaurare) o S. Maria del Paradiso (attesa la sua grande bellezza) o S. Maria di Piazza (dato il luogo dove la chiesa sorgeva) o S. Maria di Genazzano (dal nome del paese che per essa venne celebre in tutto il mondo): ma il primo titolo prevalse presto su tutti gli altri. Gli entusiasmi dei primi tempi non furono passeggeri: lungo i secoli la devozione alla Vergine del Buon Consiglio non ha avuto mai interruzioni, anzi si è sempre più sviluppata non solo in Italia, ma anche all'estero, specialmente in questi ultimi cent'anni. Sia i superiori dell'Ordine e i singoli religiosi, sia la stessa S. Sede hanno fatto a gara per incrementarla. I Papi Urbano VIII e Pio IX personalmente vennero a venerare la prodigiosa Immagine a Genazzano (115) e diversi altri ne arricchirono il santuario di privilegi e indulgenze (116). Il 17 novembre 1682 il Capitolo di S. Pietro la redimì della corona d'oro (117). Benedetto XIV, devotissimo della Madonna dei Buon Consiglio, ne eresse la Pia Unione per individui dell'uno e dell'altro sesso, colmandola di indulgenze (118), e Pio XI la sollevò a Primaria, il 29 gennaio 1924, concedendo al Generale dell'Ordine la facoltà di erigerne altre simili dovunque e di aggregarle a quella di Genazzano (119). La Pia Unione è oggi moltissimo diffusa. Connesso con la Pia Unione è lo Scapolare della Madonna del Buon Consiglio, istituito il 21 dicembre 1892 da Leone XIII, di Lei devotissimo, e dotato di ricche indulgenze (120). Lo stesso Papa elevò il Santuario alla dignità di Basilica minore (121) il 7 marzo 1903, e poi, il 22 aprile dello stesso anno, stabilì che nelle Litanie Lauretane, dopo l'invocazione "Mater admirabilis", si ponesse "Mater boni consilii" (122). [pag. 113]
Ufficio e Messa speciale in onore della Madonna del Buon Consiglio furono approvati, per il santuario genazzanese, dalla S. Sede il 18 dicembre 1779 e fissati al 25 aprile. Dietro poi preghiera del generale agostiniano Francesco Saverio Vazquez, molto devoto di Maria, vennero estesi, il 27 febbraio 1781, a tutto l'Ordine (123) e fissati al 26 aprile. Un nuovo ufficio la S. Sede approvò per l'Ordine il 18 dicembre 1884 (124) e più tardi S. Pio X riformò ufficio e messa come li abbiamo oggi.
L'Ordine, specialmente in questi ultimi cent'anni, ha dedicato un buon numero di chiese e conventi alla Madre del Buon Consiglio, come anche ne hanno il titolo le provincie nostre di Chicago e Australia e la Vice provincia di Filadelfia. Così anche Lei è protettrice della città e diocesi australiana di Sandhurst (125), del Sodalizio di S. Pietro Claver (126), dell'Unione delle Donne cattoliche Americane, forte di 9 milioni di aderenti (127), ecc.
Gli Agostiniani, che hanno scritto su la Madonna del Buon Consiglio, sono più di una cinquantina: benemerito, tra essi, Mons. Agostino Felice Addeo (+1957), che ne pubblicò una importante raccolta di documenti (128). E non vogliamo tacere dei numerosi bollettini di devozione che, in diversi luoghi, i nostri danno alla luce sull'argomento in parola.
MADONNA DEL SOCCORSO
Una pia tradizione narra che il Ven. Nicola da Messina, agostiniano, morto nei primi anni del s. XIV, essendo gravemente ammalato e raccomandandosi alla Vergine, Ella gli apparve tale quale era dipinta in un altare della chiesa del convento di Palermo dove lui era superiore, e, risanandolo, gli ingiunse di invocarla in avvenire sotto il titolo di Madonna del Soccorso e di diffonderne il culto. [pag. 114] Si noti che la Vergine, per un altro prodigio da Lei operato, si usò poi raffigurarla con un bastone in mano, mentre pone in fuga il demonio, insidiante la vita di un bambino (128bis). Qualunque giudizio si voglia portare su questa cara tradizione è certo che, da quel tempo in poi, la Madonna del Soccorso è raffigurata spessissimo nella stessa maniera e fu venerata prevalentemente in chiese agostiniane, specie in Sicilia, in bassa Italia, nelle Marche, nell'Umbria, nelle Baleari e nel Messico. Ho trovato almeno una trentina di chiese e conventi che ne hanno il titolo. In qualche luogo ebbe venerati santuari, come a Cartoceto, nelle Marche, e a Roma, prima nella nostra chiesa di S. Matteo in Merulana e poi in quella redentorista di S. Alfonso su l'Esquilino.
L'Immagine prodigiosa di Roma proveniva, secondo una pia tradizione, dall'isola di Creta, da dove un mercante l'aveva recata con sé nella Città eterna, collocandola in casa dei suoi ospiti. Passato il mercante a miglior vita, venne posta in venerazione nella chiesa di S. Matteo in Merulana, che prima fu in mano degli Agostiniani italiani e poi di quelli irlandesi. Gli uni e gli altri ne zelarono grandemente il culto, specie il converso irlandese Ven. Donato (+1700), che dimorò a Roma quarant'anni. Nel 1798 la chiesa di S. Matteo fu distrutta e i nostri furono costretti a emigrare prima a S. Eusebio e poi a S. Maria in Posterula,recando con sé la prodigiosa Immagine, che, in questo ultimo luogo, non posero in chiesa (perchè ve ne era un'altra, di diverso titolo, pure miracolosa), ma nella cappella privata del convento, dove necessariamente la devozione ne rimase ristretta ai soli religiosi. Nel 1865 Pio IX concesse la pia Immagine ai Redentoristi, che oggi la custodiscono con amore a S. Alfonso su l'Esquilino (129).
Il 4 febbraio 1804 la S. Sede concesse agli Agostiniani della Provincia Siciliana Messa e Ufficio in onore della Madonna del Soccorso. Vennero poi estesi a tutto l'Ordine il 24 marzo dello stesso anno (130) e posti al 13 maggio.
MADONNA DELLA GRAZIA [pag. 115]
Antico è nella Chiesa e nell'Ordine il culto alla Madonna della Grazia. Il cap. gen. d'Orvieto del 1284 parla del "Benedicta Tu" o "Vigiliae B. M. Virginis", in onore della Madonna delle Grazie (131). Il "Benedicta Tu" è detto così dalle parole con cui incomincia l'antifona, seguita da tre salmi e tre lezioni, attribuite al S. P. Agostino, con due responsori, in uno dei quali si apostrofa la Vergine con la frase "Tu gratia mater", come appare anche fin dal s. XIII nell'Ordinario del B. Clemente da S. Elpidio (+1291). Quest'Ordinario, benché la prima volta stampato a Venezia con le Costituzioni nel 1508, era tuttavia in vigore nell'Ordine sin dalla seconda metà del s. XIII (132). Il "Benedicta Tu" era chiamato anche "Vigiliae B. M. Virginis", perché si diceva di sera. Non era esclusivo però degli Agostiniani; i quali tuttavia, almeno per un certo periodo di tempo, vollero sostenere che le tre stupende lezioni fossero del S. P. Agostino. Si noti che alle volte si recitava e alle volte si cantava e che si diceva ogni sera dopo Compieta, purchè l'ufficio del giorno corrente o del seguente non fosse doppio e non ci fosse dentro un'Ottava (133) e purché si recitasse anche l'Officium parvum B. M.Virginis, del quale abbiamo trattato più sopra (134). Il cap. gen. del 1308 avverte che al venerdì si deve cantare, mentre negli altri giorni no (135). Nei capitoli generali del 1371, 1374, 1377, 1385 e 1388 si ordina di esprimere al principio delle lezioni il nome del S. P. Agostino, adottando la formula "Sermo S. Augustini" (136). Il cap. gen. del 1570 sottolinea che il "Benedicta Tu" si recita "antiquorum Patrum instituto" (137); mentre quello del 1661, premesso che "Sermones S. P. Augustini de Beatissima Virgine magnam Deo gloriam et populo conferunt devotionem", stabilisce che nei venerdì d'Avvento e di Quaresima lo [pag. 116] si canti anche se l'ufficio sia doppio (138). Altri capitoli generali ritornano su l'argomento, come pure ne parlano tutte le edizioni delle Costituzioni. Quelle di oggi dicono: "Singulis sextiis feriis, quibus tum praecedens tum subsequens officium non erit ritus duplicis, exceptis diebus infra Octavas, cantetur vel recitetur in choro ad honorem Beatae Virginis de Gratia "Benedicta Tu", cum psalmis et lectionibus, ut in Breviario Ordinis" (139).
In onore della Madonna delle Grazie il cap. gen. del 1377 comanda: "Idem diffinimus quod per totum Ordinem, post 'Mernento salutis auctor', dicatur iste versus "Maria mater gratiae"; e ciò viene ribadito nel 1385 e nel 1388 (140).
E' pure in onore della Madonna delle Grazie la strofa "Ave, Regina caelorum, Mater regis angelorum", con il versetto e la orazione: appaiono già nell'Ordinario del B. Clemente da S. EIpidio (141). Nel cap. gen. del 1575 si legge: "Quod nullo unquam tempore in ecclesiis nostri Ordinis, post Missam maiorem, antiphonam illam 'Ave Regina caelorum, Mater regis angelorum' decantari praetermittatur, praeterquam in solemnibus diebus" (142). Così, più o meno, si stabilisce in altri capitoli generali e nelle diverse edizioni delle Costituzioni. Le ultime prescrivono: "Quotidie post Missam conventualem, nisi subsequantur horae, vel post Nonam recitetur aut cantetur in choro antiphona 'Ave Regina caelorum, cum versiculo et oratione, ut in fine Missalis vel Breviarii Ordinis hebetur" (143). E nel breviario si avverte espressamente che si recita in onore della Madonna delle Grazie.
Messa e Ufficio a sé della Vergine delle Grazie l'Ordine li ottenne dalla S. Sede, dietro preghiera del Ven. Giuseppe Bartolomeo Menochio, il 2 settembre 1806 (144). La festa è oggi fissa al primo giorno di giugno. [pag. 117]
Tra chiese e conventi nostri circa una settantina almeno ho potuto rintracciarne dedicati alla Madonna delle Grazie. Abbiamo avuto anche, sotto tale titolo, dei celebri santuari.
Nell'Ordine il culto alla Madonna delle Grazie si è sviluppato specialmente in alta e bassa Italia, in Portogallo e nelle Indie Orientali, nella regione Valentina in Spagna, in Colombia e nel Cile. Anzi, le Province agostiniane di queste due ultime nazioni l'hanno per titolare.
MADONNA DEL PARTO o DI S. AGOSTINO
Nella chiesa di S. Agostino a Roma, oltre l'immagine bizantina della "Virgo virginum et Mater omnium" collocata su l'altare maggiore, è in venerazione la Madonna del Parto, detta anche, per la chiesa in cui è, Madonna di S. Agostino: simulacro marmoreo del Sansovino, posto in fondo al tempio. La devozione fu viva fino a circa la metà del '700; poi decadde per la chiusura provvisoria della chiesa, finché si ridestò vivace nel 1820 per opera specialmente del pio Leonardo Bracci. Da allora in poi fu un crescendo di preghiere e di grazie, sicché la Madonna di S. Agostino divenne la Madonna dei Romani.
Il 2 luglio 1851 fu incoronata dal Capitolo di S. Pietro. Nel 1863 fu eretta in S. Agostino la Confraternita delle Spose e delle Madri Cristiane sotto la protezione della Madonna del Parto e di S. Monica: dapprima aggregata a quella di Parigi e poi, nel 1865, dichiarata Primaria. Oggi è molto diffusa, particolarmente in Italia (145).
SANTA SCHIAVITU' MARIANA
Rimandiamo a quanto abbiamo già detto, trattando del P. Bartolomeo da los Ríos e la Santa Schiavitù, aggiungendo che il detto Padre eresse anche confraternite di questa devozione (146).
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(109) G. M. CAVALIERI oesa, La S. Cintura di Maria..., Milano 1737.
(110) ANALECTA AUGUSTINIANA, XVI (1937-38), pp. 258 e 501.
(111) Ib., XVI (1937-38), pp. 395 e 406s.
(112) Ib., VI (1915-16), pp. 77-79.
(113) N. CREUSEN oesa - G. LANTERI oesa, Monasticon augustinianum, I, Valladolid 1890, p. 528.
(114) ANALECTA AUGUSTINIANA, XX (1945-46), p. 8s.
(115) Ib., XX (1945-46), pp. 82-87.
(116) Ib., XX (1945-46), p. 87s.
(117) Ib., XX (1945-46), p. 89.
(118) Ib., XX (1945-46), pp. 89-93.
(119) Ib., X (1923-24), p. 251s.
(120) Ib, I (1905-06), p. 132s.
(121) Ib., XX (1945-46), p 96s.
(122) Ib., I (1905-06), p. 18.
(123) Ib., XVI (1937-38), p. 401s.
(124) Ib., XVI (1937-38), p. 489s.
(125) Ib., III (1909-10), p. 464.
(126) Ib., I (1905-06), p. 18.
(127) ACTA OESA, II (1957), p. 186.
(128) Costituiscono la prima parte del vol. XX di Analecta Augustiniana da p. 1 a 140.
(128bis) B. ATTARDI oesa, Il monachesimo in Sicilia..., Palermo 1741, pp. 93-102.
(129) ANALECTA AUGUSTINIANA, VIII (1919-20), pp. 138-42 e C. H. HENZE, Mater de Perpetuo Succursu, Bonn 1926.
(130) ANALECTA AUGUSTINIANA, XVI (1937-38), p. 405s.
(131) ANALECTA AUGUSTINIANA, II (1907-08), p. 252: "Diffinimus quod omnis sero post Completorium dicant fratres vigilias B. Virginis, sicut hactenus factum est".
(132) CONSTITUTIONES OESA, Venezia 1508, p. 56.
(133) ANALECTA AUGUSTINIANA, VIII (1919-20), p. 135.
(134) Ib., III (1909-10), p. 77.
(135) Ib., III (1909-10), p. 77.
(136) Ib., IV (1911-12), p. 473 e V (1913-14), pp. 12, 32, 52, 76.
(137) Ib., XXIII (1953-54), p. 55.
(138) Ib., XI (1925-26), p. 56.
(139) CONSTITUTIONES OESA, Roma 1926, p. 34.
(140) ANALECTA AUGUSTINIANA, V (1913-14), pp. 34, 52, 76.
(141) Ib., XV (1933-36), p. 191.
(142) Ib., XXIII (1953-54), p. 57.
(143) CONSTITUTIONES OESA, Roma 1926, p. 34.
(144) ANALECTA AUGUSTINIANA, XVI (1937-38), p. 407s.
(145) V. CRETONI oesa, Cenni storici della Madonna di S. Agostino, Roma 1886.
(146) S. GUTIERREZ ALONSO, La esclavitud mariana, passim nella parte III del volume.