Agostino Giacomini
Provincia Agostiniana Picena, 1959
Cenni cultuali in genere e specie
Diremo brevemente del culto in generale, delle devozioni particolari, dei conventi e santuari dell'Ordine in relazione a Maria.
Premettiamo queste espressioni di Mons. De Romanis: "Le attestazioni che della loro devozione alla Vergine hanno dato gli Agostiniani, quanto hanno fatto per diffonderne e difenderne il culto, non può accennarsi in qualche pagina nè raccogliersi in pochi periodi... Con opuscoli, prediche, libri di devozione ed esaltazione mariana, scritti da Agostiniani, si forma un'abbondante biblioteca... [pag. 101] L'atlante agostiniano si vede segnato da numerosissimi santuari della Vergine. Essi rappresentano tutti vivi e ardenti focolai di devozione alla Madonna, scuola e pratica continua di zelo nell'avvivarla e farla accrescere, attivati e dilatati dai figli d'Agostino. Fu un insigne predicatore agostiniano, Alberto da Padova, che introdusse l'uso di invocare la Madonna prima delle prediche (59). Mi dispensino da altri ricordi le parole del P. H. Grisar, che, esaminando l'esposizione del Magnificat composta da Lutero, la dice "meravigliosa per i sentimenti di pietà interiore, che l'autore ha saputo effondere in questi fogli pratici e religiosi, pur in mezzo alla sua attività tutta animata di inimicizia e di odio; meravigliosa anche per l'alta lode che vi si dà alla Vergine benedetta, alla tenera Madre del Signore. Vi ricompare sotto molteplici aspetti l'antico linguaggio di grande venerazione a Maria, tradizionale nell'Ordine Agostiniano" (60).
Officium parvum B. M. Virginis
Fin dai primi tempi dell'Ordine riunito gli Agostiniani lo recitavano quotidianamente, fatta eccezione, a quanto sembra, dei giorni festivi; e ciò dura fino al 1885 (61). I capitoli generali del 1388 e del 1391 ordinano che non si tralasci mai "propter festa quarumcumque capellarum alicuius conventus Ordinis" (62).I fratelli conversi dovevano recitarlo in una forma speciale per loro. Bisogna però notare che l'officium parvum B. M. V. si recitava comunemente dappertutto nella Chiesa latina. Oggi nell'Ordine è rimasto facoltativo per i Conversi che sanno leggere (in luogo del loro proprio giornaliero) e in qualche noviziato.
Salve Regina [pag. 102]
Il cap. gen. di Rimini del 1318 stabilisce: "Item, quia honor matris illius esse dignoscitur qui natus est ex ea, cupientes, prout sumus obnoxii, Dei Filium, qui pro nobis exaltandis pertulit crucis obprobria, quantum possumus et ipse nobis concesserit, honorare, suamque piissimam genitricem nobis et toti Ordini coram dicto suo Nato acquirere fidelem et assiduam advocatam, diffinimus et diffiniendo irrefragabiliter ordinamus quatenus omnes nostri Ordinis fratres, tam in comununi quam in speciali, sive in ecclesia sive extra ecclesiam, in fine cuiuslibet horae divini officii, excepta prima vel tertia cum immediata post primam vel tertiam fuerit missa cantanda, dicant antiphonam Salve Regina cum versu Ave Maria et oratione "Concede misericors Deus fragilitati" etc., sine nota. Et semper, praeterquam in civitate vel itinere, ad primas tres dictiones praelibatae antiphonae genua flectant fratres ad gratiam Matris et Filii facilius impetrandam" (63). Il cap. gen. di Parigi del 1329 vi torna sopra e pricisa: "Item, diffinimus quod, quamdiu dicitur Salve Regina sine nota post quamlibet horam, fratres maneant in genuflexione usque ad finem orationis "Concede misericors Deus", donec dicatur "a nostris iniquitatibus resurgamus". Quum autem dicitur nota servetur genuflexio tantum ad tres primas dictiones, prout in Ordinario continetur" (64). E ancora ne riparlano i capitoli generali del 1391 e del 1394 (65). Con la riforma di S. Pio V finì questa usanza. Oggi la diciamo sempre alla fine della Serotina e, come antifona dopo Compieta, dalla Trinità all'Avvento secondo le prescrizioni della Chiesa.
Commemorazione della Vergine
Secondo una disposizione del cap. gen. del 1371, nell'ufficio del giorno, purché lo permettessero le rubriche, a vespro e a mattutino, la Madonna si doveva commemorare [pag. 103] innanzi a qualunque Santo (66) e ciò è ripetuto nei capitoli generali del 1374 e 1377 (67). Tale commemorazione si trova così espressa nell'Ordinario del B. Clemente da S. Elpidio, stampato dal Seripando. assieme alle Costituzioni, nel 1551: "Alma Dei genitrix Virgo Maria, Petre et Paule sacra lumina mundi, o praesul sanctissime Augustine cum matre Monica et Nicolao, nostri nunc memores estote et nobiscum una precemini, ut optata semper Christi pace fruamur" (68). Nella Congregazione Agostiniana spagnola del Ven. Giovanni de Alarcòn troviamo un'altra commemorazione mariana, forse settimanale, con ufficio doppio (69).
Ave Maria
Connessa con l'ufficio divino è l'Ave Maria serale, della quale parla il cap. gen. del 1371: "Insuper, in quolibet conventu nostrae religionis, immediate post antiphonam et collectam quae dicuntur de gloriosa Virgine post Completorium, per campanam maiorem fiat signum ad Ave Maria, ad quod signum omnes fratres humiliter genuflectant, Ave Maria dicendo in honorem Virginis illibatae" (70). I capitoli generali del 1374 e 1377 confermano questa disposizione (71). I capitoli generali del 1374, 1377, 1385 e 1388 ordinano che al principio e alla fine di ogni ora canonica, dopo il Pater noster, si reciti l'Ave Maria (72).
Antifona Mariana dopo Compieta
Secondo le leggi generali della Chiesa, anche i nostri, che di regola si debbono uniformare al rito romano, dicevano, dopo Compieta, l'antifona mariana, variabile secondo i tempi. Le Costituzioni del 1581 aggiungono: "Ubi sunt duodecim vel saltem decem fratres de Familia... [pag. 104] cantent etiam singulis diebus... antiphonam B. Virginis post Completorium" (73). E ciò viene ripetuto anche in quelle del 1625 e 1686.
Litanie e l'inno " O gloriosa Virginum "
Connesso con l'ufficio divino è il canto delle Litanie Lauretane al sabato, come leggiamo negli atti del cap. gen. del 1822: "Similiter unoquoque sabbato, post Vesperas, ante altare Beatissimae Mariae Virginis, Litaniae Lauretanae cantentur" (74). Nelle Costituzioni del 1895 si legge a proposito di esse: "Laudantur et nullimode praetermittantur ubi sunt in consuetudine" (75). E, nell'appendice alle stesse, si legge pure che i religiosi, recandosi processionalmente all'altare della Madonna per cantarvi Litanie, cantino pure l'inno "O gloriosa Virginum" (76).
Benedicta tu e Ave Regina caelorum
Ne diremo più sotto, trattando della Madonna delle Grazie.
Messe mariane votive e cantate
Le Messe votive di Maria nell'Ordine una volta si celebravano con frequenza (77) come del resto si fa anche oggi.
Circa le Messe cantate in onore della Vergine il cap. gen. del 1685 ordina: "Sabbato de B. M. Virgine Missam conventualem cantari sancitur in onmibus conventibus, ubi quinque sacerdotes de familia commorantur..." (78).
Feste mariane nell'Ordine
L'Ordine solennizza tutte quelle imposte dal Calendario romano, a cui per regola si uniforma. Fuori del rito romano, in particolare celebra quelle della Madonna di Consolazione (o della Cintura), del Buon Consiglio, del Soccorso e delle Grazie; e di ciò parleremo più sotto. [pag. 105]
In passato l'Ordine ha celebrato le feste mariane seguenti, delle quali alcune estese a tutta la Chiesa e alcune pro aliquibus locis tantum:
a) Assunzione al cielo. Antica nell'Ordine come nella Chiesa; e nel calendario agostiniano del 1531 appare anche con la vigilia. I nostri, sin dal sec. XIII, erano tenuti in tal giorno a comunicarsi. Benedetto XIV diede facoltà ai nostri d'impartire anche la Benedizione papale, con annessa indulgenza plenaria. Chiese e conventi nostri, fregiati del titolo dell'Assunzione, sono frequenti e anche antichi.
b) Cuor di Maria. Nel 1847 l'Ordine ottenne di celebrarne la festa, fissata nella domenica III dopo Pentecoste. Nel 1855, essendone stata rinnovata la ufficiatura, si ottenne la rinnovata per il nostro breviario (79). Era chiamata del Purissimo Cuor di Maria, e venne meno con la riforma di S. Pio X.
c) SS. Nome di Maria. Nel 1627 l'Ordine ebbe facoltà di celebrarla, ponendola al 20 ottobre (80).
d) Patrocinio di Maria. Ottenuta dall'Ordine nel 1847 e fissata nella II domenica di novembre (81), cadde con la riforma di S. Pio X.
e) Maternità di Maria Vergine. Ottenuta nel 1792, venne fissata nel I sabato non impedito di Quaresima (82); ma la riforma di S. Pio X la tolse.
f) Aspettazione del Parto di Maria Vergine. Fissa al 18 dicembre, appare nei libri liturgici dell'Ordine fin dal 1802 (83). Anch'essa fu tolta nella riforma di S. Pio X. [pag. 106]
g) Sette Dolori di Maria. Di una festa dei Dolori di Maria, detta Transfixio Virginis, parla il capitolo del 1459 della Congregazione del V. Alarcòn (84): era fissa al 29 gennaio (85). Nel 1683 fu estesa a tutto l'Ordine e posta nel venerdì di Passione (86).
h) Purità di Maria. Fu ottenuta dall'Ordine nel 1790 e posta al giorno 11 di marzo (87): ma cadde con la riforma di S. Pio X.
i) Marta Auxilium Christianorum. Fin dal 1821 appare nei libri liturgici dell'Ordine, fissa al 24 maggio (88); e finì con la riforma di S. Pio X.
l) Immacolata Concezione di Maria. Circa il culto dell'Ordine all'Immacolata notiamo che a Parigi gli Agostiniani, fin dal 1440, avevano una Confraternita ad Essa intitolata, approvata da Eugenio IV nel 1442 e arricchita di indulgenze e favori spirituali da lui e da Nicolò V, Sisto IV e Innocenzo VIII (89). Così anche il generale dell'Ordine Guglielmo Becchi da Firenze esorta nel 1463 gli Agostiniani di Tournai a fondare una Confraternita in onore della Concezione e di S. Nicola di Tolentino (90). Nell'Ordine la festa della Concezione già si celebrava nel sec. XV (91), mentre nella Congregazione del V. Alarcòn in tal secolo appare con l'ottava (92); e con l'ottava appare nel calendario dell'Ordine nel 1551 (93). Nel 1667 Clemente IX, dietro preghiera del generale agostiniano Girolamo Valvasori, con un breve stabilì che la festa dell'Immacolata fosse per l'Ordine de praecepto (94). Dietro preghiera dello stesso Generale, nel 1670 Clemente X concesse all'Ordine di recitare l'ufficio dell'Immacolata tutti i sabati, purché non impediti da altro doppio o semidoppio: come si usava già nei conventi di Spagna e delle Indie spagnole (95). [pag. 107]
Questo ufficio settimanale finì con la riforma di S. Pio X. Nel 1844 Gregorio XVI estese all'Ordine la facoltà, già concessa ad altri, di aggiungere nel prefazio della festa la parola "Immaculata" alle parole "Et Te in Conceptione" e d'inserire nelle Litanie l'invocazione "Regina sine labe originali concepta" (96). Nel 1847, pregato dal Generale dell'Ordine, Pio IX estese ai nostri il nuovo ufficio e la nuova Messa dell'Immacolata e sua ottava, di fresco nello stesso anno approvati per Roma e l'anno seguente permessi per tutto il mondo. E' da notare che, per il 10 dicembre, le lezioni del II notturno erano di S. Tommaso di Villanova (97). In fine, nel 1850, Pio IX diede agli Agostiniani la facoltà, già concessa al Regno di Sicilia, di celebrare liturgicamente la Vigilia dell'Immacolata (98). L'Ordine, nella festa della Concezione, ha la facoltà di impartire la Benedizione papale con annessa indulgenza plenaria.
m) Sposalizio di Maria Vergine. Tale festa compare nei libri liturgici nostri nei primi anni del s. XIX (99), fissa al 23 gennaio. Terminò con la riforma di S. Pio X, benché vi sia ancora rimasta l'indulgenza plenaria per chi visita le nostre Chiese.
n) Purificazione di Maria Vergine. Festa generale e antica nella Chiesa e nell'Ordine. Il cap. gen. del 1385 vi ordina il digiuno e la vigilia (100). Ora vi è annessa l'assoluzione generale con indulgenza plenaria.
o) Annunciazione di Maria Vergine. Vale per essa quanto si e detto per la Purificazione. Benedetto XIV vi aggiunse la facoltà di impartire la Benedizione Papale, che più tardi venne trasferita all'Immacolata Concezione; sicché oggi v'è rimasta solo l'assoluzione generale con annessa indulgenza plenaria.
p) Visitazione di Maria. Il cap. gen. del 1397, ossequiente agli ordini di Urbano VI, che l'aveva messa per tutta la Chiesa, [pag. 108] accolse tale festa fissa al 2 luglio (101). Nel capitolo del 1483 della Congregazione del V. Alarcòn è supposta con l'ottava (102).
(q) Festa dei Prodigi di Maria. Appare nei libri liturgici dell'Ordine, fissa al 9 luglio, almeno dal 1846 (103) ed ebbe termine con la riforma di S. Pio X.
r) Madonna della Neve. Ne obbliga l'ufficio il cap. gen. del 1324 (104) e viene fissata al 5 agosto (105).
s) Natività di Maria. Festa antica nella Chiesa e nell'Ordine, con ottava e digiuno e astinenza nella vigilia secondo le Costituzioni, le quali prescrivevano la Comunione nella festa. Oggi vi è annessa l'assoluzione generale con l'indulgenza plenaria.
t) Presentazione di Maria al tempio. Compare nel calendario dell'Ordine del 1551 fissa al 21 novembre (106); ma tale festa appare già nominata nel capitolo del 1495 della Congregazione del V. Alarcòn (107).
u) Madonna di Loreto. Fissa al 10 dicembre, la vediamo nei libri liturgici dell'Ordine a metà del s. XIX (108); e finì con la riforma di S. Pio X.
Non bisogna dimenticare che la S. Sede ha concesso sempre indulgenze ai religiosi e ai fedeli che frequentano le nostre chiese nelle solennità mariane: basta dare uno sguardo ai diversi sommari d'indulgenze dell'Ordine. Né bisogna tacere che, secondo le prescrizioni dei nostri rituali passati e presenti, dobbiamo invocare la Vergine in molte circostanze ufficiali e liturgiche (vestizioni e professioni, erezione del III Ordine secolare e delle Confraternite della Cintura, visita al SS. Sacramento e orazione serotina e termine degli esercizi spirituali e dei ritiri mensili, sacre visite, atti scolastici, ecc.).
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(59) Secondo il P. G. LANTERI oesa, (Postrema saecula sex Religionis Augustinianae..., I, Tolentino 1858, p. 56) è Pietro de Alva che accenna a questo particolare.
(60) A. C. DE ROMANIS, op. c., p. 230s.
(61) ANALECTA AUGUSTINIANA, III (1909-10, pp. 61, 77, 83 e VIII (1919-20), p. 129s.
(62). Ib., V (1913-14), pp. 77 e 103.
(63) ANALECTA AUGUSTINIANA, III (1909-10), p. 224 s.
(64) Ib., IV (1911-12), p. 85.
(65) Ib., V (1913-14), pp. 99 e 126.
(66) ANALECTA AUGUSTINIANA, IV (1911-12), p. 473.
(67) Ib., V (1913-14), pp. 12 e 32.
(68) Ib., XV (1933-36), p. 190.
(69) Ib., III (1909-10), pp. 105, 107, 184 e XVI (1937-38), p. 21.
(70) ANALECTA AUGUSTINIANA, IV (1911-12) p. 473.
(71) Ib., V (1913-14), pp. 12 e 32.
(72) Ib., V (1913-14) pp. 12, 32, 52, 76.
(73) CONSTITUTIONES OESA, Roma 1581, p. 6.
(74) ANALECTA AUGUSTINJANA, XIII (1929-30), p. 399.
(75) CONSTITUTIONES OESA, Roma 1895, p. 9.
(76) Ib., p. 9 a.
(77) ANALECTA AUGUSTINIANA, VIII (1919-20), p. 131
(78) Ib., XII (1927-28), p. 23.
(79) ANALECTA AUGUSTINIANA, XVI (1937-38), pp. 483 e 485s.
(80) Ib., XVI (1937-38), pp. 257 e 338.
(81) Ib., XVI (1937-38), pp. 483 e 485.
(82) Ib., XVI (1937-38), p. 403.
(83) Ib., XVI (1937-38), p. 405.
(84) Ib., III (1909-10), p. 107.
(85) Ib., III (1909-10), p. 110.
(86) Ib., XVI (1937-38), p. 393.
(87) Ib., XVI (1937-38), p. 403.
(88) Ib., XVI (1937-38), p. 413s.
(89) G. B. MALOU, L'Imm. Conc. de la S. Vierge Marie, Bruxelles 1857, p. 159.
(90) T. DE HERRERA oesa, Alphabetum augustinianum, Madrid 1644, II, p. 477.
(91) ANALECTA AUGUSTINJANA, XVI (1937-38), p. 39.
(92) Ib., III (1909-10), p. 271 e XVI (1937-38), p. 21.
(93) Ib., XV (1933-36), p. 198.
(94) Ib., XVI (1937-38), p. 253s.
(95) Ib., XVI (1937-38), pp. 251 e 253s.
(96) Ib., XVI (1937-38), p. 412.
(97) Ib., XVI (1937-38), p. 484.
(98) Ib., XVI (1937-38), p. 486.
(99) Ib., XVI (1937-38), p. 414.
(100) Ib., V (1913-14), p. 52.
(101) Ib., V (1913-14), p. 150.
(102) Ib., XVI (1937-38), p. 20.
(103) Ib., XVI (1937-38), p. 570.
(104) lb., III (1909-10), p. 468.
(105) lb., V (1913-14), p. 78.
(106) Ib., XV (1933-36), p. 198.
(107) Ib., III (1919-10), p. 204 e XVI (1937-38), p. 20.
(108) lb., XVI (1937-38), p. 570.