Introduzione
Dopo la Bibliografia Augustiniana di P. A. D. PERINI, i Musici Agostiniani di S. L. ASTENGO, I Mistici Agostiniani di P. A. M. TONNA - BARTHET, ecco gli Artisti Agostiniani d' Italia. Con questo lavoro l'hinterland agostiniano, è quasi completamente esplorato. Per esserlo del tutto bisognerebbe che qualcuno si decidesse a scrivere e sarebbe un gran bel lavoro degli Storici Agostiniani, che resero così utili servigi alla storia di tante città d'Italia: p. Cherubino Ghirardacci a Bologna, p. Donato Calvi a Bergamo, p. Bernardo Forte a Savona, pp. Nicola Magri e Luigi Santelli a Livorno, per citare soltanto i nomi che qui per qui mi tornano alla mente. Speriamo che quest'ultima lacuna sia presto, o tardi colmata.
Questo saggio che pure mi costò lungo studio, sostenuto da un grande amore non è cosa perfetta. Perchè le fonti sono scarse, e scarsamente redditizie, anche se consultate come io feci con lungo e diuturno lavoro di anni e con pazienza quasi cenobitica. Si direbbe che molti artisti minori perchè di questi io intendo occuparmi (1) amino rifugiarsi, anche dopo la morte in quella umiltà che amarono in vita (2) dalla quale non è facile trarli né tutti, né sempre, né completamente dopo che tanto secol vi corse sopra (3).
Per questo genere di ricerche gli Agostiniani non hanno le fonti (4) che possono vantare per esempio i Domenicani con la Cronaca (o necrologio) del convento di S. Caterina in Pisa, e con similare Cronaca, o necrologio di S. Maria Novella in Firenze. So bene che, secondo il Venturi, il necrologio di S. Caterina è stato "rimasticato" un secolo dopo la primitiva redazione, e che anche secondo il Barsotti abbanda di legende nate a distanza di anni.
So pure che il Davidhoson ha dimostrato che il necrologio di S. Maria Novella è stato interpolato nel sec XVI. E perciò la critica rigetta l'uno e l'altro, o li accoglie con beneficio d'inventario. Ma, pure sceverando la pula dal grano, qualcosa rimane sempre; quel qualcosa che per gli artisti agostiniani occorre mettere assieme a mo' di mosaico spulciando un'infinità di stampe, e facendo tesoro anche dei più piccoli - e a volte, da soli, insignificanti - particolari. Anche per questa scarsità di fonti e difficoltà delle ricerche a parte la preparazione, più o meno grande, dello scrivente il lavoro, come accennavo in principio, non è e non può essere completo. Ed avrà, anzi à senz'altro, le sue mende; perché nesun lavoro del genere ne vada esente, neppure, la grande Enciclopedia. Ma anche con queste, e nonostante queste, si avrà sempre un saggio, un tentativo che può avere la sua utilità; non foss'altra che quella d'invogliare altri a far meglio. E chi sa non si avveri un'altra volta che "poca favilla gran fiamma seconda" (Par. I. 34) e che
"quest'è il principio, questa è la favilla che si dilata in fiamma, poi, vivace, (Par. XXIV,145-46) e "forse dietro da me con miglior voci" (Par. I, 35) altri risponda, e riprenda e prosegua il cammino a pena iniziato! La mia fatica sarebbe ricompensata abbastanza.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Se volessi fare l'elenco -come lodevolmente si usa- di tutte le pubblicazioni (specialmente locali e adiafore) consultate dovrei dilungarmi di troppo, e ne risulterebbe un elenco monotono, che potrebbe anche avere l'aria di un facile e non simpatico esibizionismo.
Dirò soltanto che -oltre agli autori di storia generale dell'arte e i dizionari di artisti, che ogni persona mediocremente colta conosce- ho consultato quanto di storia e di monografie locali poteva essermi (sia pure in piccola parte) utile al mio scopo; e che generalmente mi giovarono assai più dei lavori d'indole generale(5).
Piccoli libri, opuscoli, senza numero molti, nei quali mi sono sempre industriato di scegliere soltanto ciò che risultava provato al vaglio, della critica; e che ho citato soltanto quando mi occorreva dare un appoggio a qualche affermazione un po' vaga, od incerta.
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(1) Cosa non inutile questa, perché "anche la mediocrità è necessario conoscere per gettare le fondamenta di una vera storia artistica" (A. BERTOLOTTI: Artisti Lombardi a Roma nei secoli XV - XVI. Milano, 1881. Prefaz.).
(2) "Que d'ecrivainis monastiques, par un sentiment d'humilitè chretienne... a l'exemple des architectes, qui a la meme epoque, elevaint dans les airs de magnifiques eglises, sans vouloir y graver leur nom... n'ont cherchè d'autre prix a leur travail que la satisfation du devoir accomplì et le regard de Dieu". ( A. DANTIER: Les monasteres benedictins d'Italie, Paris, Didier, 1867. Vol. I, pag. 393).
(3) Difficoltà riconosciuta anche dal De Mauri per la piccola miniatura. (L. DE MAURI: L'Amatore di miniature... Milano, Hoepli, 1918).
(4) Non so che valore abbia e perciò quanta e quale utilità potrebbe avere il Memoriale del convento di Lecceto, (MS.) che si dice il cod. XLVIII della bibl. Gaddiana. Perché è un po' come l'araba fenice: che ci sia si dice, ove sia non si sa; perche per quante ricerche ne abbia fatto a Firenze non mi venne fatto di trovarlo.
(5) L'ab. Morelli della Marciana di Venezia -che fu salutato principe dei bibliotecari- spese la vita a raccogliere opuscoli, e proponevasi di trattare in apposita monografia "della grande utilità che dai libri piccoli soventemente si trae".