Introduzione
La provincia di Spagna, attualmente provincia di Castiglia, risale all’origine dell’Ordine. Prima della Grande Unione del 1256 già esistevano conventi di alcuni degli ordini relativi e, se non proprio in quell’anno, si può considerarla come provincia indipendente fin dalla seconda metà del secolo XIII. Nel 1278 sono attestati sette conventi nel regno di Castiglia e due in Portogallo. Nel 1357 i conventi erano diventati dodici e per il 1518 erano saliti a trentasei. Tra essi emergono i conventi di Salamanca, Burgos, Toledo, Valladolid e Siviglia. In data sconosciuta, ma certamente durante la seconda metà del secolo XIII, nacque dalla provincia di Spagna la provincia della Corona de Aragón e nel 1477 vennero costituiti i conventi portoghesi come provincia indipendente. All’interno della provincia nacque l’Osservanza in Spagna, opera di fr. Juan de Alarcón (+ 1451), al quale il 5 aprile del 1431 venne concesso dal priore generale Agustín Favaroni (1419-1431) di fondare un convento a Villanubla, vicino a Valladolid. La Congregazione osservante di Spagna venne istituita ufficialmente l’11 novembre del 1438 dal priore generale Gerardo da Rimini (1434-1443), che nominò fr. Juan de Alarcón vicario a vita della Congregazione. Nel gennaio del 1504 venne celebrato a Toledo un capitolo congiunto della provincia di Spagna e della Congregazione dell’Osservanza, presieduto dall’agostiniano Fr. Giovanni Battista di Napoli, nominato all’occasione dal papa Alessandro VI su richiesta dei Re Cattolici. In questo capitolo si decise di unire i quindici conventi della provincia con i tredici della congregazione sotto l’unico nome di Provincia observante de España. Dall’origine della provincia fino al 1500 possiamo notare alcune figure particolari: il teologo Alfonso Vargas de Toledo (+ 1366), cattedratico a Parigi, vescovo di Badajoz e Osma e dal 1361 arcivescovo di Sevilla; Alfonso de Córdoba (+ ca. 1544), cattedratico a Parigi e Salamanca; anche se professo della Congregazione osservante, la provincia considerò sempre come proprio San Juan de Sahagún (ca. 1430-1479). Durante il secolo XVI nella storia della provincia di Spagna incontriamo tre avvenimenti particolari: la nascita della provincia di Andalucía, la riforma delle province di Portogallo e della Corona de Aragón e la nascita della congregazione dei Recolletti; e la partecipazione all’evangelizzazione dell’America. All’inizio del secolo la provincia contava più di quaranta conventi e, per la sua estensione geografica era divisa in tre «visitazioni»: la salmantina al nord, la toledana al centro e la hispalense al sud. Tutte dipendevano dal provinciale ed avevano un proprio visitatore. Nel 1526 la provincia si divise in due parti, Castilla e Andalucia, che si riunificarono nuovamente nel 1541, per separarsi poi definitivamente nel 1582. Durante il secolo XVI la provincia di Castiglia collaborò con la riforma della provincia di Portogallo, specialmente con i religiosi Francisco de Villafranca e Luis de Montoya, inviati a questo scopo in Portogallo dal generale Gabriele della Volta (1519-1537), a sua volta sollecitato dal monarca portoghese Giovanni III. Riguardo alla provincia della Corona de Aragón, il papa Pio V inviò come riformatori, su richiesta di Felipe II, i religiosi di Castiglia Fr. Rodrigo de Solís e Fr. Jerónimo Román. Ricordiamo anche che nel capitolo provinciale della allora provincia di Castiglia celebrato a Toledo nel 1588 e presieduto dal priore generale Gregorio Petrocchini (1587-1591), si determinò di segnalare tre conventi della provincia nei quali si sarebbe vissuto in stretta osservanza, sotto l’obbedienza del priore provinciale. Il provinciale Pedro de Rojas (+1602), assieme ai sui definitori, tra i quali Fr. Luis de León, scrisse nel 1589 un regolamento per le nuove comunità, nel quale si insisteva sulla dipendenza delle stesse dal priore provinciale di Castilla. Senza dubbio, nel 1594 erano stati introdotti dei cambiamenti riguardanti l’abito e le calzature che furono mantenuti nonostante la proibizione decretata nel capitolo provinciale del 1598, e che nel 1601 meritarono un breve di Clemente VIII che sottometteva queste case alla giurisdizione diretta del priore generale, quindi perdendo il legame con la provincia. Nel capitolo provinciale celebrato nel convento di Los Santos nell’aprile del 1531 si decise l’invio di agostiniani evangelizzatori in America. Dopo un anno e mezzo di preparazione l’allora priore provinciale, P. Francisco de Nieva, elesse come componenti della prima spedizione sette religiosi, i PP. Agustín de Coruña, Jerónimo Jiménez de Santiesteban, Juan de San Román, Juan de Oseguera, Alonso de Borja, Jorge de Ávila e Francisco de la Cruz, quest’ultimo designato anche come superiore della missione. Questi si imbarcarono a Sevilla il 3 marzo del 1533 nella nave Santa María de la Anunciada ed entrarono in terra americana a Veracruz il 22 maggio del 1533. Da questo momento iniziarono la loro espansione nel continente americano. Dal Messico passarono al regno del Perù nel 1551, stabilendo conventi e missioni in quello che oggi sono il Perù e la Bolivia. Nel 1565 sbarcarono anche nelle Filippine, arrivando all’attuale Ecuador nel 1573 e due anni più tardi, nel 1575, entrarono anche nei territori di Colombia e Venezuela. Da ultimo, nel 1595, su esplicita richiesta di Filippo II, furono inviati i primi agostiniani nel Cile, i quali, nel secolo XVII, fondarono i primi conventi agostiniani in Argentina. Gli agostiniani in America e Filippine si organizzarono in province territoriali, seguendo la struttura tipica dell’Ordine, dando origine a sette province; su di esse governava la provincia di Castilla, come origine delle stesse e per l’incarico di Vicario Generale delle Indie, dal quale dipendeva l’invio di missionari – anche da altre province – e la nomina dei visitatori, fatta dai provinciali di Castilla fino al 1605, quando il priore generale dell’Ordine, P. Ippolito Fabriani di Ravenna, ordinò all’allora provinciale P. Hernando de Orozco di rinunciare a questa carica e potestà. L’opera della provincia di Castilla in America e nelle Filippine fu immensa, inviando in quelle terre centinaia di religiosi durante i secoli XVI e XVII. In questa breve presentazione possiamo solo indicare che ben 21 religiosi della provincia furono nominati vescovi nell’America Latina, il che rappresenta quasi il 40% di tutti i vescovi agostiniani della zona tra i secoli XVI e XVII. Tra i secoli XVI e XVIII la provincia ebbe una crescita notevole: se nel 1541, secondo l’Indice di Seripando, aveva 43 conventi, nel 1604 erano già diventati 55, tra i quali in particolare quelli di Salamanca, Burgos, Dueñas, Madrigal, Valladolid e Madrid; nel 1767 divennero 39, per l’abbandono di piccoli conventi, mantenendo però un totale di 766 religiosi. Oltre all’enorme impegno missionario dispiegato nell’America e nelle Filippine, in Castilla, dove l’osservanza era vissuta in modo irreprensibile, aumentò notevolmente l'impegno nello studio e nell’insegnamento, sia nelle università pubbliche come in centri propri, e all’evangelizzazione nelle chiese dei conventi e nei pulpiti di tutta la Spagna. Nel campo della santità emergono Sto. Tomás de Villanueva (1486-1555) e San Alonso de Orozco (1500-1591) e molti altri che non hanno ricevuto l’onore dell’altare, come Juan de Sevilla (+1515), Francisco de Villafranca (+1555), Juan Bautista de Moya (+1567), Luis de Montoya (1497-1569), Agustín de Coruña (ca. 1508-1589), Pedro de la Cerca (+1603), Jerónimo de Alaviano (+1614) e Francisco Gómez (+1638). Moltissimi sono gli agostiniani di Castilla che si segnalarono per il loro contributo alla teologia e ad altre scienze, sacre e profane, primo tra tutti Luis de León (+1591), cattedratico di Salamanca e uno degli autori più importanti di tutta la storia della letteratura spagnola; Jerónimo Román (+ 1597), accreditato storiografo; Diego de Zúñiga (+ 1599), che introdusse il sistema copernicano in Spagna; Agustín Antolínez (+1626); Basilio Ponce de León (+1629); Tomás de Herrera (+1654), autore dell’Alphabetum Augustinianum; Enrique Flórez (1702-1773), padre della storia ecclesiastica in Spagna e autore della España Sagrada; Diego Tadeo González (1732-1794); Manuel Risco (1735-1801), continuatore della España Sagrada; Antolín Merino (1745-1831); José de la Canal (1768-1845), presidente della Real Academia de la Historia; e un lungo elenco impossibile da includere qui. Similmente non elenchiamo, per la sua eccezionale lunghezza, l’elenco dei religiosi della provincia di Castilla che furono promossi all’episcopato in Spagna, Italia, Filippine e America. L’agitazione politica della Spagna all’inizio del secolo XIX, in parte frutto del regalismo borbonico, l’illuminismo, l’invasione della Spagna da parte delle truppe napoleoniche, il triennio liberale del 1820-1823 e, per ultima, la nefasta espropriazione del 1836 portarono la provincia di Castilla, come tutti gli altri ordini religiosi presenti in Spagna, alla rovina totale. Le statistiche indicano la situazione: 612 religiosi nel 1808, 331 nel 1828 e 312 nel 1835, dei quali 190 sacerdoti, 80 professi, 1 novizio e 41 fratelli laici, distribuiti in 39 conventi. Nonostante tutto questo la provincia di Castilla non concludeva nel 1836 il suo ciclo vitale: molti religiosi fuori dai conventi mantennero comunque il loro spirito, tra i quali P. Antonio de Castro (+1870), che risulta come provinciale per molti anni. Con la restaurazione monarchica del 1874 iniziarono a formarsi le condizioni per il restauro della provincia. In questo momento era commissario generale apostolico il P. José Tintorer (1868-1885), che iniziò la gestione presentando la restaurazione come la creazione di una provincia incaricata dell’evangelizzazione nelle colonie spagnole delle Antille. Finalmente, con l’appoggio della provincia delle Filippine, nel 1881 risorse la provincia di Castilla con il nome di Provincia de Sto. Tomás de Villanueva de España y sus Antillas, la quale nel capitolo generale celebrato nel 1907 venne considerata come erede dell’antica provincia di Castilla, anche se solo uno dei religiosi presenti prima del 1836, il P. Juan Domingo Amezti (1816-1893), entrò nella risorta provincia - e della quale fu il primo provinciale (1883-1893) - visto che i religiosi erano ormai parte della provincia delle Filippine. La storia ricominciò in un convento di Cappuccini in Calella (Gerona) il 4 novembre 1881; due anni più tardi, l’8 settembre del 1883, il commissario Tintorer firmava il decreto di erezione della provincia, considerandola non come nuova «ma come restaurazione delle tre antiche», cioè Castilla, Andalucia e Aragon. Da questo momento la provincia crebbe di case e di religiosi: Valencia de Don Juan (fond. nel 1884 – lasciata alla provincia delle Filippine nel 1917); Villamañán (León) e El Rasillo en Cameros (La Rioja) che ebbero vita breve alla fine del sec. XIX, o Boñar (León, 1963-1970). Inoltre Calahorra (La Rioja), fondata nel 1894, che è stata casa di formazione fin dal 1907; il collegio di Ntra. Madre del Buen Consejo in León, fondato nel 1901; la chiesa, oggi parrocchia, di Ntra. Madre del Buen Consejo, León dal 1929; o il collegio-seminario Sto. Tomás de Villanueva in Armunia (León) nel 1967, che prese il nome di Ntra. Madre del Buen Consejo nel 1976, quando si unì con quello fondato a León nel 1901. Ci furono altri centri educativi, oggi lasciati, in Huelva (1901-1931), Las Arenas (Vizcaya, 1939-1942), Guernica (Vicaya, 1940-1963) e Mayorga de Campos (Valladolid, 1947-1967). Invece continuano la loro attività il collegio di Sto. Tomás de Villanueva e la parrocchia di Cristo Rey en Valencia (1951 y 1965); il collegio maggiore di San Agustín in Madrid (1962) e il collegio S. Agustín di Alicante (1969), la chiesa di S. Agustín e la parrocchia Sto. Tomás de Villanueva, in Castellón (1957 y 1978) e la residenza provinciale in Madrid (1956). Il professorio ebbe una sede temporanea nella residenza Castilla de Madrid (1979-2003) mentre dal 2003 è situato nel complesso Fray Luis de León in Guadarrama (Madrid), nato come centro culturale della provincia. Oltre alla sua presenza in Spagna, la provincia di Castilla è presente fin dal 1896 nelle Antille, Puerto Rico e República Dominicana e, dal 1993, in Brasil. Al giorno d’oggi essa mantiene in Spagna una attività educativa in quattro collegi e in un collegio maggiore, oltre a tre parrocchie e due chiese pubbliche. Sono affiliati alla provincia 133 religiosi, dei quali 115 sacerdoti, 3 diaconi permanenti, 1 professo e 14 fratelli laici. Nel vicariato delle Antillas (Puerto Rico e República Dominicana) sono presenti 13 religiosi affiliati in 8 comunità dedicate all’apostolato parrocchiale e a compiti educativi; nel vicariato del Brasile, con 5 religiosi affiliati, la provincia mantiene cinque comunità dedicate prevalentemente alla educazione in collegi e alla pastorale parrocchiale. Oltre a tutto questo la provincia mantiene anche una delegazione nel Nord America, con alcuni religiosi dedicati a compiti pastorali.
Juan Josè Vallejo Penedo, OSA