Abbazia di Brno

Abbazia di Brno (OSA)

Brunnensis (Ab. brunnensis) - Repubblica Ceca

Abbazia - Ordine di Sant'Agostino
Fondazione 31/12/1353

Introduzione

Il monastero fu fondato nel 1350. La sua fedeltà a Roma lo mise in gravi difficoltà nel secolo XV, per la crisi ussita. Nel secolo XVI soffrì l’attacco dei turchi. Con l’imperatore cattolico Mattia, il monastero recuperò il suo splendore. Però quando iniziò la Guerra dei Trent’Anni (1618-1648), sperimentò saccheggio. Nel 1645 fu ridotto a macerie, per mano degli svedesi. Come premio per l’impegno nel restaurarlo, il priore Andrea Zirkel ricevette da Benedetto XIV il titolo di abate mitrato (1752), una distinzione estranea all’Ordine di S. Agostino, dove nessun altro superiore ha ricevuto mai il titolo a carattere vitalizio. Fu inoltre dotato di un regime di governo autonomo, dipendente solo dal priore generale. La Rivoluzione Francese fece ugualmente danni nel monastero. Quando Gregorio Mendel arrivò nel monastero, il precedente che maggiormente aveva influito nell’organizzazione e dedicazione della comunità fu la riforma ecclesiastica di Giuseppe II. Espropriò la sua primitiva sede e lo reinstallò nel 1783 in un monastero femminile cistercense del secolo XIV, nei pressi di Brno, che è la sua sede attuale. Il monastero crebbe in autonomia, come frutto della politica ecclesiastica dell’imperatore, che tendeva alla creazione di una chiesa nazionale, emancipata da Roma. In questo contesto, l’abate giunse a considerarsi vicario generale, debilitando i legami giurisdizionali con il priore generale e, con essi, la possibile ispezione riformatrice dagli abusi e freno dello spirito religioso. Però, il maggior influsso venne dalla politica illustrata dal giuseppinismo con i monasteri d’Austria. Permise la sopravvivenza solo di coloro che si dedicavano all’insegnamento, all’investigazione o ai servizi sociali. Queste disposizioni modificarono e riformarono la tradizionale dedicazione dei monasteri, aprendoli al mondo circostante e alle nuove scienze empiriche, proprio quando gli orientamenti della Santa Sede, angosciata dalle difficoltà che soffriva il pontificato, volevano mettere la Chiesa con le spalle al mondo. La comunità agostiniana di Brno assunse con entusiasmo questo nuovo contesto che portava il monastero, come direbbe l’abate Napp, verso una «nuova istituzione per lo Stato e per la Chiesa allo stesso tempo». Fu proprio questo uomo, Cyrill Napp (1792 1867), che accolse Mendel in monastero. Abate dal 1824 fino alla sua morte, creò le condizioni ideali per l’investigazione, facendo del monastero il primo centro religioso della Moravia per il suo prestigio culturale. Esercitò, come orientalista, l’insegnamento dell'Antico Testamento nell’Istituto Teologico di Brno. Era delegato nella Dieta provinciale di Moravia, membro della Società di Agricoltura e presidente della Società Pomologica. Napp intendeva la funzione del monastero come una presenza della Chiesa nei problemi più urgenti del tempo, contribuendo anche attivamente allo sviluppo culturale e scientifico. Pochi anni dopo l’ingresso di Mendel nel monastero, i membri di questa comunità erano per lo più giovani. La loro attività era concentrata nell’insegnamento o nella pastorale. Qualcuno disimpegnava il suo ministero vivendo anche fuori della città di Brno. La loro mentalità era aperta agli ideali del 1848 di libertà e di autonomia per i nazionalismi integrati nell’Impero. Così si deduce da una dichiarazione che fecero sei religiosi della comunità alla  Dieta Imperiale, reclamando il riconoscimento della loro condizione di cittadini e il diritto di dedicarsi all’insegnamento. Così diceva lo scritto: «Tra la gioia generale per la libertà raggiunta, c’è una classe importante che è rimasta emarginata da questa conquista: il clero. In riferimento ai diritti civili si trovano dietro a quelli dei criminali: allo stesso modo dei pazzi e dei bambini, non è valido nessun contratto civile dove si trova coinvolto un chierico; non gli si permette di essere né di avallare, né essere testimone davanti ai tribunali… Non gli si permette di ereditare né di lasciare in eredità i suoi piccoli e quasi inesistenti beni ai suoi familiari legittimi». Il clero è escluso per le elezioni locali e generali. Senza dubbio, i conventi disimpegnano una importante funzione sociale. Di conseguenza chiedono «il riconoscimento dei diritti civili costituzionali» e «che gli sia permesso di poter impiegare tutto il loro sforzo spirituale, nella misura della loro capacità e dei loro meriti ottenuti fino adesso, all’insegnamento pubblico con una cittadinanza libera, unica e senza distinzione». Il primo firmatario e probabile autore di questa dichiarazione fu Klácel. Seguivano le firme di altri quattro religiosi e, ultima, quella di Mendel nel suo quinto anno di vita monastica. Questi religiosi, di fronte ad altri programmi più conservatori dell’epoca, desideravano l’indipendenza della Chiesa, poiché consideravano che «la vera libertà non è areligiosa». RIchiama l’attenzione, in questa esposizione dei religiosi dell’abbazia, l’assenza della firma dell’abate. Se l’ispiratore fu Klácel, si confermerebbe la sua spiccata personalità nel monastero, nel promuovere una iniziativa organizzata probabilmente al margine dell’alveo gerarchico della comunità. Inoltre Klácel doveva esercitare un forte influsso su Mendel, quando si unì all’iniziativa a soli 26 anni ed essendo stato ordinato sacerdote di recente. Sappiamo che Mendel successe nello stesso anno a Klácel nella responsabilità del giardino sperimentale del monastero, che esisteva dal 1836. Anche se fu eletto attraverso il voto, questo avvenne grazie a Klácel. Anche se nel 1868 si trattava di un voto solo di fiducia verso questo religioso che, svincolato progressivamente dal monastero per le sue idee filosofiche e per la sua connessione con i nazionalisti cechi, soffrì una persecuzione politica e arrivò ad abbandonare il monastero ed il paese l’anno seguente. Il modello di vita religiosa seguito dalla comunità era molto lontano dall’ideale monastico tradizionale. Le loro attività erano poco comuni e, inoltre, era stata introdotta nel monastero un rilassamento disciplinare difficile da correggere a causa della disconnessione pratica con qualsiasi superiore gerarchico. L’abbandono degli obblighi spirituali e comunitari si aggravava con il proiettarsi dei religiosi verso l’esterno, che vivono anche fuori dal convento, più preoccupati della vita sociale ed intellettuale. Il vescovo di Brno, a causa di una visita apostolica, decisa dai vescovi nel 1849 per tutti i monasteri degli ordini antichi nella monarchia austriaca, che si prolungò fino al 1859, fu delegato come visitatore per gli agostiniani da parte del cardinale di Praga Schwarzenberg. Del convento di Brno diede un verdetto molto rigoroso, considerandolo irreformabile. Il vescovo incolpava l’abate Napp della situazione del convento, poiché dedicava tutto il suo tempo ad impegni secolari che, anche se onesti e di utilità pubblica, lo portavano all’abbandono dei suoi obblighi religiosi. Chiese la soppressione dell’abbazia. Senza dubbio, il cardinale Schwarzenberg suggerisce alla Congregazione, il 27 dicembre del 1855, la riduzione del convento a regime ordinario dell’Ordine, mettendolo sotto l’autorità di un priore provinciale, di modo che, fosse sottomesso alla vigilanza dei superiori. Anche Napp si rivolse al cardinale Schwarzenberg, l’8 giugno del 1854, e tutti i religiosi della comunità, residenti a Brno, firmarono la sua petizione. Esprimevano la loro convinzione che la cura della scienza non contraddice, in nessun modo, la missione spirituale del monastero. Prima di rinunciare a questo loro impegno, preferivano giungere alla condizione di canononici regolari di S. Agostino. Nello stesso tempo l’abate e la comunità reagirono, facendo confessione dei loro sbagli, frutto della fragilità e impiantando nel monastero un rigoroso programma di vita religiosa, che viene espresso nello scritto inviato al cardinale. Riformarono i loro costumi, però si conservò la struttura giuridica di abbazia e mantennero come fine principale del monastero la cura delle scienze, come manifestò lo stesso Mendel nell’impegno della sua missione abbaziale. L’abbazia soffrì la persecuzione del nazismo, che identificò il cattolicesimo con il separatismo antigermanico e, più tardi, con il regime comunista della Repubblica cecoslovacca, che chiuse il monastero nell’aprile del 1949. I religiosi soffrirono la persecuzione, anche se, passato un certo tempo, il P. Tomas Martinec, eletto abate nella clandestinità, fu messo come parroco nella chiesa del convento. La caduta del muro di Berlino nel novembre del 1989 e la svolta della libertà per la Chiesa hanno portato alla devoluzione dell’abbazia e al recupero del suo regime giuridico, approvato dal capitolo generale. A partire dalla reintegrazione all’Ordine, l’attuale abate ha portato avanti un meritorio lavoro di restaurazione, per riportare l’edificio al suo antico splendore.

Miguel Angel Orcasitas, OSA

 

 

Denominazione Abbazia di Brno
Denominazione comune Ab. brunnensis
Denominazione ufficiale Brunnensis
Altri nomi
Sigla ABR
Ordine Ordine di Sant'Agostino
Categoria Abbazia
Circoscrizione di riferimento Curia Generalizia O.S.A.