Introduzione
(dal 1636 solo Provincia di Bohemia)Anche se nel 1570 il priore generale Taddeo Guidelli (1570-1581) aveva creato una provincia di Bohemia e Austria, l’intento non ebbe successo fino al 1604, data nella quale si separò definitivamente dalla provincia bavarese a causa del nazionalismo imperante. La provincia mantenne un buon livello religioso e il favore dell’appoggio degli imperatori. Così Rodolfo II convertì la chiesa agostiniana di Praga in parrocchia della corte e nel 1612 venne concesso al priore del convento di Brno (Rep. Ceca) il diritto di usare gli ornamenti pontificali. Nel 1627 venne aperto il convento Bohemo-Leipa (Ceská Lipa) e nel 1633 il convento di Weisswasser (Belá). In Austria vennero anche recuperati alcuni conventi persi con la riforma luterana: Baden (1584), Korneuburg (1623) e Prugg (1642). La provincia, senza dubbio, dovette cedere nel 1630 il convento di S. Agostino, situato nel Palazzo di Hofburg (Vienna), agli Agostiniani Scalzi, anche se poco dopo fondarono un’altra casa a Vienna, il convento di S. Sebastiano e San Rocco. Nel 1653 la provincia aveva 42 religiosi, di questi 21 sacerdoti e nel 1659 il numero di religiosi era salito a 51, dei quali 26 sacerdoti. Durante il secolo XVIII la provincia si organizzò aumentando l’osservanza regolare e il numero di membri. Nel 1704 erano 121 religiosi che nel 1719 erano saliti a 150. Il convento di S. Tommaso di Praga, fu il centro di studi per eccellenza della provincia e possedeva una magnifica biblioteca che, nell’attualità, si conserva in buona parte. L’Abbazia di Brno, che aveva il priore perpetuo, mantenne durante il secolo XVIII un regime speciale fino a che il priore si convertì in una specie di “abbas nullius”. Nel 1742 l’Abbazia si rese indipendente dalla giurisdizione del Priore Generale dell’Ordine con il breve Suprema dispositione e nel 1753 venne concesso all’abate il privilegio di ordinare i propri sudditi e poter consacrare chiese e altari. Durante il secolo XIX l’abbazia divenne un importante centro culturale, dove si distinsero diversi agostiniani, l’abate Francesco Napp, direttore dei programmi di studio delle scuole di Moravia; il musico Pablo Krizkovsky; il professore di tedesco dell’università di Cracovia Francesco Bratanek, il filosofo Francesco Klacel e, soprattutto Gregorio Mendel (1822-1884) scopritore delle leggi genetiche che portano il suo nome. Dalla’abbazia dipendevano varie parrocchie e piccoli conventi che si mantennero fino al 1950, quando il regime comunista chiuse la comunità. In quanto allo stile di governo, l’abbazia brunente, mantenne la sua indipendenza dalla Curia Generale fino al 1904 e in seguito continuò ad utilizzare il titolo abbaziale e diverse prerogative. A metà del secolo XVIII la provincia aveva dieci comunità e circa 200 religiosi, però durante il regno dell’imperatore Giuseppe II, perse i conventi di S. Caterina di Praga e quelli di Schopka e Stockau. La provincia spiccò nella sua estensione nella realizzazione di scuole parrocchiali, però si vide obbligata a sospendere le relazioni con la Curia Generale, a causa del regalismo imperiale. La nomina di Cosimo Schamalfuss come provinciale nel 1795, carica che mantenne fino al 1811, portò ad un recupero parziale, favorito nel 1806 con la riapertura del collegio agostiniano di Leipa in Bohemia, che era stato distrutto a causa di un incendio nel 1786, dove gli agostiniani avevano sviluppato un immemorabile lavoro educativo cattolico durante il secolo XIX. Senza dubbio la provincia non riuscì, poiché era separata dalla comunicazione con il resto dell’Ordine, a fare altra cosa che mantenersi fino al 1855, quando il governo austriaco ammise di nuovo la relazione con la Curia Generale. Agli inizi del secolo XX la provincia aveva 7 conventi, quello di S. Tommaso di Praga, che era il principale e quelli di Rotschov, Böhmisch-Leipa, Taus, Bila Voda, Santa Benigna e Hohenelbe, e 30 religiosi, di cui 25 sacerdoti, 3 fratelli laici e 2 professi chierici. Nel 1908 il numero di religiosi era sceso a 25, di questi 18 sacerdoti. Alla fine degli anni venti, la provincia di Germania inviò alcuni religiosi per collaborare con la provincia boheme e durante la decade degli anni trenta, ci fu un aumento di vocazioni sia tra i cechi che tra i discendenti dei tedeschi che si erano stabiliti al Sud. La secona guerra mondiale bloccò questa fioritura, alcuni conventi furono chiusi e tra questi quello di S. Tommaso di Praga e qualche religioso fu incarcerato; da ricordare in particolare il caso del P. Agustín Schubert, di padre tedesco e madre ceca, grande predicatore, che si oppose tenacemente al nazismo fu incarcerato dalla Gestapo nell’agosto del 1939 e inviato nel campo di concentramento di Dachau nel settembre del 1941, dove morì il 28 luglio del 1942 all’età di 40 anni. Terminata la guerra mondiale, rimanevano nella provincia di Bohemia 20 sacerdoti e 9 fratelli laici che ritornarono nelle loro comunità, però nel 1948 i comunisti andarono al potere e nel 1950 tutti i conventi della Cecoslovacchia furono soppressi e i sacerdoti inviati nei campi di concentramento. Attualmente la provincia di Bohemia è a regime sospesa sotto la dipendenza diretta del priore generale e vari agostiniani spagnoli stanno collaborando per il suo recupero. Juan José Vallejo Penedo, OSA
La provincia agostiniana di Boemia, o più popolarmente la provincia agostiniana Ceca, ha come principale patrono la nostra Madre della Consolazione. Nel dicembre del 1604 fu creata la provincia boema per raccomandazione personale dell’imperatore del Sacro Romano Impero e re di Boemia Rodolfo II (1576-1612). Bisogna ricordare che agli inizi del secolo XVII il regno di Boemia comprendeva non solo la Moravia, ma anche territori compresi nel sud-est della Polonia e sud-est della Germania. Nel tardo Medio Evo, poco dopo il capitolo di Milano del 1298, Austria, Boemia, Moravia, Slesia, Estirpa e Carintia furono organizzate come «distretto» sotto l’amministrazione della provincia di Baviera. Con l’avanzata dei Turchi Ottomani e la penetrazione del protestantesimo risultò quasi impossibile per il provinciale di Baviera governare un territorio così esteso. Tra il 1568 e il 1578 l’Estiria (Steiermark) e Carintia (Karntern), situate in quello che oggi è l’Austria, furono separate definitivamente dalla provincia di Baviera ed erette come provincia autonoma nel 1578 dal priore generale Thaddeus di Perugia. Il vicino «distretto» dell’Austria si trovava in uno stato così precario, che nel 1600 consisteva solo di due monasteri impoveriti: Vienna e Baden. Per rimediare a questa situazione, Félix Milensius, un uomo energico e noto storico, fu nominato dal priore generale Ippolito Fabriani, il 9 ottobre del 1602, come suo vicario personale per la Germania e «altri paesi del nord», con la missione di ristrutturare amministrativamente quello che fosse necessario. Milensius non perse tempo; la sua prima azione consistette nel separare i due monasteri decadenti austriaci della Baviera, unendoli con il più forte distretto di Boemia, che aveva allora i monasteri di San Tommaso e Santa Caterina di Praga, in più Domazlice, Sopka-Melnik, Ceska Lipa, Rocov, Pivon e Biele-pod-Bezdezem. Senza dubbio non tutto risultò in accordo con i suoi programmi. Milensius cercò, senza esito, di includere in questa unione il monastero di San Tommaso di Brno e la sua casa dipendente di Jevicko. Dopo molto argomentare, gli insistenti moravi ottennero dal priore generale, Giovanni Battista d’Asti, nel 1608, la creazione di un proprio vicariato moravo. San Tommaso di Brno fu onorato singolarmente nel 1611, quando il cardinale Dietrichstein conferì al priore Vincenzo Barnabe di Fiume e ai suoi successori il raro privilegio di utilizzare paramenti episcopali nella liturgia, ratificato più tardi dal Papa Innocenzo XIII nel 1721. L’autonomia della Moravia fu confermata posteriormente, nel 1752, quando il priore vitalizio Matías Pertscher ottenne dal papa Benedetto XIV il titolo e la dignità abbaziali. Con l’appoggio dell’imperatore Rodolfo II il «capitolo dell’unione del 1604», riunito a Santo Tommaso di Praga, elesse il 1° dicembre del 1604 Jan Krtitel Svitavsky (Giovanni Battista Chrystellius), di Bochova, come primo provinciale di Boemia-Austria. Questa unione di parti tanto differenti durò fino al 1626, quando Girolamo de Ghettis permise agli scontenti austriaci di separarsi dalla Boemia, che contava allora 50 frati precari, sopravvissuti in sette case alle confische e distruzioni della guerra dei 30 anni (1618-1648). Insieme al lavoro nel ministero sacramentale, gli Agostiniani di queste case frequentemente erano professori nelle scuole che erano state create in vari monasteri. Santo Tommaso di Praga reggeva anche una parrocchia ospedale e un ritrovo per vagabondi e anziani. Alcuni religiosi furono anche cappellani militari e precettori domestici nelle case di alcune famiglie importanti. Diedero anche assistenza ai francescani irlandesi che chiesero un aiuto a qualche agostiniano influente, come Ambrogio Wilde, per le loro difficoltà nella lingua ceca o tedesca a Praga. Gli chiesero, in effetti, di essere predicatore dei fedeli riuniti nella loro chiesa conventuale fuori dalla «Porta Impolverata». Altri Agostiniani di Santo Tommaso, oltre ad insegnare nella loro scuola interna, erano professori di teologia e di diritto canonico nella Università Carlo. La chiesa di San Tommaso era un centro conosciuto a livello culturale che, come si è detto, aveva una scuola interna, eretta dall’Ordine nel 1347 per i propri studenti, che durò fino alla soppressione sotto l’imperatore Giuseppe II (1780-1790). Il primo lettore della prima Università centrale europea (adesso conosciuta come l’ Università Carlo) fu Nicola di Louny, OSA, l’agostiniano intellettuale che fu amico personale dell’imperatore Carlo IV e missionario in Polonia e Lituania, più tardi vescovo di Ratisbona. A giudicare dai libri corali, artisticamente decorati, come il Graduale di Rocov, nel secolo XV, generazioni di cristiani sono cresciuti nelle chiese agostiniane con il canto gregoriano, nonostante la tentazione di entrare nel prevalente stile di musica barocca. Questo senza pregiudizio della promozione da parte degli agostiniani, nella regione di Rocov, di musica popolare religiosa. La nostra chiesa di San Tommaso, nel tardo secolo XVI e agli inizi del XVII, servì come «parrocchia degli imperatori». Come altre chiese boeme agostiniane (come Ceska Lippa, Domazlice e Melnik) furono frequentemente l’ultimo rifugio per i cattolici, sempre più emarginati alla metà del secolo XVII. In una popolazione che si convertì nella maggioranza semi Husita Calixtina, o passò a qualche confessione protestante, la maggior parte dei monasteri ebbero scuole dove i bambini ricevettero una educazione basilare, sia a livello religioso che umano. Per quanto riguarda l’arte e l’architettura, gli Agostiniani impiegarono i migliori architetti e artisti del momento. Dobbiamo menzionare solo alcuni tanto grandi come la famiglia Dietzenhofer (padre e figli), che costruì le nostre belle chiese di Praga, Rocov e Domazlice, o a Vaclav Reiner, il pittore ceco di affreschi, denominato il «Michelangelo boemo», che decorò numerose chiese e monasteri agostiniani. L’apprezzato musico e compositore Jan Jakub Ryba fu educato dagli Agostiniani scalzi di Praga. Bisogna ricordare altri fratelli, come Jan Svitavsky, che fu ad Anversa per commissionare personalmente a Peter Paul Rubens le opere maestre dell’altare maggiore di San Tommaso (il martirio di San Tommaso e la visione di S. Agostino), o Serafín Meltzer, che ricostruì la devastata chiesa di San Tommaso. Il nostro monastero di Rocov, un grande luogo di pellegrinaggio mariano, situato nel nord della Boemia, così come l’abbazia di Brno, nel sud della Moravia, divennero un epicentro dell’evangelizzazione cattolica, particolarmente dopo il 1648. Tutto questo si concluse bruscamente con le riforme draconiane, decretate dall’imperatrice Maria Teresa e suo figlio Giuseppe II (1742-1792). Questi monarchi assoluti limitarono molto le attività della Chiesa e la ridussero ad uno dei loro impopolari dipartimenti della burocrazia imperiale. Verso la metà del secolo XIX apparvero nuovi attacchi, frequentemente camuffati negli ideali nazionali cechi. La storia fu riscritta con l’intenzione di riabilitare figure tali come Giovanni Hus o Giovanni Zizka, che divennero di moda durante il «periodo romantico» (1815-1870). La Chiesa cattolica, includendo naturalmente gli Agostiniani e altri ordini, fu oggetto di acerbi critiche, alimentate da una classe intellettuale che lottava per raggiungere uno stato secolarizzato. Senza dubbio, non tutte furono delle calamità. Figure come Cosme Smalfus lasciarono un’impronta nella vita intellettuale, anche se gli allori dei successi accademici più eminenti bisogna attribuirli ai fratelli dell’abbazia di Brno. E’ il caso dell’immortale Gregorio Mendel, e i suoi fratelli il musico Pavel Krizkovsky, il primo ecologista Tomás Bratanek, l’utopista Matías Klacel, e il classicista Celestino Wimmer, che sono emersi nel loro tempo. Nel secolo XX la provincia di Boemia, che conservava sette case e circa 50 fratelli, era sopravvissuta con determinazione alle soppressioni del secolo XVIII e al tormento sociale del secolo XIX. A fondamento della dichiarazione unilaterale di indipendenza della Cecoslovacchia dell’impero austroungarico, il 28 ottobre del 1918, l’Ordine sperimenterà nuove sfide. Berchtold Hejhal continuò la sua missione di sviluppare la devozione della nostra Madre del Buon Consiglio, arruolando più di 50.000 membri nell’Arciconfraternita della nostra Madre del Buon Consiglio. Alfons Mittnacht cercò il modo di incrementare l’interesse tra i cattolici per la causa dell’unione tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, valorizzando l’insegnamento della liturgia bizantina. Questo stesso frate riuscì ad ottenere eminenti conversioni tra gli intellettuali, tali come Adolfo Stransky, un noto giornalista. Alypius Scharfe lavorò con diligenza tra gli studenti di lingua tedesca all’Università Carlos, mentre Pavel Sladek subito divenne famoso per le sue monografie storiche. Uno dei più conosciuti agostiniani fu Augustin Subert, che entrò nell’Ordine dopo aver concluso i suoi studi di dottorato nell’Università Carlos. Una volta ordinato fu fatto pastore della chiesa di San Tommaso di Praga e dedicò la sua vita alla gioventù della città. Chiamato frequentemente per predicare ed insegnare, si convertì in una figura molto conosciuta in Cecoslovacchia. Quando il paese fu smembrato nel 1938, la provincia di Boemia fu divisa per zone linguistiche, con i Cechi nel sud e nell’est e i tedeschi al nord e all’est. Fu eretto un commissariato per gli agostiniani dei Sudeti, comprendendo i monasteri di Bele, Rocov, Ceska Lippa e Vrchlabi. Il P. Subert protestò fortemente contro questa indegnità e mise in discussione il programma nazista sull’educazione, che considerò «pagano». Per questo motivo fu arrestato e condotto in vari centri di detenzione, finchè alla fine fu inviato nel campo di sterminio di Dachau, dove, secondo la testimonianza di alcuni testimoni, incontrò in modo nobile la morte come cristiano il 28 giugno del 1942. E’ stata presa in considerazione la sua causa di beatificazione. Dopo la sconfitta dei nazisti l’8 maggio del 1945, il comunismo prese il controllo del governo ceco nel febbraio del 1948, appoggiato dalla presenza del vittorioso esercito sovietico. Il 26 aprile del 1950, in quella che fu denominata Azione K (o «azione contro i chiostri»), la maggior parte dei religiosi furono in modo eclatante arrestati e inviati nei campi di lavoro, con il proposito di «riabilitare» la vita in un sistema socialista. Nel frattempo, morì il provinciale Bonaventura Cerny e nella rapida elezione fu designato Adalberto Primes come suo successore. Furono anni difficili con giudizi pubblici contro eminenti personaggi della Chiesa, incluso il cardinale Beran, arcivescovo di Praga, che fu incarcerato. Le comunità furono smembrate, le vocazioni erano scarse e occulte, per aver dichiarato l’autorità «illegali» gli ordini e le congregazioni religiose. All’inizio degli anni ’60 il governo, seguendo le velleità post-staliniste, fece marcia indietro, inviando questi religiosi ad un impegno incerto nella società. Vit Marecek, un sovrintendente, raccontò come egli catechizzò segretamente e mantenne la fede viva all’interno della sacrestia ben serrata nella chiesa di San Tommaso. Durante questo tempo, alcuni candidati sollecitarono la loro ammissione all’Ordine e furono accettati. Il «respiro di Dubcek» – la primavera di Praga - si concluse nel 1968 con l’entrata delle truppe sovietiche in Cecoslovacchia, reimpiantando ancora una volta una stretta dittatura sulla popolazione già prostrata. Il P. Primes rimase discretamente come sacrestano nella chiesa di San Bartolomeo (Pilzen), mentre il P. Vit si sistemò, con l’aiuto del fratello Carus, a San Tommaso di Praga. Il padre Iban lavorò a Ceska Lipa, mentre il P. Procopio Prucha morì tragicamente in misteriose circostanze a Sv. Dobrotiva. Altri religiosi e coloro che ancora non erano stati ordinati, si tennero in contatto con il P. Vit, che divenne provinciale dopo la morte del P. Primes nel 1980. Con il recupero dell’indipendenza ceca nel 1990, la provincia tornò alla vita pubblica. Il P. Miroslav Cerny tornò dalla Germania per diventare provinciale e ci fu una riorganizzazione di compiti nella provincia, che comprendeva sette religiosi e quattro candidati. Senza dubbio, la morte e alcune defezioni e altri motivi, rendevano difficile l’assistenza dell’Ordine a questo gruppo di fratelli. Il P. Miguel Ángel Orcasitas mandò due confratelli della provincia di Spagna nel 1997, i PP. Miguel Lanero e Juan Bautista Provecho, per favorire la ristrutturazione della provincia. Negli anni 1990-2006, altri religiosi di varie province sono stati coinvolti per questo rinnovamento della provincia ceca. Attualmente ci sono quattro religiosi e un professo chierico che sarà ordinato entro due anni.
William Faix, OSA