Introduzione

Chiamata anche Provincia Flaminia, aveva 24 conventi nel secolo XVI, cinque considerati maggiori nei quali abitavano 70 religiosi e 19 membri nei quali risiedevano come 40 frati. Nel 1571 fu ordinato l’abbandono di quei conventi dove non risiedevano almeno quattro frati, anche se sembra che la decisione alla fine, non venne messa in pratica. Tra i suoi membri si distinse lo storico Cherubino Ghirardazzi. La soppressione innocenziana del 1652 chiuse 14 dei 30 conventi che in questa data aveva la Provincia. Nel 1715 aveva come 100 religiosi e durante l’epoca moderna non si conoscono mancanze gravi contro l’osservanza. Ebbe buoni teologi, tra questi il P. Giuseppe Sabbatini e storici come il P. Luigi Torelli (1609-1683), autore della famosa opera obra Secoli Agostiniani. Il principale tra i conventi della provincia era quello di San Giacomo di Bologna e sia questo convento come quello di Rimini, furono studi generali. In San Giacomo si trovava il centro dell’Arciconfraternita della Consolazione, tanto diffusa in tutto il mondo agostiniano. L’invasione dell’Italia da parte delle truppe rivoluzionarie francesi portò alla soppressione della provincia di Romagna nel 1806, poco prima il vicario generale P. Septimio Rotelli (1800-1806) aveva incorporato l’unico convento sopravvissuto, quello di San Cristoforo di Pennabilli, alla provincia delle Marche. Dopo l’epoca napoleonica, venne recuperato il convento di Bologna, con questo sopravvisse la provincia di Romagna fino al 1895, quando il capitolo generale, celebrato a Roma nel settembre dello stesso anno, lo affidò alla provincia delle Marche. Juan José Vallejo Penedo, OSA