Introduzione
Fr. Juan de Grijalva nella sua cronaca della provincia messicana, ci informa che il desiderio di separazione per formare una nuova provincia si vagheggiava ancor prima del 1593, ma fu nel capitolo provinciale di quell’anno il primo nel quale si diede ascolto a certi discorsi e che si pensò alla divisione delle due province. Senza dubbio nello stesso anno a Roma si pensava ad una possibile divisione delle province. Questa si realizzò intorno al 16 novembre 1600, nell’anno in cui il Priore Generale emise un documento che separava la provincia di Michoacàn da quella del Messico. Il re Filippo III nel gennaio del 1601 emise il decreto reale, nel quale autorizza il viceré della nuova Spagna affinché favorisca l’esecuzione del decreto di divisione. Il Priore Generale nel suo decreto ordina che il nome della nuova provincia sia «di S. Nicola di Michoacàn». Non abbiamo alcun documento di nessun Capitolo Generale che approvi la divisione della provincia. Il Maestro Michele de Sosa esecutore del decreto di divisione, scrisse a Città del Messico, il 17 marzo 1602: «Smembro e divido la Provincia di Michoacàn che ha nome Gesù del Messico. . . tutti i conventi che oggi sono e furono nella provincia della diocesi di Michoacan e in quella di Guadalajara, costituiscono e sono una provincia completamente staccata da quella messicana del Ss.mo Nome di Gesù, il cui titolo e nome è e sarà “S. Nicola di Tolentino”». Non abbiamo però documenti per cui ci sia dato sapere il numero dei frati che formarono la nascente provincia; si può però affermare che tale provincia sorse con pochi religiosi poiché da una relazione che ci dà il primo provinciale della medesima, Fr. Pietro de Vera nel 1603, dice: «molti religiosi rimasero nella provincia messicana per rimanere vicino alle proprie famiglie di sangue». Secondo tale relazione vi erano soltanto 72 sacerdoti, dei quali 27 erano creoli, 39 spagnoli, 3 portoghesi e di tre non si conosce la nazionalità. Già nel 1637 165 frati, dei quali 144 sacerdoti. Il numero dei frati che componevano la nuova provincia erano pochi se si tiene conto che il numero dei conventi con quelli che sorsero era di 20. 16 furono aperti in villaggi abitati da indios e 4 in villaggi o città spagnoli. Durante il periodo coloniale si aggiunsero, ai primi conventi, altri 12, 7 in villaggi indios e il resto in villaggi o città spagnoli. Arrivando così a un totale di 32.
La pastorale sviluppata per la nuova provincia possiamo considerarla di tipo conservativo o pastorale parrocchiale poiché non esisteva nessun convento di attività missionaria. La pastorale che si attuava nelle città spagnole differiva ma non molto da quella che si praticava presso i villaggi degli indios, dunque in ogni convento spagnolo ad eccezione di Salamanca e Durango, si praticò una pastorale presso villaggi indios. I conventi aperti in villaggi indios chiamati «doctrinas» erano in fondo delle parrocchie. In queste parrocchie la catechesi giocava un ruolo molto importante, dal momento che si trattava di coltivare la fede nei neo-convertiti affinché tale fede fosse meglio compresa e vissuta con maggior impegno e costanza. Ed è per questo motivo che i provinciali auspicarono che questa attività si realizzasse nella provincia in modo uniforme e stabile. I nostri cronisti danno ampie notizie di questo zelo pastorale dei nostri frati. Sintetizzando, i frati, nel loro zelo, suonavano le campane per grandi e piccoli, recitavano le preghiere davanti alla croce del villaggio, assistevano alla Messa e alle 9 della mattina negli atri delle chiese i ragazzini imparavano il catechismo: Credo, preghiere, Comandamenti e Sacramenti, sotto la guida dei frati e dei catechisti. I sacramenti che meritavano maggiore attenzione erano: la Confessione e l’Eucaristia. Il Corpus Domini era la festività principale in tutti i conventi.
Le istituzioni pastorali nella vita religiosa degli indigeni furono gli ospedali che servirono per rafforzare la vita cristiana e nello stesso tempo si imparava a praticare il principale comandamento della vita cristiana «amare Dio e il prossimo». Le Confraternite del Ss.mo Sacramento, della Vergine e dei Santi occupavano uno spazio molto importante nell’impegno pastorale. La promozione umana era altresì curata con sollecitudine: scuole di istruzione elementare per i bambini e di arte e mestieri per i più grandi si tenevano in tutte le parrocchie e in alcuni conventi, se non si avevano maestri per l’insegnamento ci si preoccupava di farli venire da altri villaggi vicini. Anche collegi per creoli si incontrano in alcuni villaggi di spagnoli.
Si incontrano vari momenti significativi per la storia della provincia, uno in epoca coloniale, gli altri nel Messico indipendente. Nel primo le alternative e le secolarizzazioni dei luoghi di insegnamento della dottrina cristiana; nel secondo le leggi di Riforma con la nazionalizzazione e l’esclaustrazione forzata dei suoi membri, l’espropriazione dei suoi beni e la persecuzione dei suoi membri. L’alternativa era il diritto che ebbero di succedersi nel governo della provincia, ogni 3 o 4 anni per i nati in Messico e per i nati in Spagna. Queste leggi entrarono in vigore all’inizio del secolo XVII ed ebbero come conseguenza diminuzione del personale e rivalità fra creoli e peninsulari. Queste leggi terminarono o disparvero al momento dell’indipendenza messicana. La secolarizzazione dei luoghi di insegnamento della dottrina cristiana fu un problema lungo e doloroso, le cui radici furono, fin dal secolo XVI motivo di problemi tra vescovi e frati di ogni Ordine. La storia registrò 8 limitazioni: i vescovi incominciarono ad imporre limiti alle Facoltà che la Santa Sede aveva concesso ai frati che venivano ad evangelizzare l’America. Questo problema iniziò nel 1555 per terminare nel 1750: sta di fatto che la Corona, con l’approvazione del Papa, ordinò che tutte le parrocchie di indios, amministrate dai frati, fossero controllate dai vescovi. Nella nostra provincia si iniziò a mettere in atto tale ordine nel 1753 fino al 1754. Così andarono perdute 30 parrocchie, conservandone soltanto due e 9 conventi fondati in città e villaggi di spagnoli.
Durante il tempo del Messico indipendente la provincia soffre di una notevole decadenza circa il numero dei suoi membri, come conseguenza delle cosiddette leggi di Riforma. Nei primi anni del XIX secolo, la Chiesa messicana non trovò pace, poiché governi liberali e conservatori che si alternarono furono impegnati in guerre intestine e anche la Chiesa ne fu coinvolta. In questo tempo storico abbiamo periodi francamente persecutori come l’espulsione di sacerdoti e religiosi spagnoli per il solo motivo della loro nazionalità. Per questo avranno luogo: quelli della espropriazione dei beni della Chiesa, la costituzione politica del 1857 e la nazionalizzazione di tutti i beni della Chiesa nel 1859. L’applicazione di queste leggi ebbe come conseguenza l’esilio dei vescovi, il martirio dei sacerdoti, l’esclaustrazione dei religiosi. . . La nostra provincia vide il chiudersi dei suoi collegi e di conseguenza la diminuzione dei suoi membri che in un momento così critico arrivò a contarne appena 22.
In questi difficili momenti della nostra storia sorgono iniziative provvidenziali come: il Collegio dello Spirito Santo di Santiago Maravatìo, la riapertura dei Collegi di S. Paolo Apostolo di Yuriria del Convento di Morella, ecc. che diedero come frutti l’ingresso nella provincia di almeno 56 membri. Si inizia così una ripresa che segna il nuovo secolo della nostra storia. Il scolo XX fu per la nostra provincia una vera crescita ed espansione e un vero sviluppo in tutti i sensi. Si aprono e si riaprono case e seminari per le diverse tappe formative: S. Paolo di Yuriria, S. Rita di Guadalajara, il noviziato di Morella, il professorio di S. Luigi Potosì, il professorio di Aguascalientes e il professorio di Lomas Verdes, D. F. È doveroso fare una speciale menzione per la creazione dell’Istituto Agostiniano di Lomas Verdes, Edo. De Mèxico. Di queste iniziative al passo con i tempi e rispondendo alle nuove necessità pastorali e alle esigenze impiantate dal processo di rinnovamento, la pastorale educativa ha ritrovato nuova vitalità. Nella provincia si aprono collegi per laici a diversi livelli e in diversi luoghi: Fr. Alonso del a Veracruz, D. F. , Fr. Alonso de la Veracruz, Morella, Istituto Salamanca, Istituto Mèndel di Aguascalientes, Istituto Yurirense, Istituto Mèndel di Guadalajara, scuola propedeutica del Sud di Guanajuato. Le luci e le ombre che caratterizzarono la vita della provincia nel secolo XX crearono un’atmosfera difficile, ma si ebbe il momento propizio con il rinascere di grandi fratelli che con i loro spiccati carismi, diedero un forte impulso in tutti i campi della nostra provincia.
La santità di vita di fratelli insigni come Fr. Michele Zavala, (in processo di beatificazione) Fr. Agostino del Soccorso Paniagua; fratelli di grande testimonianza di zelo apostolico, fino a raggiungere l’eroismo, come quella del P. Fr. Elia del Soccorso Nieves (beatificato il 12 ottobre 1997) che imporporò con il suo sangue la difficile missione della provincia.
I grandi maestri che diedero lustro ai nostri seminari, per varie generazioni, a motivo della loro dedizione e carisma, come Fr. Carlo de Jesus Rosales, Fr. Fulgenzio Ranger, Fr. Raffaele Al manza, Fr. Nicola P. Navarrete, Fr. J. Jesus Gonzales, Fr. Manuele Soto, Fr. Ruben Pérez, Fr. Alonso Guzmàn, Fr. Esteban Ramirez, per citarne alcuni fra i tanti.
Insigni fratelli lungimiranti che con il loro carisma di grandi costruttori aprirono nuovi orizzonti pastorali per la provincia, come i fratelli Nacho e Giuseppe Flores, Fr. Agostino Zamudio, Fr. Gabriele Mendoza e altri.
L’impegno generoso di fratelli che hanno onorato il carisma agostiniano tanto da meritare la responsabilità episcopale nel nostro paese come Fr. Raffaele Gallardo Garcia, vescovo emerito di Tampico e per quindici anni vescovo residenziale di Linares. Varie generazioni di neo-sacerdoti che generosamente hanno inaugurato i loro primi anni di sacerdozio nei campi missionari di province sorelle in Sud America specialmente in Perù e Bolivia. Dello stesso stampo, gli innumerevoli apostoli della pastorale giovanile che specialmente nelle diocesi del Texas hanno seminato con zelo e dolce affetto, in questa interessante Chiesa, il seme del vangelo e dello spirito agostiniano.
La provincia si è vista rivitalizzata con nuove generazioni vocazionali e nuovi centri di servizio alla Chiesa. Attualmente è composta di 140 Sacerdoti, 6 Diaconi, 17 Professi, 6 Novizi e 13 Pre-Novizi. La provincia presta i suoi servizi pastorali in 60 centri di servizio spirituale, in differenti diocesi, all’interno e all’esterno del paese: 23 parrocchie, 12 che si preparavano a diventare parrocchie, 20 rettorie, 5 collegi, 4 seminari, 2 Centri di Spiritualità Agostiniana (CEA di Yuriria e CEA di S. Josè, D. F.), 1 Centro Agostiniano di spiritualità (Casa Hipona de Moroleòn, Gto), 1 stazione radio culturale (Estereo Mendèl di Aguascalientes), 1 server internet (Hiponanet e Agustinosnet).
Alfonso Guzmàn Ramìres, OSA